Manca ormai poco alla pubblicazione del decreto sulla formazione iniziale dei docenti, il cosiddetto DPCM 60 CFU.
Le ultime novità prima della firma riguardano il percorso universitario abilitante. Il testo dovrebbe infatti accogliere le modifiche richieste dal MIM su:
- docenti ingabbiati;
- accesso alla formazione abilitante;
- riserva dei posti per il corso da 30 CFU.
La riserva dei posti nella prima bozza del DPCM 60 CFU
La versione iniziale del DPCM 60 CFU stabilisce una quota di riserva per l’accesso ai percorsi abilitanti organizzati dalle università. Questa riserva, ai fini dell’accesso ai primi tre cicli della formazione, riguarda i docenti con contratto presso una scuola statale, paritaria o nei percorsi di istruzione e formazione professionale regionale. I limiti della riserva sono fissati, per l’offerta formativa programmata e accreditata per ciascuna classe di concorso nelle università e nelle istituzioni AFAM, al:
- 40% per il primo ciclo;
- 30% per il secondo ciclo;
- 30% per il terzo ciclo.
Potranno accedere ai corsi anche i laureati magistrali o gli studenti iscritti ai corsi di laurea magistrale (o a ciclo unico) che abbiano già conseguito almeno 180 CFU. Come abbiamo rilevato in un recente approfondimento, in alcuni casi sarà previsto anche il conseguimento di soli 30 CFU o 36 CFU, con un costo complessivo di:
- 2500 euro, per il corso completo da 60 CFU;
- 2000 euro, per gli studenti iscritti alle magistrali con almeno 180 CFU e per gli aspiranti in possesso dei 24 CFU.
Docenti ingabbiati accedono da soprannumerari: liberate quote di riserva?
La novità principale sul DPCM 60 CFU riguarda proprio la riserva dei posti previsti per i primi tre cicli di formazione abilitante. Infatti, il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha richiesto una modifica per cui i docenti ingabbiati verrebbero considerati come soprannumerari. Ricordiamo, in questa sede, che i docenti ingabbiati sono tutti quei docenti assunti in ruolo che vorrebbero cambiare classe di concorso o grado scolastico ma non possono farlo perché da anni manca un percorso abilitante.
Con le modifiche richieste dal MIM, invece, i docenti ingabbiati potrebbero accedere da soprannumerari. In questo modo la riserva del 40% del 30%, per i tre cicli, permetterebbe di aumentare i posti disponibili per i docenti con contratto nella scuola statale e paritaria che devono conseguire soltanto 30 CFU.
A questo proposito, il Ministro Valditara ha commentato:
"Inoltre, a riprova della costante attenzione alla valorizzazione del servizio già prestato dai docenti “precari”, intendiamo favorirne l’accesso ai nuovi percorsi di abilitazione attraverso una significativa quota di riserva, concentrando i contenuti dei percorsi loro riservati soprattutto sulle competenze teoriche ancora da acquisire."
Sarà necessario attendere la pubblicazione definitiva del DPCM 60 CFU per sapere se le novità verranno recepite e troveranno collocazione all’interno del testo.
Nel frattempo, il Ministero sta lavorando alla piattaforma di accreditamento per gli atenei che, dal canto loro, stanno già iniziando l’organizzazione dei corsi.
Quando iniziano i corsi universitari per l’abilitazione all’insegnamento?
Come abbiamo detto nel paragrafo precedente, le università si muovono in vista dell’inizio dei corsi abilitanti, previsto per il prossimo autunno. Le prime stime dicono che saranno quasi 100 mila le richieste di partecipazione, tenendo in considerazione:
- il percorsi da 60 CFU, da 36 CFU e da 30 CFU;
- la riserva dei posti per i docenti con contratto nella scuola pubblica o paritaria;
- il nodo riguardante i docenti ingabbiati, che dovrebbero poter accedere da soprannumerari.
La formazione dovrà concludersi nell’anno 2023/2024 con una prova scritta e una lezione simulata, in modo da accertare le competenze professionali acquisite.
Il superamento della prova finale comporta l’acquisizione dell’abilitazione all’insegnamento per la relativa classe di concorso. E, quindi, anche la possibilità di partecipare ai prossimi concorsi ordinari che, nelle intenzioni del MIM, saranno più frequenti che in passato.