Il 1° agosto 2023 è stato sottoscritto il nuovo CCNI dei dirigenti scolastici. Di conseguenza è stata determinata la retribuzione di posizione di parte variabile contestualmente alle nuove fasce di complessità riferite alle diverse istituzioni scolastiche.
Il contratto è figlio di una fruttuosa collaborazione tra il Ministero dell’Istruzione e del Merito e il MEF e rappresenta una vera svolta per i presidi delle scuole di tutta Italia.
Cosa cambia con il nuovo CCNI per dirigente scolastico
Con il nuovo CCNI per i dirigenti scolastici saranno individuate le fasce di complessità e i criteri di riparto e d’impiego delle risorse del Fondo Unico Nazionale (FUN). Questi ultimi si dividono in due quote relative all’anno scolastico 2023/24:
- Quota di retribuzione di posizione;
- Quota di retribuzione di risultato.
Il contratto appena firmato porterà una maggiore stabilità nella retribuzione dei dirigenti scolastici, caratterizzata per lungo tempo da alcune incongruità. Il CCNI prevede inoltre un miglioramento degli stipendi, proprio grazie all’aumento della posizione di parte variabile. L’aumento sarà legato al livello di complessità delle Istituzioni scolastiche. Non è previsto, in nessun caso, una diminuzione rispetto al compenso attualmente percepito da un dirigente scolastico.
Per la prima volta da quando è stata introdotta l’autonomia scolastica, i dirigenti scolastici percepiranno i nuovi cedolini in maniera regolare, in corrispondenza all’anno scolastico di riferimento. Gli importi saranno certi e potranno essere conosciuti in anticipo.
Il commento del ministro Valditara
Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha espresso la sua soddisfazione per l’accordo con i sindacati, firmato all’unanimità, che ha portato alla sottoscrizione del nuovo CCNI. Secondo Valditara infatti:
“La firma del Contratto Collettivo Nazionale Integrativo conferma lo sforzo del MIM per garantire ai Dirigenti scolastici il giusto riconoscimento del loro ruolo nel sistema scolastico, prevedendo anche un innalzamento dei livelli retributivi in considerazione dell’impegno necessario a far fronte alle molteplicità di attività e responsabilità a cui la categoria è chiamata”
La reazione di Cisl Scuola
Anche Cisl Scuola ha accolto la firma del CCNI con entusiasmo. In una nota del sindacato si legge infatti che:
“Finalmente sono state superate le disparità di retribuzione tra le regioni, con un aumento nella maggior parte dei casi della retribuzione di posizione dei dirigenti scolastici. Infatti, secondo dati forniti dal ministero, 1.787 posizioni vedranno un aumento di oltre 5.000 euro annui lordo dipendente, per 2.556 posizioni l’aumento va da un minimo di 3.000 a un massimo di 5.000 euro, 3.343 posizioni dirigenziali vedranno un incremento di massimo di 3.000 euro annui. In tal modo è stata infine portata a compimento l’innovazione che era stata prevista nel CCNL 2018”
La Cisl Scuola riconosce tuttavia l’esigenza di continuare sulla strada appena intrapresa. Secondo il sindacato bisogna infatti migliorare ulteriormente il CCNI, sistemando errori nell’attribuzione della fascia di complessità e rivedendo i criteri adottati per armonizzarli con situazioni a carattere regionale.
Settembre sarà dunque un mese importante per riaprire le trattative e rinnovare la clausola di salvaguardia, che dovrà essere estesa alle nuove situazioni che deriveranno dal ridimensionamento scolastico.
Sarà inoltre fondamentale determinare nuovi stanziamenti da inserire nella prossima Legge di Bilancio, così da poter trovare un maggiore equilibrio retributivo all’interno dell’area contrattuale.