In attesa del concorso straordinario ter e della firma del DPCM sui 60 CFU, va avanti in Parlamento l’iter di conversione in legge del Decreto PA Bis. Nello specifico, un emendamento presentato da Fratelli d’Italia affronta la questione dei docenti precari e dell’abilitazione all’insegnamento. Allo stesso tempo, una sentenza del Tribunale di Rimini fa un ulteriore passo in direzione del riconoscimento della carta del docente anche ai precari.
Facciamo il punto della situazione.
30 CFU per l’abilitazione dei docenti precari, anche nelle scuole paritarie: l’emendamento FdI
Che l’attuale governo consideri le scuole paritarie sullo stesso livello della scuola pubblica non è certo una novità. Qualche mese fa lo stesso Ministro Valditara si era espresso in tal senso:
"Io ritengo che le scuole paritarie debbano avere una effettiva pari dignità. Insomma, che si debba creare un contesto in cui non ci sia differenza di trattamento tra la scuola statale e quella non statale."
L’occasione è quella della conversione in legge del Decreto PA Bis, con un emendamento a firma Fratelli d’Italia che affronta il nodo dei docenti precari con tre anni di servizio. Secondo quanto si legge nel testo dell’emendamento, è previsto che possano acquisire l’abilitazione all’insegnamento conseguendo 30 CFU o CFA i docenti che hanno svolto tre anni di servizio negli ultimi cinque. La novità sta nel fatto che l’emendamento riguarda tanto i docenti della scuola pubblica quanto quelli che insegnano nelle scuole paritarie.
A tale proposito, Lorenzo Malagola ha spiegato come la volontà del governo sia quella di sanare una situazione che impedisce la concreta parità di chi insegna nelle scuole paritarie. Per il deputato FdI:
"i docenti delle scuole paritarie che negli ultimi cinque anni abbiano insegnato almeno tre anni in una scuola paritaria di cui almeno uno nella specifica classe di concorso per la quale scelgono di conseguire l’abilitazione, sono abilitati nella misura in cui conseguono 30 crediti abilitanti anziché 60"
Alla precarietà lavorativa degli insegnanti nelle scuole paritarie, quindi, la conversione del Decreto PA Bis vuole quindi rispondere permettendo di acquisire l’abilitazione con soli 30 CFU.
Carta del Docente ai precari: una sentenza del Tribunale di Rimini condanna il MIM
Altra novità sui docenti precari arriva dal Tribunale di Rimini, che ha accolto il ricorso presentato da FLC CGIL per il riconoscimento della carta del docente a 74 docenti in servizio con contratto a tempo determinato. La questione del bonus da 500 euro, peraltro già in esame per la conversione in legge del Decreto Salva Infrazioni, vede un ulteriore passo nell’ottica del riconoscimento.
Come riporta FLC CGIL, la carta del docente è stata introdotta dalla Buona Scuola di Renzi ed era riservata al solo personale di ruolo per formazione, acquisto di libri, abbonamenti a riviste e spettacoli, materiale informatico. Il corto circuito è evidente: secondo la legge la formazione dei precari sarebbe di seconda importanza o comunque da sostenersi interamente a loro spese.
Continua il sindacato:
"La vittoria di Rimini si innesta infatti su una scia di sentenze favorevoli che hanno sistematicamente condannato il Ministero dell’Istruzione (ora anche “del Merito”) a garantire ai precari pari trattamento in tema di aggiornamento e formazione."
Anche qui, non si può non notare una certa tendenza da parte della politica. Da una parte, infatti, il Governo professa la parità fra docenti delle scuole pubbliche e delle scuole paritarie. Come abbiamo visto nell’analisi dell’emendamento al Decreto PA Bis, questa parità si estende anche ai docenti precari.
Dall’altra parte, invece, proprio i docenti precari vengono discriminati rispetto a quelli di ruolo per quanto riguarda il bonus dedicato alla formazione.
La sentenza di Rimini, in pratica, costituisce un’ulteriore spinta sull’esecutivo in merito alla conversione del Decreto Salva Infrazioni. Un’iniziativa alla quale hanno contribuito le tantissime sentenze a favore di un’estensione della carta del docente, e di cui ora il Governo dovrà tenere conto.
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