Quando si parla di insegnamento e assistenza agli alunni con disabilità, spesso si riduce il problema soltanto a una questione di insegnanti di sostegno. Ma non si tratta soltanto di questo. Se il problema delle risorse umane non sempre adeguate esiste, ugualmente importante è quello dell'assistenza da parte dei collaboratori scolastici nel caso di alunni disabili non autonomi. Nello specifico, una delle situazioni che porta a maggiori disagi è la questione dell'assistenza nell'uso dei servizi igienici e nella cura dell'igiene.
Alunni disabili e assistenza per i servizi igienici: compito del collaboratore scolastico
Di norma, ad assistere gli alunni con grado di disabilità maggiore nell'uso dei servizi igienici sono i collaboratori scolastici che hanno svolto un corso formativo di 40 ore con verifica finale. Questo corso dà loro la facoltà di prestare questo tipo di assistenza e comporta un beneficio economico in busta paga, come introdotto dal CCNL del 2005.
Quando si parla di di assistenza per i servizi igienici e cura dell'igiene, tuttavia, non ci si riferisce soltanto all'atto di accompagnare gli alunni non autonomi al bagno. I collaboratori scolastici che hanno svolto il corso devono anche assistere gli alunni con disabilità nell'igiene personale.
Si tratta di un servizio importantissimo che riguarda anche alunni più piccoli e non autonomi che iniziano, per esempio, la scuola dell'infanzia. Il problema sorge, come avviene anche nel caso dell'insegnamento di sostegno, quando non ci sono assistenti sufficienti né da un punto di vista orario né da un punto di vista delle esigenze degli alunni.
Cosa avviene quando il collaboratore scolastico non può assistere l'alunno disabile?
Condizione necessaria per assistere gli alunni con disabilità nell'uso servizi igienici e nella cura dell'igiene, abbiamo detto, è l'aver svolto un corso apposito di 40 ore. Ma cosa succede se c'è un'emergenza e il collaboratore scolastico non è disponibile? Possono subentrare altri collaboratori scolastici, anche in assenza del corso? Tecnicamente, il contratto nazionale annuisce. Come si legge, fra i compiti ordinari dei collaboratori scolastici c'è anche il:
"prestare ausilio agli alunni portatori di handicap nell'accesso dalle aree esterne alle strutture scolastiche e all'interno e all'uscita da esse nonché nell'uso dei servizi igienici e nella cura dell'igiene personale, anche con riferimento alle attività previste dall'art. 47"
Benché sancito dal CCNL, questo non avviene. Il cambio del pannolino all'alunno disabile o la pulizia in seguito all'uso dei servizi igienici, sono operazioni intime e delicate. Da questo punto di vista, sostiene il sindacato ANIEF, non possono rientrare nel profilo professionale del collaboratore scolastico. Senza aver svolto un corso ad hoc, non ha la formazione necessaria.
Allo stesso tempo, ci sono anche altre situazioni in cui non è possibile intervenire. Se il collaboratore specializzato nell'assistenza agli alunni disabili manca, spesso non c'è nessun altro che possa svolgere il compito richiesto. Un medesimo risultato si ha se l'alunno è maschio e il collaboratore disponibile è una donna, e viceversa.
Di conseguenza, spesso la scuola è costretta a chiamare la famiglia dell'alunno con disabilità in quello che è un vero e proprio disservizio. Senza qui considerare il chiaro imbarazzo provato dall'alunno per una situazione che richiede l'intervento di un familiare in un ambiente diverso da quello domestico.
Assistenza agli alunni con disabilità: di chi è la competenza?
Abbiamo visto che presta assistenza agli alunni con disabilità il collaboratore scolastico individuato dal Dirigente che abbia svolto il predetto corso di 40 ore con esame finale. Oltre al già citato CCNL del 2005, tuttavia, intervengono anche altri riferimenti normativi per cercare di chiarire la questione su chi debba prestare assistenza nel caso sia assente.
La sentenza n. 22786 del 30 maggio 2016, emessa dalla Corte di Cassazione, sez. VI penale, ha confermato una condanna del il reato di "rifiuto d'atti d'ufficio" a delle collaboratrici scolastiche che si erano rifiutate di prestare assistenza a un'alunna con disabilità nel cambio del pannolino.
Allo stesso tempo, il D.Lgs. n. 66/2017 (Norme per la promozione dell'inclusione scolastica degli studenti con disabilità) richiama la questione e conferma di fatto l'assegnazione ai collaboratori scolastici dei compiti di assistenza previsti dal CCNL per il profilo professionale.
E a proposito di contratto, il CCNL 2006-2009 assegna ai collaboratori scolastici l'assolvimento dei compiti riguardanti l'assistenza alla persona, l'assistenza agli alunni con disabilità e il pronto soccorso.
Come si può vedere, se si cerca chiarezza non si ottiene poi chissà quale risposta definitiva. Da una parte, contratti e norme prevedono l'attribuzione dei compiti di assistenza all'uso dei servizi igienici ai collaboratori scolastici. Dall'altra parte, spesso mancano le figure specializzate, con il risultato che a pagarne le spese sono sempre gli alunni con disabilità.
Il caso dello studente di Monserrato: la madre chiama i carabinieri
I paradossi del sistema descritto nei paragrafi precedenti sono emersi in un fatto accaduto di recente nell'istituto alberghiero Antonio Gramsci di Monserrato, in provincia di Cagliari. Francesco, un giovane di 19 anni con disabilità e costretto a muoversi con la sedia a rotelle, è assistito per la didattica da un docente di sostegno e da un'educatrice. L'assistenza all'uso dei servizi igienici e alla cura dell'igiene è invece fornita da un collaboratore scolastico che ha completato la formazione prevista in questi casi.
Quando il 2 dicembre lo studente chiede di andare in bagno, il collaboratore è assente. La scuola allora contatta la madre, che poi dirà:
"Mio figlio non ce la faceva più, fisicamente e psicologicamente perché stressato anche dalla situazione."Da lì la decisione di chiamare i carabinieri: pare che la situazione non sia stata un unicum e si presenti di frequente da almeno 2 anni. Con la famiglia del giovane studente si sono schierati anche i compagni di classe e di scuola, che si sono attivati per sensibilizzare sulla questione. Nel documento firmato ormai da più di mille persone, si legge:
"Francesco è stato costretto a lasciare l'istituto in lacrime perché nessuno poteva occuparsi di lui. La frequenza di Francesco non può dipendere da una sola persona, è uno studente come noi e non deve essere trattato in maniera differente."