Il ministro Valditara è in polemica con Luciana Littizzetto. La comica e presentatrice ha infatti fatto una riflessione, accompagnata dalla sua solita ironia, sul caso della docente colpita da uno studente con dei proiettili sparati da una pistola giocattolo.
Valditara e altri esponenti politici si sono pronunciati in assoluta difesa della professoressa, dicendo che in casi del genere non c'è nulla di cui discutere ma solo da difendere. Ma quali sono state le parole della comica che hanno così tanto infiammato gli animi del dibattito politico?
Luciana Littizzetto: "A volte i docenti mancano di empatia"
Luciana Littizzetto è stata ospite della trasmissione radiofonica La Bomba, sulle frequenze di Radio Deejay, il 21 gennaio. Durante il suo intervento la comica ha condannato quanto accaduto alla prof. Maria Cristina Finatti, ma ha fatto delle considerazioni che non sono andate giù al ministro Valditara.
Partendo dalla sua esperienza di insegnante per nove anni, Littizzetto ha ricordato come anche lei ha avuto a che fare con classi difficili che, pur non essendo arrivate a sparare con una pistola giocattolo, erano particolarmente turbolente. Ciononostante, lei non ha mai denunciato o scritto ai giornali e ha risolto tutto con le sue forze.
La gestione delle classi difficili infatti sarebbe parte delle abilità di un docente. "O ce la faccio con le mie forze o è meglio che cambi mestiere" ha infatti affermato Luciana Littizzetto che ha poi continuato affermando che:
"Non esiste una classe ingovernabile, esistono dei professori molto bravi con i quali i ragazzi stabiliscono una relazione e altri con cui non ci riescono. E non è solo colpa dei ragazzi, è anche proprio colpa del professore. È l'empatia, quel qualcosa che fa intuire ai ragazzi che proprio li ami, altrimenti non saresti lì perché ti piace stare con loro, sei interessato a ciò che pensano e sentono. Se riesci a creare questa sensazione, non ti sparano con la pistola ad aria compressa"
Polemica con Luciana Littizzetto: Valditara, Salvini e Sasso in difesa della docente
Il ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha commentato l'intervento di Luciana Littizzetto con un tweet che non lascia spazio a interpretazioni. Valditara ha infatti cinguettato che:
"Quando uno studente spara ad un insegnante non ci sono se e non ci sono ma. Educhiamo al rispetto sempre e comunque"
Anche altri esponenti della Lega, come l'ex sottosegretario all'Istruzione Rossano Sasso o il segretario Matteo Salvini, sono intervenuti contro Luciana Littizzetto. Sasso ha infatti ironizzato rivolgendosi direttamente agli insegnanti e dicendo che gli episodi di violenza nei loro confronti sarebbero dunque riconducibili alla loro mancanza di empatia; Salvini ha invece ricordato che a volte il silenzio è d'oro.
Anche Cisl Scuola contro Luciana Littizzetto
Anche Ivana Barbacci, segretaria di Cisl Scuola, è intervenuta criticando l'intervento di Luciana Littizzetto, ritenendo che comportamenti lesivi verso la dignità degli insegnanti sono a prescindere da condannare senza alcuna giustificazione. Al contrario di quanto affermato dalla comica dunque esistono davvero delle classi ingovernabili in quanto, sempre secondo Barbacci:
"Gli adulti non sono più punti di riferimento stabili e non sono esempio di rettitudine e di rispetto. La scuola riceve ciò che, in molti casi, la famiglia e la società trasmette ai ragazzi, ovvero arroganza, prepotenza, superbia, disprezzo e viene lasciata sola nello svolgere il difficilissimo compito dell'educare"
Oltre la polemica: la scuola diventa un ambiente sempre più difficile
Il caso della docente colpita dai suoi studenti con i proiettili sparati da una pistola giocattolo è indubbiamente destinato ad animare il dibattito sullo stato di salute della scuola italiana.
L'intervento di Luciana Littizzetto è sicuramente stato infelice, sbagliato nei modi e ingenuo nei contenuti. Pur non essendoci dubbio che l'intento della comica non fosse quello di stigmatizzare la docente, è assolutamente vero che in casi come questo i ragazzi sono indifendibili e quanto fatto non può essere in alcun modo minimizzato o giustificato.
Allo stesso tempo è chiaro che esiste una frattura generazionale tra docenti e studenti. Se è vero che oggi c'è molto meno rispetto per la figura dell'insegnante, e la pandemia ha sicuramente accentuato alcuni aspetti di una crisi sociale già in corso da anni, è altrettanto vero che l'empatia rimane una dote fondamentale.
Pur esistendo classi ingestibili ci sono anche docenti che non provano nemmeno a instaurare un rapporto empatico e comprensivo verso gli alunni. Sono sfumature di un discorso che ovviamente si perdono nei dibattiti social e politici, polarizzati per natura, ma che non possono non venire considerate se davvero si vuole costruire una scuola migliore.
Un processo lungo e impegnativo, che non può certamente essere compiuto a suon di tweet o interventi comici ai microfono di una radio.