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La definizione dell’orario scolastico è uno dei momenti più importanti dell’inizio dell’anno scolastico: vediamo i criteri e le buone pratiche, i principali conflitti che possono insorgere e la loro risoluzione. it-IT Editoriale 2023-08-31T12:29:33+02:00
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Definizione dell’orario scolastico: strategie, buone pratiche, possibili conflitti e soluzioni

La definizione dell’orario scolastico è uno dei momenti più importanti dell’inizio dell’anno scolastico: vediamo i criteri e le buone pratiche, i principali conflitti che possono insorgere e la loro risoluzione.

Gianmarco Bonomo
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Con l’inizio del nuovo anno scolastico alle porte diventa importante la definizione dell’orario scolastico. Si tratta di un momento fondamentale per il funzionamento della scuola che deve rispettare dei criteri ma può anche portare a diversi conflitti.

In questo approfondimento vedremo in particolare:

  • cos’è l’orario scolastico;
  • quali sono i conflitti nella pianificazione dell’orario;
  • le esigenze da tenere in considerazione;
  • gli obblighi contrattuali dei docenti;
  • i criteri per l’articolazione dell’orario scolastico.

Cos’è l’orario scolastico e chi lo definisce

L’orario scolastico è uno strumento di programmazione che indica:

  • quando si tengono le lezioni;
  • per ciascuna classe, quali docenti tengono le lezioni e in quali giorni.

Una programmazione di questo tipo riguarda tutto il personale della scuola e tutti gli studenti. Diventa pertanto fondamentale definire l’orario scolastico in modo da ottenere un’organizzazione efficace e al riparo da conflitti fra gli attori in gioco.

Sebbene la competenza sia del Dirigente Scolastico, la prassi vuole che la definizione dell’orario scolastico rispetti i criteri stabiliti dal Collegio Docenti e dal Consiglio di Istituto.

Infatti, un orario scolastico non fornisce soltanto l’orario delle lezioni, ma include anche i momenti di pianificazione e di sviluppo professionale dei docenti.

Rispetto al passato, la definizione dell’orario scolastico non viene più effettuata a mano. Al contrario si utilizzano software di pianificazione che, benché possano giovare dell’intervento umano, sono in grado di preparare bozze che tengano conto di tutte le esigenze. O quasi.

Conflitti nella definizione dell’orario scolastico

La preparazione dell’orario scolastico è quindi un momento, come abbiamo visto, in cui è necessario bilanciare le necessità dei diversi attori in gioco. La scuola in quanto istituzione, i docenti, gli studenti hanno tutti esigenze di cui l’orario dovrà tenere conto.

Di conseguenza, di frequente possono presentarsi alcuni conflitti in diversi ambiti. Per esempio:

  • pianificazione delle tempistiche, che richiede un bilanciamento delle necessità tanto degli studenti quanto dei docenti;
  • simultaneità delle classi, dal momento che spesso si rischiano accavallamenti ed è necessario tenere in considerazione i tempi di spostamento da una sede all’altra, se presenti;
  • sovrapposizione degli orari, più comune se un docente insegna più discipline in più classi e se ci sono tante classi di cui definire l’orario;
  • utilizzo dei laboratori scolastici, conflitto dovuto alle limitate risorse e risolvibile con un’adeguata e anticipata programmazione degli accessi.

Definire l’orario scolastico: alcune buone pratiche

Ci sono diversi modi per evitare, o meglio, prevenire i conflitti di cui abbiamo parlato nel paragrafo precedente. In primo luogo, è importante ricordare che l’efficacia dell’azione scolastica è direttamente legata alla definizione dell’orario. Inoltre, non bisogna dimenticare che l’orario scolastico definisce una routine regolare per docenti e studenti ma fornisce anche informazioni ai genitori e alle famiglie.

La programmazione di un buon orario scolastico non può quindi prescindere da:

  • comunicazione efficace fra docenti;
  • considerazione delle esigenze di tutti i soggetti in gioco;
  • uguale trattamento fra le discipline e i docenti;
  • gestione ottimizzata del tempo a disposizione della scuola;
  • semplificazione, dove possibile;
  • coerenza fra indirizzi diversi nello stesso istituto, se presenti.

Orario scolastico e obblighi contrattuali dei docenti

Oltre a quanto già detto, la definizione dell’orario scolastico deve tenere conto anche degli obblighi contrattuali dei docenti. Il CCNL del 1995, per esempio, stabilisce all’articolo 42 che l’insegnante ha l’obbligo di vigilanza nei cinque minuti precedenti l’inizio delle lezioni, nonché l’uscita degli alunni. Si legge che:

"Per assicurare l’accoglienza e la vigilanza degli alunni, gli insegnanti sono tenuti a trovarsi in classe 5 minuti prima dell’inizio delle lezioni e ad assistere all’uscita degli alunni medesimi."

Inoltre, i docenti sono responsabili dei danni causati dagli studenti sotto la loro sorveglianza, a meno che possano provare di non aver potuto impedire il fatto, nonché se il danno è causato da azioni repentine o imprevedibili. Il docente è anche responsabile dei danni causati dagli studenti nel momento in cui egli lascia l’aula senza adeguata sorveglianza, dopo aver preso in consegna la classe.

A queste predisposizioni si aggiungono anche le modalità di svolgimento dell’orario di lavoro dei docenti, che:

  • si articola in almeno cinque giorni settimanali;
  • non può articolarsi su più di sei ore giornaliere e meno di due;
  • si articola basandosi su funzionalità del servizio e criteri didattici.

Possono essere prese in considerazione esigenze particolari, che vanno motivate e sottoposte al Dirigente Scolastico in forma scritta.

Possibili criteri da adottare nella definizione dell’orario scolastico

Come abbiamo accennato all’inizio dell’articolo, di norma l’orario scolastico viene predisposto dal Dirigente Scolastico nel rispetto dei criteri fissati dal Collegio Docenti e dal Consiglio di Istituto.

Questi organi possono stabilire alcuni vincoli che tengano conto di:

  • insegnamento della religione cattolica;
  • insegnanti con più scuole o spezzoni;
  • insegnanti con contratto di tempo parziale;
  • uso degli spazi comuni della scuola.

Per quanto riguarda i criteri veri e propri, questi sono alcuni esempi che possono ottimizzare la definizione dell’orario scolastico:

  • distribuire in modo equilibrato le materie su base giornaliera e settimanale;
  • alternare materie teoriche e pratiche nel corso della giornata, con le seconde preferibilmente nelle ultime ore di lezione;
  • nella scuola primaria, stabilire un massimo di sei ore settimanali per la mensa;
  • nella scuola secondaria, stabilire due ore consecutive per materie quali educazione fisica, lettere e matematica;
  • svolgere le materie con due sole ore settimanali in due diverse giornate;
  • nella scuola secondaria, stabilire una rotazione annuale del giorno libero, nel caso sia richiesto da più docenti.

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Gianmarco Bonomo

Scrivo da sempre e, se contiamo anche i temi delle scuole elementari, anche da prima. Negli anni ho unito la mia passione per la scrittura a quella per i meccanismi della comunicazione, che ho tradotto nel mio lavoro di SEO Copywriter e autore in diversi campi. Mi piace approfondire le tematiche che riguardano il mondo della scuola e che vanno dai risvolti politici alla cultura, dagli approfondimenti normativi al racconto quotidiano delle novità scolastiche.

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