In attesa della prossima pubblicazione del bando, si sanno già gli argomenti sui quali si concentreranno i quesiti del concorso ordinario per Dirigenti Scolastici.
Uno di questi riguarda le indicazioni nazionali sugli istituti tecnici, con particolare riferimento a:
- finalità dell’istruzione tecnica;
- settori e indirizzi previsti dal regolamento;
- interazione con il mondo produttivo;
- autonomia e flessibilità;
- organizzazione in dipartimenti.
Vediamo questi punti nel dettaglio.
Finalità dell’istruzione tecnica e metodologie didattiche
Contenute nel DPR n. 88/2010, le linee guida per il riordino degli Istituti Tecnici menzionano la loro finalità. Da una parte, certamente, c’è quella di preparare gli studenti al mondo delle professioni e del lavoro. Dall’altra parte, tuttavia, la finalità è anche quella di trasmettere la capacità di comprendere e applicare le innovazioni della scienza e della tecnologia.
Se quindi sono importantissime le discipline di ciascuno degli indirizzi, ugualmente fondamentale è l’attenzione verso le metodologie didattiche utilizzate. Queste ultime devono risultare coerenti con l’impostazione culturale dell’istruzione tecnica, come per esempio:
- metodologie induttive;
- metodologie partecipative;
- didattica laboratoriale.
Lo scopo è quello di dare profondità tanto all’apprendimento teorico quanto all’apprendimento pratico, nonché quello di coniugare entrambi. Inoltre, è fondamentale offrire una solida base culturale di tipo scientifico e tecnologico, così da favorire l’inserimento immediato nel mondo del lavoro.
Settori e indirizzi degli Istituti Tecnici come da riordino del DPR n. 88/2010
Il regolamento di riordino degli Istituti Tecnici prevede due settori e undici indirizzi. Il primo settore è quello economico, al cui interno sono presenti gli indirizzi:
- Amministrazione;
- Finanza e Marketing;
- Turismo.
Il secondo settore è quello tecnologico, che comprende gli indirizzi:
- Meccanica;
- Meccatronica ed Energia;
- Trasporti e Logistica;
- Elettronica ed Elettrotecnica;
- Informatica e Telecomunicazioni;
- Grafica e Comunicazione;
- Chimica;
- Materiali e Biotecnologie;
- Sistema Moda;
- Agraria;
- Agroalimentare e Agroindustria.
Ciascun percorso ha una durata di cinque anni e si conclude con il diploma di istruzione secondaria superiore per il settore e indirizzo relativo.
Interazione con il mondo produttivo: area di istruzione generale e area di indirizzo
Articolati in area di istruzione generale e area di indirizzo, i percorsi degli Istituti Tecnici devono valorizzare e sviluppare le competenze degli studenti mediante:
- didattica di laboratorio;
- esperienze in contesti applicativi;
- analisi e soluzione di problemi relativi a situazioni reali;
- lavoro per progetti;
- stage, tirocini e percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento.
Andando nello specifico, l’area di istruzione generale deve fornire agli studenti degli Istituti Tecnici una buona preparazione di base. Gli strumenti sono in questo caso il rafforzamento e lo sviluppo degli assi culturali sui quali si fonda l’obbligo di istruzione.
Le aree di indirizzo sono quelle dedicate invece alle conoscenze teoriche e applicative utilizzabili in contesti di studio e di lavoro. Sono comprese anche le abilità cognitive relative al problem solving e alla gestione delle innovazioni scientifiche e tecnologiche.
Sono queste la base per una proficua interazione con il territorio di riferimento e il mondo produttivo, caratteristica strategica per un Istituto Tecnico anche in relazione al continuo aggiornamento su:
- fabbisogni professionali e formativi delle imprese;
- spendibilità del titolo di studio sul mercato;
- prospettive di sviluppo delle professioni;
- competenze specifiche richieste dal sistema produttivo.
Spazi di autonomia e spazi di flessibilità degli Istituti Tecnici
Fra le ragioni per cui la buona interazione degli Istituti Tecnici con il mondo produttivo è importante, assume particolare rilievo l’organizzazione degli spazi di autonomia e flessibilità.
L’autonomia permette infatti di tenere conto delle richieste di studenti e famiglie per modificare i curricula, entro il limite del 20% del monte ore, e rafforzare o introdurre insegnamenti. Sempre, ovviamente, nel rispetto del Piano Triennale dell’Offerta Formativa.
Su questo punto, bisogna ricordare che l’orario di ciascuna disciplina può essere ridotto entro il 20% del quadro orario previsto. Sono le aree di indirizzo a poter usufruire di certi spazi di flessibilità, che si possono aggiungere alle quote di autonomia. Gli spazi di flessibilità sono disponibili dal terzo anno in poi nella misura del:
- 30%, nel terzo e nel quarto anno;
- 35%, durante il quinto anno.
Grazie a questi spazi di flessibilità, è possibile adattare le articolazioni previste per le aree di indirizzo alle esigenze del territorio o a particolari fabbisogni formativi delle aziende.
Dipartimenti e Comitato Tecnico Scientifico: il raccordo con il mondo produttivo
I dipartimenti degli Istituti Tecnici sono delle articolazioni funzionali del Collegio docenti e rappresentano un supporto alla didattica e alla progettazione scolastica. Infatti, garantiscono la coerenza interna del singolo curriculum e si concentrano sui processi di apprendimento specifici.
Allo stesso tempo, è possibile per un Istituto Tecnico dotarsi di un CTS o Comitato Tecnico Scientifico. Formato da docenti ed esperti del mondo produttivo, il Comitato è l’organo che si occupa di costruire collaborazioni concrete fra la scuola e il mondo del lavoro. Il suo scopo è quindi quello di creare opportunità di raccordo fra gli obiettivi della scuola e le esigenze del territorio, fra i bisogni professionali delle aziende e le necessità educative.