Con la sentenza del 9 luglio 2022, il Tribunale di Roma ha condannato il Ministero dell'Istruzione per condotta antisindacale nei riguardi della trattativa sul CCNI mobilità.
I fatti risalgono al gennaio di quest'anno: in seguito alla trattativa per la mobilità 2022, CISL Scuola firma un accordo con il Ministero. Al contrario, FLC CGIL, UIL Scuola, SNALS e Gilda non raggiungono un accordo e anzi presentano ricorso.
Per questa ragione, la sentenza che impone la riapertura della trattativa sui contenuti dell'accordo rischia di stralciare il compromesso già raggiunto. Cerchiamo di capire cos'è successo e cosa potrebbe succedere a chi ha già fatto domanda.
Mancata firma del CCNI mobilità e ricorso: il Tribunale di Roma condanna il Ministero
Sono diverse le ragioni che - per i sindacati coinvolti - non hanno portato alla firma del CCNI mobilità proposto dal Ministero dell'Istruzione. Come riporta FLC CGIL:
- la trattativa si era svolta in tempi estremamente ristretti;
- l'Amministrazione ha rigettato tutte le proposte sindacati presentate;
- era stata privilegiata una posizione "prendere o lasciare";
- il contratto era peggiorativo e discriminatorio.
Inoltre, per i quattro sindacati non firmatari era illegittima la sottoscrizione del CCNI mobilità da parte di un'unica sigla, con la compromissione del principio del raggiungimento del maggior consenso possibile.
A quanto si legge nella sentenza del Tribunale di Roma, le ragioni di FLC CGIL, UIL Scuola, SNALS e Gilda sono state riconosciute completamente.
Viene quindi imposta la riapertura della trattativa sull'accordo firmato a gennaio, ma cosa accade ai docenti che hanno già fatto domanda di mobilità?
Abbiamo permesso 15 mila trasferimenti: la replica di CISL Scuola
Non si è fatta attendere la replica di CISL Scuola al comunicato congiunto di FLC CGIL e UIL Scuola. Il sindacato firmatario del CCNI mobilità osserva che il nuovo contratto ha portato a 15 mila trasferimenti di docenti.
Senza quel contratto, in pratica, non avrebbero neanche potuto presentare la domanda. Sostiene Ivana Barbacci, segretaria generale di CISL Scuola:
"Grazie all'intesa firmata dalla CISL Scuola, quei docenti sono riusciti a ricongiungersi, o almeno avvicinarsi, alle proprie famiglie. Quindicimila movimenti che senza contratto non ci sarebbero stati, mentre non c'è una sola persona cui sia stato impedito di trasferirsi a causa di quel contratto, che quindi ha prodotto solo benefici e nessun danno."
Barbacci conclude affermando che CISL Scuola ha lavorato in fase di contrattazione per evitare che l'Amministrazione agisse in modo unilaterale e applicasse in modo rigido i vincoli previsti dalla normativa vigente.
E in merito al ricorso vinto dai sindacati che non hanno firmato il CCNI mobilità, scrive:
"Non capita molto spesso che chi vince un ricorso abbia come prima preoccupazione quella che la sua "vittoria" non produca effetti."
CCNI mobilità e riapertura della trattativa: cosa succede adesso?
Sono tutti molto cauti di fronte alla possibilità di riapertura delle trattative sul CCNI mobilità. Da una parte, i sindacati non firmatari vogliono maggiori rassicurazioni; dall'altra, CISL Scuola vuole evitare che si mettano a rischio i trasferimenti già richiesti.
Da questo punto di vista, FLC CGIL scrive:
"Non sono pregiudicati i diritti delle persone che hanno fatto domanda, ma si pone il problema di come allargare in prospettiva le maglie strette di quel contratto."Che i sindacati riescano nel loro intento, dipenderà non solo dal Ministero dell'Istruzione ma anche dalla coesione delle diverse sigle fra loro. In ogni caso, la strada per il CCNI mobilità è nuovamente in salita.