Una delle riforme più importanti del Governo Draghi nei riguardi della scuola è quella relativa al nuovo reclutamento docenti. Come avevamo già anticipato a inizio ottobre, tuttavia, il cambio di esecutivo ha fatto slittare i tempi per il DPCM sul percorso di formazione iniziale.
Con tempi sempre più stretti, da più parti si sollevano voci che chiedono a che punto sia l'emanazione del decreto e quanto bisogna ancora aspettare.
Nuovo reclutamento docenti e 60 CFU: cosa manca per la pubblicazione del DPCM
Il decreto, di cui si attende l'emanazione dal lontano 31 luglio, dovrebbe definire le modalità di acquisizione dei 60 CFU previsti dal nuovo percorso di formazione iniziale per gli aspiranti docenti.
Come si può notare non c'è stata alcuna pubblicazione, con il Governo Meloni che punta il dito contro il vuoto politico a seguito delle elezioni del 25 settembre.
Benché sia una motivazione plausibile, il quadro completo parla anche di un mancato accordo fra il Ministero dell'Istruzione e del Merito e il Ministero dell'Università e della Ricerca. Nello specifico, non si è ancora trovata una sintesi per la definizione dei programmi di formazione e le linee guida.
Il ritardo è peraltro più sospetto se si considera che il MIM ha già avviato le diverse procedure per l'assunzione di varie figure professionali. Per esempio, i concorsi per diventare docenti di educazione motoria alla primaria, Dirigenti Scolastici e DSGA hanno già il regolamento pronto, ma non sono ancora fermi.
E nel frattempo, i dati forniti dal Ministero parlano di un larghissimo ricorso ai precari e alla mancata assunzione di oltre 50 mila docenti.
Attorno ai titoli per insegnare ruotano interessi importanti: le parole di Mario Pittoni
Vista la situazione che abbiamo appena descritto, non è strano che arrivino critiche da più fronti. Appare quantomeno atipico però che queste critiche arrivino da parte della stessa maggioranza di governo, seppur con toni attenuati.
Secondo il responsabile del Dipartimento Istruzione della Lega ed ex presidente della Commissione Cultura del Senato, Mario Pittoni:
"L'appetibilità della professione docente è in caduta libera. Chi vale guarda altrove e addio qualità dell'insegnamento. [...] Attorno ai titoli per insegnare ruotano interessi importanti. Non a caso è forte la pressione a favore di concorsi anche solo per abilitarsi o accedere ad altro concorso."Certo, la voce dell'ex senatore leghista non è apertamente in polemica con l'operato dei ministri Valditara e Bernini. Allo stesso tempo, però, le sue parole segnalano la necessità di lavorare per ridare dignità alla scuola.
Pubblicazione a dicembre, si parte dal 2023/2024: Bernini rassicura sulla formazione docenti
Se Pittoni guarda comunque alle vicende scolastiche da un punto di vista esterno, la Ministra Anna Maria Bernini ha affrontato la questione del DPCM sul reclutamento docenti in un question time in Parlamento. Nella sua risposta, la Ministra dell'Università e della Ricerca ha assicurato come il decreto sia di imminente definizione e sarà auspicabilmente pubblicato entro dicembre 2022.
Pur mossa dalla tentazione di attribuire la responsabilità della mancata pubblicazione a luglio 2022 al governo precedente, Bernini riconosce che
"il ritardo determinante è stato, in verità, quello dello stesso intervento legislativo di riforma: anche con l'adozione del DPCM a luglio scorso, infatti, le tempistiche richieste per l'accreditamento non avrebbero comunque consentito, di fatto, l'attivazione dei percorsi formativi"In sostanza, per le tipologie di abilitazione e per i numeri richiesti dal PNRR si parla comunque dell'anno accademico 2023/2024. Da una parte, quindi, la Ministra parla di un fisiologico slittamento dei tempi mentre, dall'altra, assicura la pubblicazione del DPCM entro dicembre. Un mese che peraltro sta già finendo e deve ancora vedere l'approvazione in Parlamento della legge di bilancio. D'altronde, con una coperta corta c'è sempre qualcosa che rimane scoperto.