La pandemia ha portato, nelle scuole, l'introduzione della DAD (didattica a distanza) che, tra approvazione e malcontento, continua a essere utilizzata come strumento indispensabile per far sì che la formazione degli studenti non venga interrotta.
Quest'anno, tra l'altro, la partecipazione alla DAD da parte degli studenti con disabilità appare piuttosto migliorata: secondo i dati riportati dall'ultimo rapporto Istat, dal titolo "L'inclusione scolastica degli alunni con disabilità" relativo all'anno scolastico 2020/21, gli esclusi scendono al 2,3%, a fronte del 23% dell'anno precedente. Nel momento in cui tutta la classe ha aderito, il 38% ha partecipato insieme agli altri compagni.
Studenti disabili esclusi dalla DAD: i motivi
Ma quali sono i principali motivi che hanno limitato la partecipazione degli studenti con disabilità alla didattica a distanza? Ecco alcune spiegazioni:
- Gravità della patologia (26%);
- Disagio socio-economico (14%);
- Difficoltà organizzativa della famiglia (14%);
- Mancanza di strumenti tecnologici adeguati (11%);
- Difficoltà di adattamento del PEI alla DAD (6%);
- Mancanza di supporti didattici specifici (2%).
Stando alle cifre, appare chiaro come la DAD, nonostante sia di fondamentale importanza in un contesto come quello vissuto attualmente, non sia però la soluzione migliore per gli alunni più fragili che, in alcuni casi, non hanno alle spalle delle famiglie in grado di far fronte a cambiamenti di questa portata.
DAD e disabilità: modalità di partecipazione
Un altro dato interessante riguarda la modalità di partecipazione degli alunni disabili alla DAD, che non è stata uguale per tutti:
- Il 41% ha partecipato alla DAD insieme agli altri compagni di classe, quindi tenendo lezioni a distanza in collegamento con i docenti;
- Il 38%, invece, ha seguito percorsi personalizzati organizzati dalla scuola stessa con il coinvolgimento dei coetanei, per evitare l'isolamento dal gruppo dei pari. Questi studenti, mentre il resto della classe seguiva le lezioni a distanza, hanno continuato a svolgere le attività in presenza con l'insegnante di sostegno e un piccolo gruppo di compagni sia in presenza (25%), sia in remoto (13%).
Da non sottovalutare, poi, un altro aspetto:
- Il 2% è stato completamente escluso dalla DAD;
- Il 19% ha fatto lezione solo ed esclusivamente con l'insegnante di sostegno, in assenza dei compagni e di altri docenti.
C'è da dire che la scuola, in brevissimo tempo, ha dovuto compiere notevoli sforzi per far fronte soprattutto alla mancanza dei dispositivi informatici necessari per l'attivazione della DAD. Basti pensare che, nell'anno 2020-21, ne hanno fatto richiesta:
- circa il 17% degli alunni con disabilità;
- Il 20% degli alunni della scuola secondaria di secondo grado;
- Il 13% degli alunni della scuola primaria (dove la DAD è stata meno frequente).
La scuola è riuscita a soddisfare il 98% delle richieste.
I docenti di sostegno aumentano, ma senza specializzazione
Sempre in merito alla disabilità a scuola, l'Istat ha rivelato un altro dato interessante tramite un'indagine che punta a quantificare risorse, attività e strumenti di cui godono le singole istituzioni scolastiche per favore e fronteggiare al meglio l'inserimento scolastico degli alunni disabili.
Secondo i dati, gli insegnanti per il sostegno che, nell'anno scolastico 2020-21, hanno lavorato nelle scuole italiane ammontano a oltre 191mila: poco più di 184mila nelle scuole statali e circa 7mila nelle scuole private. Di questi docenti,circa 65mila (cioè il 34%) sono stati selezionati da liste curriculari che non prevedono alcun tipo di specializzazione; nonostante ciò, sono stati impegnati nel sostegno di alunni disabili per far fronte alla carenza del momento.
Le cause di una simile procedura si possono riscontrare nella carenza di offerta di insegnanti qualificati e nel ritardo dell'assegnazione dell'insegnante di sostegno. Dopo 1 mese dall'inizio delle attività didattiche, infatti, ben il 20% degli insegnanti di sostegno non era ancora stato assegnato.
Una situazione del genere, chiaramente, non può sussistere in caso di DAD, dato che diventa indispensabile la presenza di docenti competenti che siano in grado non solo di realizzare piani didattici personalizzati, ma anche di adottare tecniche di inclusione e inserimento imprescindibili per i soggetti affetti da disabilità.
Eppure, solo il 24% dei docenti curricolari ha partecipato alla formazione specifica su queste tematiche, e solo il 28% tra gli insegnanti di sostegno.
Gli assistenti all'autonomia e alla comunicazione
Altra figura sempre più importante all'interno delle scuole è quella dell'assistente all'autonomia e alla comunicazione, che affianca l'insegnante di sostegno nel supporto agli studenti disabili. Si tratta di persone specializzate, finanziate da enti locali, la cui presenza mira a facilitare la comunicazione con gli studenti disabili e a migliorarne le abilità. Con la DAD, il coinvolgimento di questa figura è diventata indispensabile non solo per gli studenti, ma anche per le loro famiglie.
La disponibilità degli assistenti all'autonomia e alla comunicazione varia sul territorio, con un rapporto alunno/insegnante pari a 4,6, in base alla regione di riferimento:
- Al sud il rapporto cresce a 5,4;
- Al centro il rapporto è di 4,1;
- Al nord il rapporto è di 4,3.
Sicuramente, la tecnologia svolge una funzione "semplificatrice" nel processo di inclusione scolastica degli alunni disabili, dato che li supporta aumentandone i livelli di comprensione:
- In tutta Italia, il 75% delle scuole gode di postazioni informatiche adatte agli alunni disabili;
- Al centro si registra una dotazione del 78%;
- La Toscana e l'Emilia Romagna sono le più fornite, con oltre l'80%;
- La Sardegna, invece, ha la percentuale più bassa con solo il 64%.
Di conseguenza, i bisogni e le necessità non sono soddisfatti allo stesso modo:
- Il 67% delle scuole risulta insufficiente;
- Al nord l'insufficienza scende al 58%;
- Al centro equivale al 69%;
- Al sud ammonta al 77%.
È evidente, quindi, che per favorire la DAD al meglio sarebbe necessario dotare ogni singolo plesso scolastico di apposite apparecchiature informatiche che possano soddisfare le esigenze degli alunni con disabilità, permettendo loro di poter seguire le lezioni all'interno della classe. Posizionare le postazioni al di fuori, infatti, comporterebbe un incremento dell'isolamento e un ostacolo alla loro inclusione.