Il tema del contratto degli insegnanti continua a tenere banco nelle giornate che precedono la formazione del nuovo governo dopo le elezioni del 25 settembre. Per ultimo si è pronunciato Marcello Pacifico di Anief.
La priorità deve essere quella di ridare dignità alla precaria scuola italiana e ai suoi insegnanti: un miglioramento delle condizioni lavorative che passa in primis dall'adeguamento degli stipendi agli standard dei colleghi europei.
300 milioni di euro per il contratto e obiettivo rinnovo a dicembre
Per il rinnovo del contratto dei docenti sono stati stanziati 300 milioni di euro: almeno così dovrebbe essere se non fosse che secondo Antonio Naddeo, presidente di Aran, non esiste in realtà alcuna comunicazione ufficiale a riguardo.
L'atto di indirizzo deve infatti prima essere approvato da parte della Pubblica amministrazione e del ministro dell'Economia, step ancora non ufficialmente avvenuto.
Al momento dunque i conti si fanno con le risorse disponibili, senza contare l'investimento di nuovi fondi o eventuali modifiche che il nuovo governo potrebbe voler fare una volta insediatosi.
Considerando quest'ultimo fattore, e sulla scia dell'esito dell'ultimo incontro con l'Aran è possibile ipotizzare una firma del nuovo contratto - con l'eventuale assegnazione di questi nuovi fondi - entro il mese di dicembre.
L'urgenza è chiaramente legata anche alla crisi economica. L'inflazione sta infatti duramente colpendo le tasche degli italiani ed è fondamentale che anche i lavoratori della scuola possano fronteggiare il rincaro della vita.
Pacifico sottolinea inoltre come i sindacati stiano cercando da luglio nuove risorse per garantire un aumento stipendiale che non sia solo un bonus una tantum di 150 euro, ma un incremento mensile, oltre al saldo dei 3000 euro di arretrati.
Le cifre del rinnovo contrattuale
Possibile fare delle stime delle cifre che interesseranno il contratto scuola: 120 euro lordi, ma non a tutti. L'assegnazione dipenderà infatti da alcune modifiche legate alla nuova legge di bilancio, mirate a premiare la professionalità.
Nonostante l'incremento significativo rispetto agli 80 euro lordi del biennio 2016-2018, si parla di una cifra irrisoria, sia rispetto alle promesse elettorali, sia rispetto ai costi della vita in questo periodo di crisi. Proprio per questo, sarà decisivo l'intervento del nuovo governo, qualora riuscisse a reperire altre risorse.
Pacifico afferma ad esempio che servono 6 miliardi per l'aggiornamento dell'indennità di vacanza contrattuale, così da determinare un aumento del 4% a gennaio 2023, ovvero tra i 70 e gli 80 euro in più per il contratto 2022-24.
Non solo contratto. Quali le altre sfide del nuovo governo?
Il miglioramento della situazione della scuola italiana non è comunque legato al solo contratto. Secondo Pacifico una priorità del nuovo governo dovrà anche essere la lotta al precariato. Per farlo bisogna assumere su tutti i posti vacanti e disponibili attualmente privi di titolare di cattedra, usando il doppio canale di reclutamento anche per i posti in deroga sul sostegno.
Il precariato è infatti un'autentica piaga, che mina la continuità didattica e la libertà di insegnamento, costringendo peraltro i docenti ad allontanarsi dalle proprie famiglie e privandoli della propria stabilità. Stop dunque anche ai vincoli e alle disparità di trattamento tra precari e docenti di ruolo.
Necessario anche un ricambio generazionale, dato che l'Italia ha la classe docente più anziana al mondo e un'età di immissione media in ruolo di 45 anni. In altri termini, si stima che più del 50% degli insegnanti italiani siano circa sessantenni.
Bisogna infine snellire le procedure di assegnazione delle supplenze. A seguito di numerosi errori nella gestione dell'algoritmo infatti si sta procedendo con l'utilizzo delle MAD, che però non possono essere mandate dagli esclusi inseriti in graduatoria.
Una situazione caotica ai limiti dell'incomprensibile, che rende ulteriormente farraginosa la burocrazia scolastica e che va assolutamente risolta con urgenza.