Continua a mancare l'accordo tra i rappresentanti dei sindacati scolatici e il governo, riguardo il rinnovo del contratto Mobilità 2022.
Secondo i sindacati continuano a mancare le condizioni per un rinnovo a condizioni favorevoli per il personale scolastico, attualmente soggetto a vincoli dannosi ed eccessivi.
Cosa prevede il contratto mobilità 2022 dopo il confronto con i sindacati
La discussione tra i sindacati e i vertici amministrativi ha condotto a delle proposte di modifica. La bozza di contratto prevede vincoli differenti a seconda dell'anno scolastico in cui il docente è stato assunto:
- Anno scolastico di assunzione 2019/20: Il Decreto Sostegni Bis ha ridotto il loro vincolo da cinque a tre anni. Sempre per lo stesso decreto, potranno presentare richiesta di trasferimento, anche interprovinciale, sottostando ad un successivo vincolo di altri tre anni;
- Anno scolastico di assunzione 2020/21: In caso di firma del nuovo CCNI integrativo, i docenti potranno presentare domanda di trasferimento dopo avere insegnato per almeno due anni nella provincia di assunzione. Dal prossimo anno scolastico saranno liberi dal vincolo triennale e potranno presentare nuova domanda di trasferimento, qualora non l'avessero ottenuto quest'anno. In caso di trasferimento concesso, anche loro sarebbero sottoposti a un nuovo vincolo triennale;
- Anno scolastico di assunzione 2021/22: In questo caso i docenti possono presentare domanda di trasferimento sia provinciale che interprovinciale. Se accettata, partirà anche per loro il vincolo triennale imposto dal Decreto Sostegni Bis. I docenti che non presentano domanda, o il cui trasferimento fosse rifiutato, dovranno rimanere nella sede attuale, senza poter presentare domanda per i successivi due anni.
La reazione dei sindacati. Quattro su cinque non firmano
Le modifiche proposte non hanno incontrato l'approvazione dei leader dei sindacati, scontenti per i troppi vincoli rimanenti e perplessi su alcuni punti del contratto mobilità.
Dei cinque sindacati coinvolti - FLC CGIL, UIL Scuola, Snals e Gilda e CISL Scuola - solo quest'ultimo ha firmato il contratto, addicendo come motivazione la priorità data alle persone, agli studenti e al loro diritto allo studio, con il conseguente bisogno di avere insegnanti presenti in aula.
Di diverso parere gli esponenti degli altri sindacati, che reputano insufficienti gli sforzi del Ministero nel modificare il contratto. L'opinione condivisa è che il testo, con tutti i suoi vincoli, rischia di danneggiare oltre un milione di lavoratori della scuola.
Preoccupa inoltre la disparità che si viene a creare tra docenti assunti in anni diversi in seguito all'attenuazione del vincolo valida solo per un anno; per alcuni il vincolo si esaurirebbe quest'anno, mentre per altri rimarrebbe valido negli anni successivi. Tutti andrebbero comunque incontro all'imposizione di vincoli ulteriori nel momento dell'avvenuto cambio di sede.
Una modifica che insomma andrebbe a danneggiare più persone di quante non ne aiuti, come sottolineato da Marcello Pacifico di Anief.
Queste in sintesi le quattro criticità maggiori riscontrate dai sindacati:
- La natura triennale del contratto mobilità e il suo essere materia del contratto collettivo nazionale implica la necessità di pensare anche agli anni 2023/24 e 2024/25. Le norme inserite nel CCNI mobilità non possono inoltre contraddire quelle del CCNL.
- Il contratto risulta scritto in un linguaggio oscuro e di difficile comprensione, con continui riferimenti a leggi. Va dunque rielaborato in maniera da migliorarne la comprensibilità a tutti.
- I vincoli non devono creare disparità in base all'anno di assunzione e va rivista l'imposizione di ulteriori vincoli una volta ottenuto il trasferimento
- Bisogna confrontarsi sull'attenuazione del vincolo per i DSGA neoassunti, unici esclusi di fatto per la mobilità territoriale.