La maturità si è conclusa da poco ed è tempo di bilanci. Eppure un'indagine condotta dal portale Skuola.net in collaborazione con Gi Group restituisce uno scenario che testimonia la sfiducia dei ragazzi italiani nei confronti del futuro.
Gli studenti italiani sono infatti schiacciati da ansia e indecisione, tra prosecuzione degli studi e ricerca di un lavoro. Una situazione, secondo loro, figlia anche della scarsa qualità dell'orientamento offerto dalle scuole italiane.
Paura di diventare NEET e insoddisfazione per l'orientamento scolastico
Lo studio ha coinvolto circa 2.500 studenti e studentesse delle superiori, tra cui 800 appena diplomati. La paura comune di questi ultimi è quella di non trovare lavoro in tempi brevi, anche dopo un eventuale studio universitario.
Un fenomeno dopotutto sempre più diffuso è quello dei NEET, ovvero quei giovani tra i 15 e i 34 anni che non studiano o lavorano. Segno di una società in rapido cambiamento, anche alla luce della pandemia, e di una crisi generazionale sempre più radicata, ma anche di un parziale fallimento della scuola.
Gli studenti si lamentano infatti dell'orientamento scolastico, attribuendo ad esso la loro indecisione sul futuro. Addirittura 3 studenti su 10 dichiarano di non avere mai svolto attività di orientamento.
Più in generale il 29% degli studenti afferma che l'orientamento è stato svolto solo durante l'ultimo anno di scuola, mentre il 27% è stato informato a partire dal penultimo. Solo 1 studente su 10 afferma invece di avere sostenuto un percorso di orientamento per tutto il triennio.
Dalle dichiarazioni degli studenti emerge però un problema non solo quantitativo ma anche qualitativo: secondo il 59% infatti l'orientamento è stato in generale poco utile, per via di attività insoddisfacenti, svolte da personale inadeguato.
Solo 1 studente su 5 ha infatti incontrato orientatori e formatori professionisti, mentre se si considerano gli studenti che hanno incontrato esperti di selezione del personale o rappresentanti del mondo del lavoro, il rapporto scende a 1 su 10.
La maggior parte degli studenti ha invece avuto a che fare solo con i propri docenti o con rappresentanti di atenei ed enti di formazione, ritenendosi quindi insoddisfatti dell'esperienza di orientamento, apparsa troppo slegata dalle dinamiche reali del mondo del lavoro.
Scarsa informazione sugli ITS: gli studenti non conoscono la loro offerta formativa
Un altro dato critico riguarda la scarsa conoscenza che gli studenti hanno degli ITS, gli istituti tecnici superiori che dovrebbero rappresentare un'eccellenza nella formazione terziaria, ma che invece sono quasi sconosciuti rispetto le università.
Solo 1 studente su 4 dichiara infatti di avere approfondito la conoscenza dell'offerta formativa degli ITS, mentre quasi la metà degli intervistati li sconosce del tutto. In più, meno della metà degli studenti dichiara di avere conosciuto gli ITS grazie alla scuola.
Analogo il discorso per quanto riguarda le opportunità di lavoro e di imprenditoria per i giovani diplomati: solo 3 su 10 hanno ricevuto informazioni in merito, 1 su 4 ha sentito parlare dei concorsi e 1 su 5 ha ricevuto un'infarinatura sul mondo dell'imprenditoria giovanile.
Uno scenario in definitiva desolante, che pone dei seri interrogativi sull'efficacia dell'orientamento scolastico che eppure dovrebbe essere uno dei cardini della scuola, specie seguendo le dichiarazioni del Ministero dell'Istruzione che ne ha più volte ribadito la centralità.