Del rapporto fra gli studenti e lo smartphone si parla ormai da un po'. Fra i pareri contrastanti, a dicembre si è originata una forte polemica sulla circolare di Valditara che ne vietava l'uso in classe. Più recente, invece, ha fatto scalpore la notizia di un genitore che ha denunciato docente e Dirigente Scolastico per aver sequestrato lo smartphone al figlio. Vediamo cosa è successo.
Denuncia docente e dirigente per il sequestro del cellulare al figlio: cos'è successo
La vicenda si è verificata in una scuola secondaria di primo grado della Vallagarina, in Trentino. Stando ai racconti, durante una lezione il cellulare di un alunno undicenne ha squillato e disturbato l'attività della classe. Il docente di religione ha quindi deciso di rimproverare lo studente e sequestrare il cellulare, che avrebbe restituito giorni dopo. Il padre del ragazzino doveva sentire il figlio e, secondo quanto riportato, ciò non sarebbe stato possibile proprio a causa del comportamento dell'insegnante.
Stando alle linee guida del Ministero dell'Istruzione e del Merito, non dovrebbe esserci margine di interpretazione: non si possono utilizzare gli smartphone a scuola, se non per fini didattici e su autorizzazione del docente.
Non la pensa così il padre dello studente, che sostiene:
"Le linee guida del ministero e il garante della privacy sostengono chiaramente che la scuola può proibire l'uso del cellulare ma non esercitare poteri coercitivi di perquisizione al fine di verificare il rispetto del regolamento, così come l'insegnante non può provvedere al sequestro."Da qui, la decisione di denunciare il docente di religione e il Dirigente Scolastico dell'istituto scolastico. Il problema non sarebbe quindi proibire l'uso dello smartphone ma, al contrario, il sequestro del dispositivo.
Sequestrare il cellulare agli studenti: cosa dicono i riferimenti normativi
Per cercare di capire quale sia la giusta chiave interpretativa dell'accaduto, è bene ricordare la circolare del dicembre scorso e i riferimenti normativi ai quali essa si appoggia. Nel confermare il divieto di utilizzo in classe del cellulare, la circolare inviata da Valditara alle scuole richiama lo Statuto delle studentesse e degli studenti del 1998 e la Circolare Ministeriale n. 30/2007. Nello statuto, di cui al DPR n. 249/1998, si legge che
"Gli studenti sono tenuti ad avere nei confronti del capo d'istituto, dei docenti, del personale tutto della scuola e dei loro compagni lo stesso rispetto, anche formale, che chiedono per se stessi."E proprio su questo punto interviene la circolare del 2007, che identifica l'uso non autorizzato del cellulare in classe come un elemento di distrazione e una mancanza di rispetto nei confronti del docente e dei compagni. Dal momento che si tratta di un'infrazione disciplinare, l'istituzione scolastica nella propria autonomia può ravvisare eventuali sanzioni a carico degli studenti interessati.
A tale proposito, la circolare reputa necessario che
"nei regolamenti di istituto siano previste adeguate sanzioni secondo il criterio di proporzionalità, ivi compresa quella del ritiro temporaneo del telefono cellulare durante le ore di lezione, in caso di uso scorretto dello stesso"Resta però garantito il diritto alla comunicazione fra studenti e proprie famiglie, se giustificate da particolare urgenza o gravità, durante le attività didattiche.
Invece di rimproverare il figlio ha denunciato la scuola: l'accusa di Rossano Sasso
Sull'esito della denuncia del genitore a docente e dirigente, sarà compito degli organi preposti pronunciarsi. Se il padre dell'alunno ha sostenuto che non è possibile sequestrare un cellulare, la circolare del ministero dice chiaramente che ciò è possibile, ma solo "durante le ore di lezione". Nel frattempo, di fronte alla notizia non si sono fatte attendere le polemiche da parte della maggioranza di governo.
Per Rossano Sasso, capogruppo della Lega in Commissione Cultura,
"Le linee guida del Ministero dell'Istruzione e del Merito parlano chiaro: il rispetto per i docenti, per i propri compagni, per la scuola in genere passa anche dal divieto di utilizzo del telefono in classe. Da padre a padre chiedo quale esempio intenda dare a suo figlio e a tutti gli altri ragazzi poiché anziché rimproverarlo per la sua "distrazione", ha deciso di fare causa alla scuola."Serve, continua il parlamentare, che genitori e scuola siano alleati e non avversari. Come si può vedere, però, i contorni della vicenda sono ancora poco definiti. Se il ritiro temporaneo dello smartphone e la denuncia sembrano fatti assodati, restano ancora da chiarire la durata del sequestro e se il docente ha impedito all'alunno di sentire il padre.
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