Con l'arrivo di settembre il nuovo anno scolastico è ufficialmente alle porte. I sindacati sono recentemente insorti in quanto secondo le loro stime sono ad oggi ben 200mila le cattedre destinate a rimanere senza docente.
L'uscente ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi ha subito provveduto a calmare gli animi ribadendo che, analogamente a quanto già accaduto l'anno scorso, gli studenti italiani troveranno tutti i loro docenti in aula al rientro a scuola.
Le previsioni dei sindacati. Dopo i tagli all'organico Covid mancano 200mila insegnanti
I sindacati ANIEF, CISL e ANP hanno condiviso all'appello sindacale di ieri le loro preoccupazioni, legate alla stima delle cattedre vacanti. Un fattore particolarmente importante in questa situazione è il taglio agli organici Covid che ha ridotto drasticamente il personale scolastico.
È di questo avviso Marcello Pacifico di Anief, che con il suo intervento ha sottolineato come negli ultimi due anni la scuola abbia avuto un organico supplementare di rispettivamente 80mila e 40 mila unità, tra docenti e personale ATA.
La non riconferma del personale Covid è un segnale di distensione nei confronti della pandemia, ma secondo Pacifico è sbagliato pensare che non ci sia più bisogno di questi lavoratori.
Ivana Barbacci di CISL fa eco al pessimismo del collega, evidenziando come in alcuni casi le cattedre riceveranno una copertura inferiore al 50% rispetto a quanto offerto dal ministero dell'Economia. La soluzione sarà il ricorso a numerosi contratti a tempo determinato, segno evidente che nulla è stato fatto per risolvere l'annoso problema del precariato.
La considerazione di Barbacci è resa ancora più amara se si pensa che sono stati avviati ben sette concorsi per docenti - e cinque di essi sono giunti a conclusione - che però non sono stati evidentemente risolutivi.
Da parte di ANP Lazio arriva invece una denuncia sulle carenze di presidi. La presidente Cristina Costarelli fa infatti sapere come nel Lazio mancano circa 50 presidi, mentre in Italia addirittura più di 500. Secondo Costarelli, questa situazione è figlia di numerosi problemi lasciati irrisolti durante la gestione degli ultimi anni.
Le rassicurazioni di Bianchi. Ritorno a scuola senza mascherina e con tutti i docenti dietro la cattedra
Nonostante l'esperienza del governo Draghi sia in dirittura d'arrivo con le imminenti elezioni del 25 settembre, il suo ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi è intervenuto a Rai Radio 1 per rassicurare tutti riguardo il rientro a scuola.
Il termine di paragone è l'anno scolastico 2021/22. Secondo Bianchi infatti anche quest'anno gli studenti italiani troveranno al loro posto tutti i loro docenti. In più non sarà necessario indossare la mascherina, tornando alla tanto agognata normalità pre-Covid.
L'ottimismo di Bianchi sarebbe confermato dai numeri da lui riferiti: 800 mila insegnanti per 7 milioni e mezzo di bambini, a cui aggiungere anche le oltre 50mila assunzioni consecutive ai concorsi.
Con il completamento delle assegnazioni delle supplenze brevi (quelle lunghe sono già state stabilite), il quadro sarà definitivo e la presenza dei docenti nelle aule garantita.
Secondo Bianchi bisogna riscoprire in definitiva una narrazione positiva della scuola, senza cadere in facili disfattismi. Il ministro ha infine rassicurato anche riguardo le problematiche legate al caro energia: non è previsto infatti alcun ridimensionamento orario e/o energetico per fronteggiare l'attuale crisi energetica.