Cos'è il modello finlandese che tanto sta affascinando la pedagogia di tutto il mondo? Se ne torna a discutere dopo più di sei mesi dal caso della famiglia finlandese che ha abbandonato l'Italia a causa del suo sistema scolastico arretrato.
La scuola del paese scandinavo elimina il concetto di fallimento, mettendo al centro le emozioni, favorendo attività laboratoriali ed eliminando i compiti per casa. La sperimentazione del modello finlandese arriva adesso anche in Italia con la prima scuola elementare paritaria che lo adotterà per il prossimo anno scolastico. In corso l'accreditamento da parte del ministero dell'Educazione della Finlandia, mentre si attende la visita del console onorario Giovanni Dionisio.
Il modello finlandese in Italia: una scuola che innova gli spazi e la didattica
La scuola Daisy, elementare paritaria di Chieri, in provincia di Torino, sposa il modello finlandese. Da settembre le novità, con ambienti scolastici totalmente rinnovati. Niente più banchi, ma tavoli di gruppo, divanetti per leggere o riposarsi e aule musicali per imparare a suonare uno strumento tra le lezioni. Spazio anche all'aspetto ludico con il calcio balilla nei corridoi. Sarà adibito anche un giardino pensile, con un piccolo orto botanico dove fare lezioni immersi nel verde.
Si cambia anche la modalità didattica. Aboliti i compiti per casa e le lezioni frontali classiche in favore di attività, individuali e di gruppo da svolgere in classe: tra queste grande attenzione a laboratori, giochi e quiz.
La didattica si articolerà lungo giornate composte da 6 ore di 50 minuti effettivi, per poi lasciare spazio alle attività laboratoriali pomeridiane, intervallate da momenti di relax. Parola d'ordine: flessibilità. Quest'organizzazione è infatti giusto una traccia di cui tener conto in base alle esigenze dei bambini.
Tra gli obiettivi del modello finlandese c'è lo sviluppo dell'autonomia di pensiero dei più piccoli, abituandoli a dare maggiore ascolto alle emozioni e a sviluppare riflessioni più ampie sin dalla tenera età.
Rimangono invece i voti, ma in un'ottica diversa: non separare chi riesce da chi fallisce, ma fornire più che altro uno stimolo all'autoanalisi e al miglioramento, senza parlare di fallimento. Lo scopo della scuola su modello finlandese è infatti quello di aiutare i ragazzi a sperimentare e a trovare il metodo più affine alla loro crescita personale.