Il ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara continua la sua battaglia contro i cellulari. Oggi è infatti stata diramata una circolare ufficiale avente per oggetto le "Indicazioni sull'utilizzo dei telefoni cellulari e analoghi dispositivi elettronici in classe" . Non solo regole da seguire, ma anche considerazioni sulla natura dannosa degli smartphone. I cellulari infatti sono dei mezzi di distrazione ma, come le droghe, rischiano di compromettere la salute degli studenti.
La circolare di Valditara: rispetto per i docenti e per le regole
La circolare redatta dal ministro Valditara segue quella n.30 del 15 marzo 2007, che disciplinava già l'utilizzo dei dispositivi elettronici durante l'attività didattica, le relative sanzioni disciplinari e il dovere di vigilanza e corresponsabilità di genitori e docenti. Questo documento si rifaceva a sua volta allo Statuto delle studentesse e degli studenti di cui al D.P.R. 24 giugno 1998, n.249, che sottolineava come:
"l'uso del cellulare e di altri dispositivi elettronici rappresenta un elemento di distrazione sia per chi lo usa che per i compagni, oltre che una grave mancanza di rispetto per il docente configurando, pertanto, un'infrazione disciplinare sanzionabile attraverso provvedimenti orientati non solo a prevenire e scoraggiare tali comportamenti ma anche, secondo una logica educativa propria dell'istituzione scolastica, a stimolare nello studente la consapevolezza del disvalore dei medesimi".
La circolare è quindi a ben vedere un richiamo a norme già esistenti. La situazione si è comunque aggravata nell'arco di più di 20 anni, vista l'evoluzione tecnologica occorsa. La circolare si conclude con un invito a fare rispettare le norme vigenti e a integrare ulteriori regolamenti stilati dalle singole scuole, al fine di contrastare l'utilizzo improprio dei dispositivi tecnologici.
Il documento sull'impatto del digitale sugli studenti
La circolare di Valditara cita il documento approvato dalla 7° Commissione permanente nella seduta del 9 giugno 2021, intitolato "Sull'impatto del digitale sugli studenti, con particolare riferimento ai processi di apprendimento". Il documento si sofferma sui danni psicologici provocati dalla tecnologia. L'abuso di smartphone e videogiochi va infatti a impattare sulle facoltà che concorrono a costituire quella che più generalmente chiamiamo comunemente "Intelligenza":
"Ma a preoccupare di più è la progressiva perdita di facoltà mentali essenziali, le facoltà che per millenni hanno rappresentato quella che sommariamente chiamiamo intelligenza: la capacità di concentrazione, la memoria, lo spirito critico, l'adattabilità, la capacità dialettica...Sono gli effetti che l'uso, che nella maggior parte dei casi non può che degenerare in abuso, di smartphone e videogiochi produce sui più giovani. Niente di diverso dalla cocaina. Stesse, identiche, implicazioni chimiche, neurologiche, biologiche e psicologiche"Queste affermazioni sono conseguenza degli studi interdisciplinari di psicologi, neurologi e altri professionisti della pedagogia e della tecnologia. Secondo il documento inoltre questa dipendenza è sinonimo dell'adesione a un modello socioculturale tipico dei paesi orientali come Corea del Sud, Cina e Giappone, dove un alto numero di giovanissimi è già dipendente dal proprio smartphone.
Nel documento si cita anche il fenomeno degli "Hikikomori", che da realtà locale giapponese è ormai qualcosa di sempre più diffuso in tutto il mondo:
"Analoga situazione in Giappone, dove per i casi più estremi è stato coniato un nome, hikikomori. Significa « stare in disparte ». Sono giovani tra i dodici e i venticinque anni che si sono completamente isolati dalla società. Non studiano, non lavorano, non socializzano. Vegetano chiusi nelle loro camerette perennemente connessi con qualcosa che non esiste nella realtà. Gli hikikomori in Giappone sono circa un milione. Un milione di zombi."Nel suo prosieguo il documento spiega come l'utilizzo di videogiochi e social vada a indebolire il cervello, compromettendone la neuroplasticità, specie nei bambini:
"Tutte le ricerche internazionali citate nel corso del ciclo di audizioni giungono alla medesima conclusione: il cervello agisce come un muscolo, si sviluppa in base all'uso che se ne fa e l'uso di dispositivi digitali (social e videogiochi), così come la scrittura su tastiera elettronica invece della scrittura a mano, non sollecita il cervello. Il muscolo, dunque, si atrofizza. Detto in termini tecnici, si riduce la neuroplasticità, ovvero lo sviluppo di aree cerebrali responsabili di singole funzioni" Cosa fare dunque di fronte a una rivoluzione digitale che sempre di più coinvolge i ragazzi sin da giovanissimi? Vietare l'uso degli smartphone in classe, a meno non siano previsti come strumenti compensativi o come supporto didattico, ma non solo:
- Vietare l'utilizzo di smartphone e videogiochi sotto i 14 anni e l'iscrizione ai social prima dei 13 anni;
- Utilizzare app di controllo parentale sui cellulare dei minori;
- Educazione digitale per gli studenti e aiutare lo sviluppo di uno spirito critico in materia di cultura digitale;
- Favorire nelle scuole la lettura su carta, la scrittura a mano e gli esercizi di memoria.
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Le opinioni di Valditara e Frassinetti
Per Valditara il punto è tutelare l'interesse degli studenti e rivalorizzare la scuola come luogo dove si impara e si tirano fuori i talenti e la creatività dei ragazzi. Combattere l'abuso dei cellulari è in quest'ottica uno step fondamentale.
Il ministro puntualizza inoltre che la circolare non introduce provvedimenti disciplinari, ma è un semplice richiamo alla responsabilità e all'autorità dell'istituzione scolastica. Fa eco la sottosegretaria all'Istruzione Paola Frassinetti, che sottolinea come la lotta all'abuso dei cellulari sia anche un modo per ristabilire un corretto rapporto tra studenti e docenti.