Il ministro Valditara ha parlato del burnout degli insegnanti. L'intervento è avvenuto contestualmente al convegno di Anp e Laboratorio Apprendimento al Goethe-Institut di Roma.
Durante il convegno si sono toccati vari argomenti relativi alla professione del docente in Italia e in Europa. Tra le necessità emerse, il sostegno psicologico a carico dello Stato e il bisogno di educazione al rispetto della figura dell'insegnante.
Burnout insegnanti. Bisogna rendere la scuola più accogliente e offrire sostegno psicologico
Il burnout da lavoro è un disturbo psicologico sempre più diffuso, che caratterizza il mondo contemporaneo. Gli insegnanti si trovano inoltre a fronteggiare numerose difficoltà, tra episodi di violenza in aumento da dopo la pandemia, alle tante criticità del sistema scolastico italiano. Il rischio di burnout tra gli insegnanti è dunque acuito dalle ripetute mancanze di rispetto degli studenti nei loro confronti. Per un docente, svolgere il proprio lavoro diventa quindi sempre più difficile.
Secondo Valditara bisogna allora offrire serenità e sicurezza, ma anche un sostegno psicologico che sia a carico dello Stato e non ricada sulle finanze del docente. Un'intenzione che fa il paio con quella relativa alla difesa legale da parte dell'Avvocatura di Stato per gli insegnanti aggrediti.
Per il ministro dell'Istruzione e del Merito, anche l'edilizia scolastica concorre a creare un ambiente più confortevole. Una scuola più accogliente, con suoni, colori e luci giuste disporrebbe infatti meglio i docenti, che potrebbe svolgere il suo lavoro in maniera più serena.
Una direzione già intrapresa in alcune realtà. L'Assessore provinciale di Milano aveva ad esempio dato disposizione che tutte le nuove scuole, o quelle ristrutturate, avessero un piccolo studio a disposizione dei docenti, con scrivania e computer personale, dove riposarsi, studiare o svolgere colloqui con i genitori.
Combattere il burnout con la cultura del rispetto per il docente
Il discorso sul burnout degli insegnanti è da inserire in una cornice più ampia. Secondo Valditara tutto parte dalla questione dell'autorevolezza e del rispetto del docente, una figura verso la quale manca la cultura del rispetto. Valditara ha addirittura parlato di "Deriva antidemocratica del principio di autorità", trovando le origini di tale fenomeno in un lascito negativo della cultura sessantottina.
La filosofia di Valditara è dopotutto chiara sin dall'inizio del suo operato. La famosa circolare sul divieto di utilizzo dei cellulari a scuola ad esempio è un gesto concreto per limitare un fattore di disturbo nel regolare svolgimento dell'attività didattica.
I ragazzi vanno allora educati al senso della comunità, alla solidarietà e liberati dal loro stesso ego smisurato che li porta a trasgredire le regole. Bisogna che riacquisiscano il rispetto verso coloro che ne sanno di più, ovvero verso gli insegnanti. Secondo Valditara infatti:
"Dobbiamo superare la concezione sessantottina per cui uno vale uno e tutti siamo uguali. No, il docente ne sa di più e quindi con partecipazione e dialogo, valorizzando le aspettative, la sensibilità, la ricchezza interiore di ogni ragazzo, bisogna partire da questa concezione"
Come migliorare la scuola in futuro
Valditara ha poi continuato ribadendo quelle che sono le sue intenzioni per la scuola del futuro. Per valorizzare i ragazzi e renderli meno ostili bisogna personalizzare la formazione, esaltando i loro talenti e facendo emergere i loro valori. Un percorso diverso dunque, che renda la scuola meno aristocratica e selettiva, andando oltre i classici programmi didattici.
Il ministro è tornato inoltre a parlare di Grande Allenaza tra famiglie, sindacati, docenti e studenti e del coinvolgimento dei privati nella scuola pubblica. Quest'ultimo punto non andrebbe però a ridurre l'impegno dello Stato, dato che Valditara ha già iniziato a destinare 300 milioni per la valorizzazione del personale scolastico.