Il governo mette a punto il suo "Dimensionamento scolastico", una misura per fronteggiare il fenomeno della denatalità. Il provvedimento, già approvato nell'articolo 99 del decreto legge della manovra di fine 2023 e che porterà alla riduzione di plessi scolastici, presidi e Dsga. Il piano del governo si pone in continuità con provvedimenti simili presi in passato, partendo dall'ultimo governo Berlusconi fino ad arrivare al recente governo Draghi. Obiettivo è quello di riequilibrare il lavoro di presidi e Dsga in base all'andamento demografico della scuola italiana.
Problema denatalità: maxi-collegi docenti e revisione dei criteri di autonomia scolastica
I maxi-collegi docenti e la revisione dell'autonomia scolastica saranno le inevitabili conseguenze del fenomeno della denatalità. Sempre meno nascite portano infatti a una consistente riduzione degli studenti e quindi delle classi. Cosa succederà quindi?
Spariranno le scuole autonome più piccole, in un processo di aggregazione scolastica che porterà un singolo preside a trovarsi a capo di un numero molto più consistente di classi, studenti e personale docente/Ata.
Francesco Sinopoli di Flc Cgil comunica qualche cifra relativa al provvedimento, definendo la manovra complessivamente deludente per il settore scuola. L'accorpamento sarebbe infatti nient'altro che un taglio, che assesterà un duro colpo alle regioni più deboli.
Più di 700 gli istituti che scompariranno conseguentemente all'innalzamento dei parametri minimi per la costituzione delle autonomie scolastiche: si passerà infatti dagli attuali 600 alunni a 900-1.000. Ciò si traduce in una riduzione di oltre 1.400 posti in organico tra dirigenti scolastici e Dsga.
La riduzione andrà inoltre ad aumentare progressivamente nei prossimi anni: nel 2031/32 si prevede che delle attuali 8.136 autonomie scolastiche ne rimarranno solo 6.885.
I sindacati si mobilitano. Gilda contro i maxi-collegi: la scuola non è una fabbrica
L'opinione dei sindacati sul dimensionamento scolastico è dunque generalmente negativa. Secondo Rino Di Meglio della Gilda, il rischio è quello di compromettere i rapporti tra dirigenti e insegnanti come conseguenza di numeri che renderebbero problematico il buon funzionamento del collegio docenti.
Proprio il collegio dovrebbe infatti essere un momento di riflessione e confronto sulla didattica. Come può questo avvenire a fronte di numeri da fabbrica, che metterebbero insieme 250 docenti?
Il problema della denatalità comunque esiste e non può essere ignorato. Ivana Barbacci di Cisl scuola riconosce la criticità del momento e il bisogno di stabilizzare le istituzioni scolastiche e la loro tenuta sul territorio, ma questo deve passare dalle giuste garanzie nei confronti dei dirigenti scolastici e dei Dsga.
Barbacci sottolinea la necessità di superare:
"le criticità delle reggenze perché in alcune regioni, soprattutto quelle del nord Italia, c'è più del 50% delle scuole che sono in reggenza e questo crea un grave danno anche proprio per l'efficacia del servizio che si può fornire nelle scuole che sono prive, loro malgrado, di dirigente titolare" I provvedimenti devono cercare però di evitare qualsiasi taglio del personale, così da non accentuare le fragilità della scuola e compromettere il lavoro dei professionisti della scuola.
Secondo Marcello Pacifico di Anief fa bene il ministro Valditara quando afferma di volere confermare gli organici del personale docente nonostante la pesante denatalità. Allo stesso tempo le scuole autonome avrebbero bisogno di organico aggiuntivo così da poter affrontare le sfide del PNRR e non perdere le risorse.
Sempre Pacifico ha inoltre puntualizzato che il suo sindacato si sta muovendo per presentare degli emendamenti ai provvedimenti di conversione delle leggi di fine anno. Non rimane che attendere gli sviluppi in base alle prossime interazioni tra governo e sindacati.