Sta facendo discutere la proposta di abolire i voti sotto il quattro perché umiliano i ragazzi: questa infatti l'idea dell'assessore provinciale in lingua tedesca dell'Alto Adige Philipp Achammer.
La proposta di dire basta ai voti sotto il quattro dell'assessore altoatesino è però stata bocciata subito dal ministro Valditara, generando però qualche polemica nel dibattito su scuola e pedagogia.
Valditara e Frassinetti contro la proposta di abolire i voti sotto al quattro
Il ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha colto l'occasione per sottolineare come il voto in sé sia indicatore di un giudizio temporaneo. Nella sua visione di scuola infatti l'aspetto più importante è il giudizio finale contenuto nel portfolio dello studente, che permetterà alla famiglia di conoscere criticità, opportunità e potenzialità del figlio, in base alle abilità sviluppate e ai risultati raggiunti.
Il voto, sopra o sotto il quattro che sia, serve dunque come riferimento temporaneo al docente e non avrebbe molto senso dibattere sul metro di valutazione da utilizzare. Prendere quattro o meno sarebbe solo l'istantanea di un'impreparazione momentanea.
Non bisogna inoltre crescere i ragazzi nell'ovatta, proteggendoli da qualsiasi frustrazione. Della stessa idea la sottosegretaria all'Istruzione Paola Frassinetti, che invita gli studenti a non fare drammi per un brutto voto, dal quale si può sempre recuperare. Il vero valore educativo, aggiunge Frassinetti, sta nella capacità di indirizzare uno studente sul percorso a lui più consono.
Stefania Auci: "Non si vedano i brutti voti come una punizione"
Anche Stefania Auci, nota scrittrice e insegnante di sostegno che lavora nei quartieri difficili di Palermo, invita a non fare drammi sui brutti voti. Auci sottolinea infatti come il voto, anche brutto, non ha un intento punitivo e soprattutto non vuole valutare l'alunno come persona.
La valutazione sommativa deve essere una chiamata alla responsabilità per l'alunno. Si può tuttavia pensare di ammorbidire il giudizio nei confronti dei bambini più piccoli, magari procedendo a una valutazione più ampia che esalti i pregi e segnali le debolezze.
Il voto sotto il quattro è inoltre un modo per differenziare gli alunni, insegnandogli contemporaneamente che ogni gesto ha una conseguenza. Sottrarsi ripetutamente ad una verifica orale ad esempio è un atteggiamento che è giusto venga valutato negativamente.
Secondo Auci, in Italia ci sarebbe la mania dell'eccellenza a tutti i costi da segnare per forza con un buon voto. Le singole personalità invece possono essere valorizzate in tanti modi diversi ed è sbagliato pensare che un brutto voto sia necessariamente una stroncatura della persona.
Voti sotto al quattro: il parere positivo di alcuni pedagogisti
La proposta di abolire i voti sotto al quattro ha però incontrato anche il favore di alcuni pedagogisti, da molto tempo attivi nella richiesta di una trasformazione generale dei metodi di valutazione.
Secondo Daniele Novara ad esempio l'abolizione dei voti sotto il quattro sarebbe un buon inizio per procedere poi a rivedere un sistema di voti che si fonda sulla conta degli errori piuttosto che sul riconoscimento dei progressi. Dello stesso parere Alberto Pellai che evidenzia come i voti negativi vadano spesso ad accentuare la demotivazione dei ragazzi fino a creare situazioni irreparabili.
Matteo Lancini, psicologo esperto in adolescenza ,si spinge oltre proponendo una scuola senza voti. Il voto infatti oggi, il più delle volte, mortifica il ragazzo e non lo valuta. La valutazione deve invece essere un momento serio della didattica che metta in luce punti di forza e debolezze per avviarlo a un miglioramento e per valorizzare la sua unicità.
Rimuovere del tutto il voto avrebbe il pregio di spostare l'attenzione sull'apprendimento e sullo sviluppo delle competenze utili, senza invece focalizzarsi esclusivamente sul numero. Un modo per riavvicinare, conclude Lancini, la scuola al suo reale obiettivo.