Per restare al passo coi tempi e offrire un servizio sempre più di qualità, la scuola italiana ha negli ultimi anni molto investito sui servizi e sull'innovazione digitale. La transizione digitale è dunque incentivata dal Piano Nazionale per la Scuola Digitale (PNSD), che prevede interventi mirati e figure specializzate al fine di realizzare la strategia scelta dal governo in merito.
Chi è l'animatore digitale
L'animatore digitale è una figura prevista dal PNSD, responsabile della coordinazione dell'attività di diffusione dell'innovazione digitale, in accordo con quanto previsto dal PNSD stesso e dal Piano Triennale Offerta Formativa (PTOF).
È una figura interna alla scuola, nello specifico un docente. Non è dunque un tecnico chiamato da fuori per aiutare la scuola nel processo di innovazione digitale, ma un insegnante già facente parte dell'organico scolastico.
Come si diventa un animatore digitale
Il dirigente scolastico, insieme ad una commissione da lui presieduta, è responsabile dell'identificazione di una risorsa interna idonea a svolgere il ruolo di animatore digitale. In base a quanto previsto dal regolamento, approvato dal Consiglio di Istituto, il dirigente scolastico può dunque bandire un avviso di selezione personale interno per attribuire l'incarico di animatore digitale.
I requisiti per l'assegnazione dell'incarico e le mansioni previste sono stabilite dalla stessa scuola, in virtù della loro autonomia organizzativa. Gli aspiranti animatori digitali manderanno il loro curriculum, i quali saranno valutati dalla sopracitata commissione. Da questi viene stilata una graduatoria di merito.
I requisiti
Al netto dell'autonomia decisionale dei singoli istituti, è possibile identificare delle caratteristiche attese dal docente che decide di candidarsi al ruolo di animatore digitale:
- Fare parte del personale docente interno, possibilmente di ruolo per coprire la durata triennale del PTOF;
- Conoscere in maniera approfondita il PTOF;
- Essere in possesso di comprovate conoscenze in campo digitale e informatico;
- Altri requisiti aderenti con le specifiche disposizioni del dirigente scolastico (ad esempio il dirigente può richiedere un'esperienza pregressa nel ruolo o il possesso di certificazioni inerenti)
Cosa fa l'animatore digitale
Più nel dettaglio, un animatore digitale si occupa di:
- Attività di formazione interna, al fine di migliorare la competenza digitale del personale scolastico. Può organizzare ad esempio laboratori ed eventi per innovare la scuola;
- Aumentare il coinvolgimento degli studenti riguardo la partecipazione alle attività correlate al PNSD. Creare una cultura digitale condivisa;
- Ricerca di soluzioni innovative per migliorare l'ambiente scolastico. Eventuali problematiche devono essere affrontate e risolte lavorando in squadra con altri tecnici e figure professionali.
L'animatore è dunque una figura versatile, le cui attività seguono il filo comune del miglioramento digitale. Questo può tradursi tanto in attività condivise con studenti o altro personale scolastico, quanto in interventi mirati ad esempio sul sito o sui laboratori della scuola oppure, come molto frequente in questo periodo, sulla didattica digitale integrata (DDI).
Quanto guadagna un animatore digitale
Il compenso previsto per lo svolgimento del ruolo di animatore digitale non è fisso, ma si attesta intorno ai 1000 € annui. Questa è infatti la cifra messa a disposizione dal Ministero dell'Istruzione per le scuole, al fine di consentir loro di organizzare attività collegate al PNSD.
La decisione sull'utilizzo dei fondi riguarda a quel punto il singolo istituto scolastico. Il dirigente può ad esempio decidere di destinarla interamente all'animatore digitale o dividerla tra i componenti di un team per l'innovazione digitale.
Chiaramente in genere la retribuzione del fondo viene decisa tenendo conto delle ore di lavoro richieste all'animatore digitale e ad altri fattori come la tipologia e la quantità di attività proposte.
Cosa è il PNSD
Per concludere, è opportuno approfondire la natura del PNSD, il documento stilato dal Ministero dell'Istruzione per favorire l'innovazione digitale nelle scuole, favorendo anche l'integrazione di spazi di apprendimento virtuali e lo sviluppo del life-long learning, l'apprendimento permanente.
È stato istituito dalla Legge 107/2015 e ricalca gli obiettivi del sistema educativo ma aggiornandoli con tutte quelle competenze digitali e trasversali che sono necessarie agli studenti contemporanei per confrontarsi con un mondo in rapido e continuo cambiamento.
Nel 2021 ha previsto circa 100 milioni di investimento, di cui 35 dedicati alla formazione e al miglioramento delle competenze digitali di docenti e personale scolastico.
Gli obiettivi del PNSD 2021/22
Innovare le metodologie didattiche, formare personale e studenti e rendere le scuole ambienti più all'avanguardia grazie a un miglioramento tecnologico e l'utilizzo sempre più intenso di risorse quali i testi digitali: queste le linee guida del PNSD.
Per quanto riguarda l'anno scolastico in corso, in particolare il focus verterà sui seguenti punti:
- Migliorare i laboratori per l'insegnamento delle materie STEM, grazie ad un investimento di 51,7 milioni di euro;
- In maniera complementare al punto precedente, potenziare la didattica digitale delle materie STEM, con un investimento di 4,1 milioni di euro;
- Istituire il premio "Scuola digitale 2021-22", al fine di stimolare e valorizzare la creatività e le competenze degli alunni in merito all'innovazione prodotta tramite didattica digitale integrata;
- Potenziare l'erogazione di servizi di formazione per il personale scolastico, con particolare attenzione ai temi della cybersicurezza, dell'inclusione digitale e della educazione digitale.