In queste ultime ore è stata approvata in via definitiva al Senato una Riforma che cambierà le sorti dei docenti nelle modalità di reclutamento. Oltre ad essere state modificati, col nuovo Decreto, i modi in cui si sarà immessi nella professione dell'insegnamento, un tassello importante è stato aggiunto in merito alla questione della formazione iniziale. Le parole di Bianchi sul punto hanno particolarmente destato le ire dei sindacati i quali, sul piede di guerra, proclamano per questo pomeriggio lostato d'agitazione. L'appuntamento è a Roma, in piazza Vidoni, alle ore 17:30: lì si raccoglieranno le sigle FLC CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola, SNALS Confsal e GILDA Unams pronte ad un contraddittorio con le forze politiche. La speranza vuole essere quella di rilanciare alcuni temi importanti nella lotta al precariato.
LE PAROLE DI BIANCHI
In merito alla Riforma, Patrizio Bianchi, soddisfatto, commenta circa la sua rilevanza nel panorama scolastico. Più volte ha poi ribadito come questo sia solo il tassello iniziale di una serie di grandi interventi che si vorranno apportare sulla questione, primo fra tutti la centralità della formazione iniziale. Intervistato al Corriere della Sera ha dunque parlato del piano previsto per l'accesso all'insegnamento: dalle sue parole si evince che coloro i quali vorranno diventare docenti, dovranno passare per una istruzione secondaria di tipo magistrale e accedere dunque ad un master universitario composto da 60 crediti. In quest'ultimo percorso, una parte sarà destinata ad illustrare le modalità di insegnamento; un'altra sarà relativa le questioni pedagogiche; un'altra ancora riguarderà l'acquisizione del digitale; infine, un'ultima parte sarà pratica, mediante un tirocinio guidato.
Il ministro ha poi parlato di concorsi banditi su cadenza annuale nonché di "premi consistenti" che andranno a riversarsi fino al 20% sullo stipendio dei docenti.
LA REAZIONE DEI SINDACATI
Le varie sigle sindacali, però, coesemente non ci stanno e lanciano lo stato d'agitazione, previsto questo pomeriggio. Gli esponenti sindacali intendono confrontarsi con i rappresentati delle forze politiche e con l'occasione riaccendere la questione del rinnovo del contratto, la lotta al precariato storico, il rispetto delle prerogative contrattuali. I sindacati, che già ne avevano richiesto corpose modifiche, intenderanno non solo riproporre il proprio dissenso in merito al decreto legge in discussione alle Camere, ma anche chiedere interventi che riportino la scuola al centro di ogni questione.
Per consentire questo è anzitutto necessario, a loro parere, stanziare una serie di investimenti economici così da riuscire a rafforzare il sistema scolastico capillarmente su tutto il territorio italiano, a partire dalle aree colpite da maggiori disagi sociali ed economici. Effettuare tale, importante, passaggio vuol dire infatti garantire il pieno riconoscimento dei diritti costituzionali e la partecipazione democratica di tutti.
L'impegno del Governo, più volte proclamato, di volersi impegnare a garantire il confronto tra le parti sociali, deve essere mantenuto, a parere dei sindacati, tanto più in questo momento: fra gli altri, infatti, ci sarebbero pure i temi legati al potere di acquisto degli stipendi, alla mobilità e alle progressioni economiche del personale scolastico. Anche su questi punti è necessario intervenire prontamente riaffermando il negoziato e respingendo modalità legislative non consone e non più ammissibili.