Il 20 maggio un giovane 17enne di Merano è rimasto gravemente ustionato a causa di un ritorno di fiamma in una carrozzeria di Merano mentre svolgeva la sua attività di PCTO.
Le sue condizioni migliorano, ma per gli studenti la misura è colma: troppi incidenti sul lavoro e troppo poco interesse da parte del ministro dell'Istruzione Bianchi.
Cos'è il PCTO? Troppi incidenti durante l'alternanza scuola lavoro
Ex alternanza scuola lavoro, il PCTO nasce con l'obiettivo di integrare lo studio dei giovani italiani con attività pratiche di avviamento professionale. Quest'anno sono però già morti due studenti. Quest'ulteriore incidente impone necessariamente una riflessione sulla situazione.
Bisogna infatti chiedersi quanto sia opportuno proporre ai ragazzi attività in un certo tipo di aziende quando in Italia la sicurezza sul lavoro è già un tasto dolente per professionisti qualificati e abituati al lavoro.
Gli infortuni, e purtroppo i decessi, sul lavoro sono infatti una vera e propria piaga che affligge l'Italia: se è vero che non è un problema di pertinenza della scuola, quanti altri incidenti servono per non esporre gli studenti a dei rischi francamente evitabili?
Gli studenti a questo proposito lamentano un silenzio del ministro Bianchi che anzi, nelle volte in cui ha toccato l'argomento, ha manifestato di apprezzare molto questo tipo di formazione tecnico culturale, anche come strumento per combattere la dispersione scolastica.
L'Unione degli Studenti contesta il Ministro Bianchi. Assenza di dialogo e promesse non mantenute
L'Unione degli Studenti si è fatta carico dell'insofferenza di tantissimi ragazzi e ragazze stanchi di vivere ingiustizie sulla loro pelle, scrivendo una lettera a Bianchi.
La lettera accusa il Ministro di "Rubare il futuro ad un'intera generazione" , di negare le proteste (riferimento alla direttiva Lamorgese) e di reprimere il dissenso, con sospensioni nelle scuole e manganellate nelle piazze.
Secondo i rappresentati di UDS anche nelle occasioni di dialogo tra studenti e ministro, quest'ultimo avrebbe fatto false promesse, paventando cambiamenti nel rapporto tra scuola e formazione professionale che poi non si sono verificati.
Nel frattempo i due tristi casi di Giuseppe Lenoci e Lorenzo Parelli, due giovani purtroppo deceduti durante corsi di formazione professionale, hanno reso sempre più evidenti le storture di un sistema che espone gli studenti a rischi in contesti evidentemente poco adatti.
Gli studenti non vogliono fermarsi. Perentori, sempre riferendosi direttamente al ministro Bianchi affermano "Noi continueremo a mobilitarci, attendendo risposte concrete, Lei inizi per lo meno a vergognarsi" .
Non solo rabbia. Le proposte degli studenti per ripensare l'alternanza scuola lavoro
Da tempo gli studenti hanno presentato le loro proposte per ripensare i percorsi di alternanza scuola lavoro e più in generale il rapporto tra l'impresa e l'istruzione.
Nella lettera inviata al Ministro gli studenti ricordano di avere lanciato degli spunti già lo scorso inverno agli Stati Generali della scuola.
Una formazione rivista, che passa da aule, laboratori e anche imprese sul territorio, ma con una maggiore sicurezza e attenzione ai diritti dei lavoratori. Gli studenti vogliono rimanere fuori dai processi produttivi e soprattutto potersi confrontare sulla struttura dei percorsi di formazione.
Troppo spesso questi vengono infatti percepiti, e svolti, come un obbligo curriculare, senza fare troppa attenzione all'effettiva coerenza col percorso di studi. Gli studenti in definitiva vogliono essere parte attiva di un cambiamento che conduca ad una scuola diversa e più vicina alle loro esigenze e ai loro diritti.