Per poter accedere alla mobilità professionale, i docenti interessati devono possedere due requisiti. Il primo è il superamento dell'anno di prova, mentre il secondo è l'essere in possesso dell'abilitazione specifica per la classe e il posto. Nella realtà, gli insegnanti che vogliono richiedere il passaggio di cattedra e/o di ruolo sono ingabbiati in una situazione immobile da anni con:
- procedure vecchie e mai svecchiate;
- concorsi banditi e mai realizzati;
- toppe messe a tamponare buchi normativi e organizzativi.
Facciamo il punto della situazione sulla mobilità professionale dei docenti e sulle prospettive per il futuro.
Mobilità professionale docenti: in cosa consiste e come funziona
Come abbiamo accennato in introduzione, la mobilità professionale interessa i docenti che sono già di ruolo - hanno superato l'anno di prova - e sono in possesso dell'abilitazione per la classe di concorso o il posto di insegnamento richiesto.
La mobilità professionale dei docenti si articola quindi in:
- un passaggio di cattedra, mediante il quale si rimane nel medesimo grado scolastico ma viene modificata la classe di concorso di titolarità;
- un passaggio di ruolo, mediante il quale viene modificato il grado di istruzione di titolarità del docente.
Per fare un esempio, un insegnante della scuola media che voglia passare da una classe di concorso a un'altra - ma rimanere nella scuola media - rientra nel primo caso. Al contrario, un insegnante che chiede di passare da una classe di concorso della scuola media a una classe di concorso della scuola superiore rientra nel secondo caso.
Di solito, nel contesto della mobilità docenti, alla mobilità professionale viene riservata una quota variabile di anno in anno. In generale, negli anni scorsi è andata dal 10% a un massimo del 25% di posti disponibili. Al momento, non è ancora prevista la quota per l'anno scolastico 2023/2024, anche se i tempi non sono proprio larghi.
Concorsi banditi e mai svolti, percorsi annullati, mobilità a rischio: l'abilitazione dal TFA del 2014 a oggi
Anno di prova superato e abilitazione per la classe di concorso o il posto di insegnamento che si richiede. Sono questi i due requisiti per accedere alla mobilità professionale. Peccato che oggi conseguire un'abilitazione all'insegnamento sia più facile a dirsi che a farsi. E per diverse ragioni.
L'ultimo percorso strutturato di abilitazione risale al 2014 ed era il TFA disciplinare. Negli ultimi anni, sono stati banditi alcuni concorsi abilitanti per i vincitori, come il concorso ordinario bandito con il Decreto Dipartimentale n. 498/2020. A fronte di una notizia positiva, però, non si può non menzionarne anche una negativa. Il Decreto Dipartimentale n. 497/2020 aveva infatti bandito l'unico percorso specifico per conseguire l'abilitazione. Gli aspiranti hanno presentato la domanda e pagato la tassa di ammissione, ma delle prove previste e del percorso non si ha notizia. Se si considera che il Decreto Sostegni Bis ha proprio annullato il percorso successivo alla prova, appare ovvio come sia necessario un ripensamento in toto della procedura di abilitazione.
Nel frattempo, tutto tace. O quasi.
Percorso abilitante per chi ha già un'abilitazione o specializzazione: la riforma di Bianchi
L'ex Ministro Bianchi del Governo Draghi aveva provato a risolvere la questione dell'abilitazione con il DL n. 36/2022, secondo cui:
"Coloro che sono in possesso di abilitazione su una classe di concorso o su altro grado di istruzione e coloro che sono in possesso della specializzazione sul sostegno possono conseguire [...] l'abilitazione in altre classi di concorso o in altri gradi di istruzione attraverso l'acquisizione di 30 CFU/CFA del percorso universitario e accademico di formazione iniziale"Le nuove disposizioni permettono quindi il conseguimento di un'ulteriore abilitazione (in altra classe di concorso o grado di istruzione) da parte dei docenti che già sono in possesso di abilitazione o specializzazione sul sostegno.
Per conseguirla, gli interessati dovranno anche:
- essere in possesso del titolo di studio che dà l'accesso alla classe di concorso per cui si richiede l'abilitazione;
- conseguire 30 CFU/CFA, di cui 20 in metodologie e tecnologie didattiche applicate alle discipline di riferimento e 10 di tirocinio diretto, con un impegno in presenza nelle classi di almeno 12 ore per ciascun CFU/CFA.
Le modalità di acquisizione dei crediti e di svolgimento del percorso abilitante devono essere definite dal decreto che disciplinerà l'intero nuovo reclutamento docenti voluto da Bianchi. Decreto che, com'è facile prevedere, non è ancora stato emanato.
Sistema vessatorio contro i docenti: la lettera degli insegnanti ingabbiati a Valditara
I docenti che da anni attendono una procedura univoca e definita per conseguire un'ulteriore abilitazione sono molti. Di recente, hanno anche scritto una lettera al Ministro dell'Istruzione e del Merito:
"Da anni attendiamo un percorso di formazione che ci permetta di abilitarci nella scuola secondaria di primo e secondo grado, per poter usufruire dei passaggi di grado/ruolo come avveniva in passato. Lei saprà certamente quanto sia difficile rincorrere le richieste e le innumerevoli modifiche al sistema di reclutamento, quasi fosse un sistema vessatorio e di accanimento contro il corpo docente."La questione riguarda certamente i percorsi di abilitazione ma anche il sistema di reclutamento nella sua interezza. Da una parte, l'esigenza è quella di definire in modo chiaro come diventare insegnante e prevedere tutte le casistiche. Dall'altra parte, è ugualmente necessario evitare che le nuove regole finiscano per penalizzare la categoria stessa alla quale vogliono rivolgersi.
E, come negli ultimi tempi appare chiaro, di ulteriori vessazioni non c'è alcun bisogno.