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Il caso della supplente di 35 anni tornata a vivere con i genitori e della docente bullizzata e filmata dai suoi studenti raccontano una realtà di scuola diversa dai proclami della politica. it-IT Editoriale 2023-01-13T14:46:02+01:00
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Docenti sospesi fra la violenza delle istituzioni e quella degli studenti: come uscire da una precarietà ormai sistemica

Il caso della supplente di 35 anni tornata a vivere con i genitori e della docente bullizzata e filmata dai suoi studenti raccontano una realtà di scuola diversa dai proclami della politica.

Redazione Universo Scuola
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Fra le proposte della politica sulla scuola, una fra quelle più ripetute riguarda la necessità di rendere desiderabile l'insegnamento. La situazione attuale però di desiderabile ha poco, soprattutto se si considerano:

A tale proposito, il giornale Fanpage.it riporta la lettera di una supplente di 35 anni che ha sempre sognato l'insegnamento ma che, dopo supplenze e precarietà, è dovuta tornare a vivere con i propri genitori.

Supplente di 35 anni costretta a tornare dai genitori dopo 4 anni di insegnamento

La lettera della supplente di 35 anni racconta la passione per l'insegnamento e gli anni di studio, i tanti lavori fatti durante e dopo l'università, le prime chiamate da supplente a Roma.
"Per quattro anni sono andata avanti, svolgendo un secondo lavoro part-time che mi garantiva un tetto sopra la testa e una vita dignitosa. Ho dormito poco, mangiato male e faticato molto, ma stare in classe mi ha ripagata di tutti gli sforzi fatti fino a quel momento e di cui ho fatto tesoro."Non si può non scorgere, in queste parole, la criticata replica di Valditara a un'altra lettera, quella della donna finlandese in fuga dalla Sicilia. In quell'occasione, il Ministro dell'Istruzione e del Merito rivendicava come gli insegnanti italiani facciano moltissimo pur in assenza di valorizzazione. Una valorizzazione che il Ministero, per primo, dovrebbe rendere costitutiva.

La supplente continua raccontando della mancata chiamata a settembre 2022 e della perdita del secondo lavoro. Unica alternativa: tornare a vivere con i genitori, inviare decine di curriculum al giorno, sperare di trovare un lavoro nonostante l'età e la formazione umanistica.

La conclusione della lettera è amara, ma illustra fin troppo la condizione in cui si trovano tantissimi precari che lavorano nella scuola:
"È difficile svegliarsi la mattina e guardare la vita con ottimismo e ormai sento di aver sbagliato tutto e di non avere più tempo per cambiare rotta. Spero di riuscire a trovare un lavoro che almeno mi restituisca la dignità che ho perduto."

Manca la cultura del rispetto: intervengono Concita De Gregorio e il Ministro Valditara

La vicenda dell'insegnante colpita da alcuni proiettili di gomma e ripresa da uno studente racconta in apparenza un'altra storia.

In realtà, rendere più desiderabile la professione dell'insegnante passa anche attraverso il rapporto fra docente e studenti, nonché da una più estesa cultura del rispetto.

Se per le vicende giudiziarie - la docente ha deciso di denunciare tutti e 24 gli studenti della classe - sarà necessario attendere, ci sono già stati diversi interventi sulla questione.
Il primo è quello di Concita De Gregorio, che si concentra sull'influenza delle famiglie:
"Non esistono ragazzini criminali: esistono ambienti di adulti criminali in cui i bambini crescono e ai quali si adeguano, esortati a farlo, o non disapprovati né puniti. Non esistono teppisti per corredo genetico, dato in natura a un'intera generazione: esistono adulti di riferimento che tollerano e molto spesso difendono comportamenti inaccettabili."Sulla vicenda interviene anche il Ministro Valditara che - pur elogiando iniziative come il rinnovo del CCNL scuola - reputa necessario agire adesso sul ruolo dell'insegnante.

Nel commentare la denuncia della docente bullizzata e filmata, il Ministro dell'Istruzione e del Merito ribadisce che:
"se io posso filmare l'insegnante appena volta le spalle e deriderla sui social, vengo a minare uno dei presupposti non del rapporto docente-studente, ma della stessa società. Vuol dire che stiamo cancellando una cultura del rispetto che invece deve partire proprio dalle scuole."

Rendere desiderabile l'insegnamento: da dove iniziare

Come si è potuto vedere dalle due storie appena riportate, la valorizzazione dei docenti non dipende soltanto dal trattamento economico né si riduce alle mere prese di posizione della politica.
Si tratta al contrario di un problema sistemico, al quale concorrono a vari livelli:

  • la maggiore precarietà della classe docente;
  • le difficoltà di accesso all'insegnamento;
  • le differenze retributive con i pari grado nell'Unione Europea;
  • il rispetto fra docenti e studenti.

Questi sono soltanto alcuni dei punti fondamentali su cui l'opera di valorizzazione deve necessariamente agire. Non ha senso ribadire che si deve rendere più desiderabile l'insegnamento se poi, alla prova dei fatti, l'intero sistema mostra crepe in più punti. E questo, di desiderabile, non ha nulla.

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