L'approvazione del Decreto riaperture ha fissato la roadmap per l'uscita dalla pandemia in tutti i settori della vita pubblica e sociale. Fra i provvedimenti che il Governo ha preso nei confronti della scuola, è rimasto l'obbligo vaccinale per gli insegnanti - con conseguente obbligo di green pass rafforzato - fino al 15 giugno 2022.
Una delle conseguenze del DL è la possibilità per i docenti no vax di rientrare a scuola: non potranno partecipare alle attività didattiche e i presidi dovranno destinarli ad altre mansioni.
Vediamo cosa dice il testo approvato definitivamente e quali sono le reazioni della politica, dei sindacati e dei Dirigenti Scolastici.
Docenti no vax di nuovo a scuola, ma senza insegnare: cosa dice il decreto
Secondo quanto si legge nel DL n. 24/2022, fino al 15 giugno 2022 rimarranno le disposizioni attualmente in vigore per quanto riguarda:
- l'obbligo vaccinale per il personale scolastico in tutti i gradi di istruzione e in tutti i livelli;
- l'obbligatorietà della certificazione che attesti l'avvenuta vaccinazione o l'eventuale esenzione;
- il meccanismo dei controlli, che vanno effettuati dal Dirigente Scolastico o dai suoi delegati.
Tuttavia, come abbiamo accennato in introduzione, la novità riguarda il caso dei docenti no vax. Dal primo aprile potranno tornare a scuola anche presentando il semplice green pass base, ma non potranno svolgere attività didattiche a contatto con gli alunni.
Ciò vuol dire che i presidi dovranno destinare questi dipendenti scolastici ad altre mansioni, una scelta che - come vedremo - ha generato diverse polemiche.
La relazione tecnica di accompagnamento al provvedimento ha anche stimato quanti sono gli insegnanti no vax che torneranno a scuola dal 1° aprile. Parliamo di 3812 docenti, di cui 2677 di ruolo e 1135 non di ruolo.
Il decreto ha anche stanziato - sulla base di una platea così quantificata - 29 milioni di euro per la loro sostituzione fino al 30 giugno nelle attività didattiche.
Una decisione confusionaria e contraddittoria: le parole della politica sui docenti no vax
Le principali critiche alle disposizioni del Decreto riaperture vengono dalla politica e dai sindacati, come vedremo in questo e nel successivo paragrafo. Vittoria Casa, presidente M5S della Commissione Cultura, Scienze e Istruzione della Camera, scrive che
"Ad oggi non sappiamo se queste attività saranno di supporto alle segreterie, alle biblioteche o ad altro - come se i luoghi scolastici non fossero comunque frequentati dagli alunni o da personale magari fragile - così come non sappiamo se l'impegno sarà di 18, 24 o di 36 ore."Diverso è il punto di vista di Gabriele Toccafondi, capogruppo di Italia Viva alla medesima commissione della Camera dei Deputati. In questo caso, la polemica si basa sul fatto che:
"La decisione di consentire al personale scolastico non vaccinato di poter essere utilizzato nelle attività delle scuole, ci appare sbagliata e diseducativa perché contraddittoria rispetto alle misure applicate fin qui."Dove i due esponenti della maggioranza concordano è il capitolo relativo alle spese da affrontare. Con il ritorno dei docenti no vax e, quindi, della loro retribuzione, il Governo ha dovuto stanziare dei fondi ad hoc per l'assunzione dei supplenti. I fondi necessari verranno attinti dal capitolo per la valorizzazione dei docenti, togliendo risorse al personale già vaccinato.
Impiegare i docenti no vax in altre mansioni: perché non si può fare secondo ANP
A lamentare le contraddizioni introdotte dal Decreto sono anche i sindacati del settore scolastico. In particolare, per la FLC CGIL il provvedimento comporta delle discriminazioni fra il personale docente e fra i docenti e i dipendenti ATA.
Anche la Federazione dei Lavoratori della Cultura critica anche l'uso dei fondi destinati ai contratti integrativi per coprire questa scelta politica.
Un punto di vista diverso da quelli che abbiamo visto finora è quello dell'ANP Lazio, che nelle parole della sua presidente Cristina Costarelli segnala:
"Anche l'ipotesi di impiegarlo in segreteria potrebbe non essere corretta perché quello è un profilo di tipo amministrativo. Forse potrebbe essere utilizzato in predisposizione di progetti, adempimenti didattici. Ma è un po' complicato. Noi nella nostra scuola non abbiamo ambienti vuoti e anche questo sarà un punto da capire"La Dirigente Scolastica conclude riconoscendo che molte scuole italiane si trovano nella medesima situazione e che, inoltre, non è bene creare disparità fra i docenti.
Personale ATA no vax di ritorno a scuola: cosa dice il Decreto riaperture
Proprio il punto sollevato dall'ANP Lazio segnala un'ulteriore mancanza nella questione dei docenti no vax riammessi nei locali scolastici: il Decreto riaperture non specifica nulla sul personale ATA.
Stando al testo, anche il personale ATA che non si è vaccinato potrà rientrare in servizio, ma nulla viene chiarito in merito alle mansioni che dovrà svolgere.
Per dirla con le parole di FLC CGIL:
"una evidente discriminazione riguarda le sostituzioni, consentite nel caso del personale docente non vaccinato e non consentite invece per il personale ATA, che non si capisce come potrà continuare, anche da non vaccinato, a svolgere attività di assistenza alla didattica nei laboratori, nelle palestre, nella scuola dell'infanzia, nelle mense e agli alunni con disabilità."Inoltre, la medesima precisione nei numeri degli insegnanti, che abbiamo riscontrato nella relazione tecnica di accompagnamento al provvedimento, non si rileva per il personale ATA no vax.
Prospettive e chiarimenti del Ministero: novità dal percorso di conversione del Decreto
Oltre alle critiche, esponenti politici e sindacati hanno chiesto al Ministero dell'Istruzione chiarimenti in merito alle discriminazioni e ai punti oscuri delle nuove misure.
Il Decreto riaperture è già in vigore, ma nelle prossime settimane dovrà seguire il normale iter parlamentare per la conversione in legge. In quell'occasione, potrà subire delle modifiche che, speriamo, possano dare una chiarezza che finora è mancata.