"Nisciti a pila" - che nel dialetto siciliano significa "tirate fuori i soldi" - era lo slogan polemico che centinaia di studenti sbandieravano lo scorso 17 novembre a Palermo in contestazione alle condizioni edili scolastiche tutt'altro che sicure e soddisfacenti. Il corteo (a questo link un nostro approfondimento: https://www.universoscuola.it/palermo-sciopero-studenti-scuole-cadono-a-pezzi.htm ) ha avuto una forte risonanza tanto che ne è subito previsto un altro per domani, venerdì 19 novembre, da parte degli studenti di Milano.
Il focus della questione
È previsto per le ore 9:30 di domani lo sciopero indetto dall'Unione Degli Studenti Milano, che avrà invece come slogan: "siamo il futuro che si ribella". Questi si raduneranno in Piazza Cairano con l'obiettivo di polemizzare verso la scarsità di investimenti nel comparto scuola - soprattutto per quanto concerne la sezione trasportistica e il diritto allo studio - rivendicare la didattica alternativa e richiedere maggiori interventi in vista del benessere psicologico. Come già i colleghi siciliani, anche a Milano, tra gli altri, si protesterà contro le strutture scolastiche, giudicate "pericolanti", ma anche contro i trasporti "sovraffollati" e "insufficienti", nonché verso una didattica noiosa perché di pura "nozionistica".
Un "diritto allo studio negato", lo hanno definito alcune studentesse, che hanno invitato gli altri colleghi di tutto il Paese a seguirli nell'esempio, mobilizzandosi su scala nazionale. L'Unione Degli Studenti Milano sostiene infatti che i problemi che avvolgono il sistema scolastico italiano sono tanti e gravosi, ed è necessario un profondo rinnovamento per consentire il loro definitivo arginamento:
"Sono necessari investimenti per la scuola pubblica in materia di trasporto pubblico, edilizia e diritto allo studio, ma non solo. E' necessaria una riforma totale dell'istruzione, che sappia rinnovare la didattica e immaginare un nuovo modello di scuola inclusiva che sappia trasformare la società"
Mutua l'ubicazione geografica, quindi, ma i problemi rivendicati paiono essere - da Nord a Sud - sostanzialmente i medesimi. Di fatto ciò smentirebbe quanto affermato Nicoletta Sanfratello, rappresentante del Liceo Classico Umberto I di Palermo, che nella giornata del 17 novembre aveva espresso la disparità - tra le scuole settentrionali e quelle meridionali - nello stanziamento di fondi per l'istruzione pubblica. La studentessa aveva infatti così dichiarato:
"I tagli all'istruzione pubblica, la diseguale ripartizione dei fondi tra Nord e Sud Italia fanno in modo che le scuole siciliane siano insicure e pericolanti. E noi studenti dobbiamo rischiare la vita ogni giorno […]"Ma non troppo distante dalla precedente risulta la dichiarazione espressa Simone Botti, coordinatore dell'Unione degli Studenti Milano:
"Per l'ennesima volta siamo rientrati a scuola e tutte le carenze strutturali del nostro sistema educativo si sono mostrate: scuole pericolanti, trasporti affollati e insufficienti […]"Stando così le cose, quelle di "Nisciti a pila" e del "Siamo il futuro che si ribella" potrebbero essere le prime di serie di appuntamenti studenteschi dettati da cortei, proteste e mobilitazioni di vario genere.