In questi giorni si è discusso del regolamento dedicato alle supplenze per l'anno scolastico 2022/23. La conferma della procedura digitale per l'assegnazione ha fatto piacere ai docenti precari che però hanno dovuto mal digerire una cattiva notizia.
Il Miur ha infatti ribadito ai sindacati l'intenzione di rimandare ufficialmente l'aggiornamento delle graduatorie, inizialmente previsto per quest'anno, al 2023, scatenando l'insoddisfazione degli insegnanti.
Una petizione contro il rinvio: le motivazioni dei docenti
I docenti hanno dunque deciso di manifestare il proprio disappunto contro il rinvio dell'aggiornamento delle graduatorie, previsto per il 2022, firmando una petizione.
Le motivazioni alla base di questa protesta si intrecciano tra la sfera personale e quella scolastica.
Da una parte infatti i docenti sottolineano come l'appuntamento con l'aggiornamento graduatorie fosse fondamentale per programmare il proprio progetto di vita, cambiando magari provincia per esigenze familiari o personali.
Uno smacco anche per i neolaureati che potrebbero immettersi in graduatoria per dare il via al loro percorso professionale o per coloro i quali, alla luce delle esperienze degli ultimi due anni, avrebbero la possibilità veder aggiornato il proprio punteggio e aumentare le possibilità di essere chiamati.
Ad aggravare una decisione già di per sé irrispettosa della condizione dei docenti precari è anche lo scarso preavviso nel comunicare la decisione, a pochi mesi infatti da quello che sarebbe stato l'appuntamento previsto dall'OM 60/2020.
Allo stesso tempo rinviare di un anno le graduatorie significa non risolvere i problemi di impiego e reclutamento che le scuole si trovano, già nel corrente anno scolastico, ad affrontare. Il difficile rientro a scuola ha infatti messo in luce come molte scuole, specialmente del nord Italia, abbiano difficoltà a reclutare insegnanti dalle GPS e dalle corrispettive G.I.
Una situazione che porta all'intensivo ricorso alle MAD ma che allo stesso tempo rende ancora più ingiustificabile la decisione di rinviare l'aggiornamento alle graduatorie, in quanto processo che sarebbe funzionale ad affrontare meglio la carenza di supplenti.
I docenti chiedono inoltre che non venga utilizzata come scusa quella delle difficoltà informatiche. Viene infatti ricordato come già in occasione della transizione da cartaceo a digitale avvenuta nel 2020, in piena prima ondata Covid, la predisposizione di adeguati sistemi informatici sia stata celere (compiuta in circa un mese).
Va dunque da sé che questa non può essere posta come motivazione insormontabile.