Non si discute soltanto di rinnovo contratto scuola in queste settimane, o del comparto università. L'altro nodo su cui Ministero e sindacati stanno contrattando è quello del CCNI mobilità in vista dell'anno scolastico 2023/2024. Il confronto del 19 ottobre si è reso necessario in seguito alla sentenza del tribunale di Roma dello scorso luglio, con l'obiettivo di valutare gli effetti delle modifiche intervenute successivamente.
CCNI mobilità 2023: la nuova bozza inviata dal Ministero
La sentenza del Tribunale di Roma ha riconosciuto come valide le ragioni dei sindacati FLC CGIL, UIL Scuola, SNALS e Gilda. Il Ministero dell'Istruzione aveva firmato il CCNI mobilità soltanto con CISL Scuola, motivo per il quale adesso si dovrà riaprire la contrattazione.
A tale proposito, l'Amministrazione ha già inviato alle organizzazioni sindacali una bozza che ripropone il testo annullato dal TAR con alcune modifiche.
Queste ultime, segnala UIL Scuola, riguardano:
- la cancellazione delle parti riguardanti la titolarità di sede dei docenti ottenuta con il trasferimento;
- l'introduzione di una durata biennale del contratto, per gli anni scolastici 2023/2024 e 2024/2025;
- i nuovi blocchi di mobilità previsti dal DL n. 36/2022 per i docenti immessi in ruolo dall'anno scolastico 2022/2023.
Inoltre, la bozza prevede anche un nuovo blocco di mobilità della durata di 3 anni per tutti i docenti che nel 2022/2023 hanno ottenuto il trasferimento interprovinciale su una qualunque sede espressa.
Ripartire dal CCNI mobilità del 2019: la posizione di UIL Scuola
Il punto ribadito da UIL Scuola durante il confronto del 19 ottobre riguarda proprio i vincoli e le modifiche del DL n. 36/2022. Secondo il sindacato il decreto annulla
"tutta la materia relativa ai vincoli di legge, compreso il blocco triennale per tutti coloro che hanno ottenuto una mobilità interprovinciale per l'anno scolastico 2022/2023 in una qualsiasi preferenza espressa nella domanda."UIL Scuola sostiene quindi che i vincoli sulla mobilità introdotti dal decreto non possono che riguardare soltanto i docenti vincitori dei nuovi concorsi non ancora banditi.
Per l'Unione Italiana del Lavoro è inoltre necessario ripartire non tanto dal contratto firmato il 5 maggio 2022, e annullato dal TAR, ma da quello sottoscritto nel 2019 per il triennio precedente.
Operazioni di mobilità tuttora valide: CISL Scuola pronta al nuovo confronto
Dal canto suo, CISL Scuola rimarca come le operazioni di mobilità conseguenti alla firma del CCNI siano valide. Una posizione che peraltro aveva già espresso a luglio in occasione della sentenza del TAR. Ma non solo. La Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori evidenzia come:
"il CCNI del 27 gennaio avrebbe dovuto comunque essere aggiornato alla luce delle nuove disposizioni di legge che hanno nel frattempo eliminato i vincoli previsti in precedenza per tutti gli assunti fino al 2021/2022."
Nonostante questa posizione, il sindacato non condivide la linea interpretativa del Ministero sul vincolo di mobilità per i neo immessi in ruolo nel 2022/2023.
Serve un confronto serio con il Ministero: le parole di FLC CGIL
D'accordo con UIL Scuola, anche FLC CGIL intende ripartire dal CCNI 2019/2022 e lavorare sui punti più problematici dell'ultimo testo condiviso dalle organizzazioni sindacali. Sarà necessario tenere in conto le ultime modifiche normative e le loro possibili interpretazioni, ma per il sindacato:
"rimane nostro obiettivo regolare per contratto la continuità didattica e di servizio, superando i vincoli imposti unilateralmente dalla legge."
Una posizione che, in sostanza, ripropone quella sfociata nella sentenza del TAR. Lì i sindacati avevano lamentato una mancanza di tempi e volontà per le trattative, da parte del Ministero.
Si tratta di un ostacolo che FLC CGIL e gli altri sindacati intendono superare, e ul quale il Ministero dell'Istruzione concorda annunciando una nuova convocazione per il confronto sul CCNI mobilità.