L’approvazione del contratto scuola entra nelle sue fasi calde. Oltre 1.200.000 i dipendenti coinvolti, che attendono di conoscere le condizioni che scaturiranno dalle trattative per il contratto nazionale 2019/21 relativo ad Istruzione, Università e Ricerca.
I sindacati sono divisi, ma la giornata del 13 luglio sarà decisiva per una possibile firma definitiva. Di seguito riportiamo tutte le news e le informazioni fin qui disponibili.
Quali novità sono previste per il contratto scuola: poteri alla dirigenza, permessi e aumenti
Uno degli aspetti più divisivi relativi al nuovo contratto scuola è quello relativo ai poteri concessi alla dirigenza scolastica. L’Aran ha infatti insistito per una revisione del codice disciplinare dei docenti, sottolineando come sia necessario un maggiore perso del dirigente nella gestione del personale.
Le sei delegazioni sindacali coinvolte nel dialogo con l’Aran, ovvero Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola Rua, Snals Confsal, Gilda e Anief, si sono dimostrati contrari a conferire maggiori poteri al preside. Per loro è invece nevralgico l’aspetto legato alla concessione di giorni di permesso senza decurtazione in busta paga anche al personale non di ruolo.
Importante anche l’aspetto economico. Bisogna decidere sull’assegnazione di oltre 400 milioni di euro destinati al personale scolastico, così suddivisi:
- 85 milioni residui dai vecchi contratti;
- 220 milioni destinati alla valorizzazione degli insegnanti;
- 100 milioni di quota forfettaria già approvati dai sindacati.
L’assegnazione di questa somma coinciderebbe con la conclusione della parte economica del contratto scuola 2019/21. L’accordo di fine 2022 ha inoltre portato a un 4% di aumento stipendiale ovvero circa 100 euro lordi in più a dipendente per 13 mensilità annue.
In caso di un’ulteriore integrazione, prevista in caso di conclusione delle trattative di luglio 2023, arriverebbero altri 20 euro medi lordi per lavoratore della scuola. Una cifra indubbiamente poco soddisfacente, ma che pare essere l’unica risorsa attualmente a disposizione in questa fase.
Il fronte sindacale è diviso: possibile rinvio di una settimana
I sei sindacati coinvolti non sono tutti concordi ad accettare le condizioni poste dall’Aran. Tuttavia, la mancata sottoscrizione di un contratto collettivo nazionale comporta l’esclusione automatica dalle trattative successive, ovvero quelle relative al Ccnl 2022/24.
Ciò significa che anche i sindacati più restii ad accettare le condizioni proposte, potrebbero decidere di sottoscrivere il contratto, pur segnalando in un’apposita nota finale le proprie perplessità e obiezioni.
Questa discordia tra le organizzazioni sindacali potrebbe protrarre ulteriormente le trattative, anche se l’accordo non dovrebbe comunque arrivare entro venerdì 14 luglio. Se così non fosse, il tutto slitterebbe alla settimana successiva.