La Corte dei Conti si è recentemente espressa sull'obbligo di rotazione per i dirigenti scolastici. La norma, facente parte di una misura anticorruzione per la pubblica amministrazione, impone il trasferimento di un preside al termine del suo secondo mandato.
L'obbligo di rotazione impone dunque che un dirigente scolastico non lavori per più di sei anni nello stesso istituto. Il provvedimento fa discutere, ma intanto da settembre un preside su sei rischia il trasferimento.
Obbligo di rotazione per i dirigenti scolastici: come funziona
Ma cosa prevede di preciso l'obbligo di rotazione per i dirigenti scolastici? Si tratta di un'indicazione contenuta nel codice anticorruzione, approvata nel 2001 e confermata successivamente nel 2012. La norma riguarda anche i dirigenti scolastici in quanto figura professionale che si trova a gestire appalti e pratiche di affidamento e acquisto di beni.
In base a quanto appena detto, i dirigenti scolastici si trovano in una posizione rischiosa dal punto di vista della corruzione. Di conseguenza dopo un tot di mandati, stabiliti dagli Uffici Scolastici Regionali, dovranno ruotare ed essere messi a lavorare su un'altra sede.
L'Anac, l'autorità nazionale Anticorruzione, ha tuttavia classificato la scuola come settore a basso rischio corruttivo.
Nonostante ciò, la Corte dei Conti ha richiesto che l'obbligo di rotazione per i dirigenti scolastici venga applicato. Se gli Usr non indicassero i tempi di turn over e di applicazione delle rotazioni, sarebbero a rischio i contratti dei presidi.
Numeri importanti. un preside su sei rischia il contratto
L'obbligo di rotazione coinvolge un numero importante di dirigenti scolastici. Si parla di oltre 7.500 presidi su tutto il territorio nazionale, come riportato da Il Messaggero. Circa il 15%, uno su sei, rischia di non vedersi rinnovato il contratto.
In sostanza i presidi che a settembre vanno incontro alla scadenza del contratto triennali, dovranno essere trasferiti. Viceversa, il contratto non sarà rinnovato.
Il parere di Antonello Giannelli sull'obbligo di rotazione per dirigenti scolastici
Antonello Giannelli, presidente di ANP, critica la posizione della Corte dei Conti sull'obbligo di rotazione per dirigenti scolastici. Giannelli sottolinea infatti come nonostante la scuola faccia parte della pubblica amministrazione, ha delle caratteristiche che ne fanno un mondo a parte.
Accomunare la scuola, in tutto e per tutto, alla pubblica amministrazione sarebbe dunque un errore, anche se nel farlo si vuole applicare in maniera zelante il protocollo anticorruzione.
La figura del dirigente scolastico è infatti fondamentale nell'economia di un istituto. Cambiarlo significa interrompere la continuità all'interno della scuola e Giannelli reputa inaccettabile che questo avvenga per l'automatismo di una norma applicata a prescindere dai casi.
vedi anche: Corte dei Conti e ANAC sono d'accordo sulla rotazione dei DS: , ma il Ministro Valditara frena
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