La Corte di Cassazione ha nuovamente condannato il ministero dell'Istruzione per aver reiterato i contratti a tempo determinato dei docenti di religione per un periodo superiore alle tre annualità, limite massimo stabilito dall'Unione europea prima della stabilizzazione automatica.
L'assunzione e il licenziamento di insegnanti per un periodo così prolungato è stato giudicato sanzionabile dalla Corte, che ha stabilito che i docenti precari vanno risarciti, anche con decine di migliaia di euro a testa. Il caso dei docenti di religione cattolica è particolarmente significativo, poiché è una delle professioni più colpite dalla mancanza di concorsi e dall'estrema lentezza con cui vengono immessi in ruolo.
Nonostante la promessa di un concorso riservato indicato anche dal decreto Milleproroghe, anche nel 2023, l'andazzo è stato lo stesso: innumerevoli insegnanti di religione sono andati in pensione da supplenti senza mai aver avuto l'occasione di ottenere un contratto a tempo indeterminato.
Alcuni di loro hanno deciso di ricorrere alle vie legali, e il sindacato Snadir ha comunicato che le richieste avanzate dai ricorrenti stanno procedendo favorevolmente fino alla Cassazione, l'ultimo livello di giudizio.
La decisione della Cassazione
Mercoledì 22 marzo la Corte di Cassazione ha emesso una sentenza che ha rigettato il ricorso dell'avvocatura di Stato, confermando la decisione presa dalle Corti d'Appello di Ancona e di Catanzaro nel 2018 e nel 2019, rispettivamente. In entrambi i casi, era stato dato ragione allo Snadir e ai suoi insegnanti di Religione cattolica, i quali avevano avanzato le richieste di stabilizzazione dei contratti e di risarcimento per l'eccesso di durata degli stessi.
La decisione della Corte di Cassazione conferma la responsabilità dello Stato nell'aver perpetuato la precarietà dei docenti di religione cattolica e la necessità di risarcirli per i danni subiti. La sentenza rappresenta un importante precedente giuridico per i numerosi insegnanti precari che lavorano nel settore dell'istruzione e che cercano di ottenere una maggiore stabilità occupazionale.
Le dichiarazioni del sindacato Snadir
Lo Snadir ha comunicato che, con la sentenza del 22 marzo, sono diventate sedici le decisioni della Corte di Cassazione favorevoli ai docenti di religione cattolica, a fronte di altrettanti ricorsi ministeriali rigettati. Secondo il sindacato, i giudici dell'Alta Corte seguono ormai una linea giurisprudenziale a favore degli insegnanti di religione, che comporta un importante risarcimento del danno e il pagamento delle spese processuali.
Secondo Orazio Ruscica, segretario nazionale dello Snadir e presidente della Federazione Gilda-Unams, le sentenze che si susseguono "quasi a cadenza settimanale" dimostrano la necessità di indire la procedura straordinaria per sbloccare lo stallo contro cui si esprimono in maniera sistematica i giudici della Cassazione. Non si deve più perdere tempo, sottolinea Ruscica, ma procedere alle assunzioni a tempo indeterminato attraverso l'indizione del concorso o della procedura straordinaria, per sanare definitivamente l'abuso della reiterazione dei contratti a tempo determinato.