Se si pensava fosse solo una voce di corridoio, adesso non c'è più alcun dubbio: lo sciopero del 15 ottobre contro l'obbligo di green pass sul lavoro si farà e durerà per ben 5 giorni lavorativi, ovvero fino al 20 ottobre.
A organizzarlo è stata la FISI, la Federazione Italiana Sindacati Intercategoriali e riguarderà probabilmente sia il settore pubblico, che quello privato con l'obiettivo di protestare contro l'esibizione della certificazione verde per lavorare a contatto con il pubblico. Sarà coinvolta, quindi, la sanità così come la scuola e qualsiasi altra realtà aziendale.
Il perché dello sciopero e possibili conseguenze
L'iniziativa nasce dalla volontà di chiedere il reinserimento di tutto il personale sanitario che, non essendosi ancora vaccinato, è stato momentaneamente sospeso; secondo la FISI; infatti, l'obbligo vaccinale violerebbe l'articolo 32 sella Costituzione, delle leggi europee e dei trattati di Olvedo e Norimberga. Al contempo, la sospensione di personale non vaccinato non sarebbe contemplata dalla legge attuale.
Detto questo, probabilmente l'adesione allo sciopero potrebbe non essere del tutto significativa: la mobilitazione è stata promossa dalla FISI ma, ad oggi, non si rilevano ulteriori appoggi da parte di altre sigle sindacali nazionali di un certo rilievo. Questo per tranquillizzare soprattutto dal punto di vista sanitario, dato che un blocco di ben 5 giorni potrebbe mandare nel panico un gran numero di utenti.
Commissione di garanzia: richiesta di revoca sullo sciopero
A fronte delle motivazioni e delle partecipazioni allo sciopero previsto dal 15 al 20 ottobre, la Commissione di garanzia, in una nota, ne richiede la revoca per via del "mancato rispetto della regola della rarefazione oggettiva, ai sensi dell'articolo 2, comma 2, della legge n. 146 del 1990 e successive modificazioni".
Non solo: la Commissione ha sottolineato che, trattandosi di uno sciopero che comprende una diversità di ambiti, è sottoposto ai limiti di durata previsti dalle singole discipline di settore, oltre che a disposizioni specifiche in materia di divieto di concomitanza tra astensioni riguardanti servizi alternativi.
In poche parole, lo sciopero non sarebbe affatto conforme.
In risposta alla richiesta della Commissione di garanzia, la FISI ha dichiarato che lo sciopero si farà, specificando come "lo stesso sia da configurarsi generale, nonché ricadente nella fattispecie di cui all'articolo 2, comma 7, della legge n. 146 del 1990".
Nella nota della Commissione, in ogni caso, si ricorda che le amministrazioni "sono tenute a rendere pubblico tempestivamente il numero dei lavoratori che hanno partecipato allo sciopero, la durata dello stesso e la misura delle trattenute effettuate per la relativa partecipazione".
