Con la pubblicazione del regolamento in Gazzetta Ufficiale, si attende ora la pubblicazione del bando del concorso per diventare Dirigente Scolastico. Per superare la procedura selettiva, uno degli ambiti disciplinari su cui verteranno le prove d'esame riguarda i Sistemi educativi dei Paesi dell'Unione Europea. Facciamo un po' di chiarezza.
Sistemi educativi dell'Unione Europea: Europa 2020 e gli obiettivi sul sistema di istruzione
Con Europa 2020, l'Unione Europea aveva definito alcune strategie da mettere in atto per costruire un'Europa sostenibile e inclusiva. Fra gli obiettivi da raggiungere entro il 2020 c'era anche la realizzazione di una dimensione dell'educazione condivisa a livello europeo.
Gli obiettivi di Europa 2020 in relazione all'istruzione erano:
- favorire l'apprendimento permanente e la mobilità;
- migliorare la qualità e l'efficacia dell'educazione;
- promuovere l'equità, la coesione sociale e la cittadinanza attiva;
- incoraggiare creatività, innovazione e imprenditorialità.
A tale scopo, la politica di coesione europea intendeva sostenere la modernizzazione dei sistemi di istruzione e formazione degli Stati membri, includendo anche investimenti nelle infrastrutture e contrasto alla dispersione scolastica.
Non tutti gli obiettivi sono tuttavia stati raggiunti entro il 2020 e, a oggi, il contesto europeo non è ancora omogeneo.
Abbandono scolastico e poca occupazione: i problemi del sistema di istruzione italiano
Nel contesto dei Sistemi educativi dell'Unione Europea, Eurydice ha evidenziato come l'Italia abbia fatto qualche passo avanti.
Per esempio, il tasso dell'abbandono precoce dei percorsi di istruzione e formazione si è abbassato di poco, stabilizzandosi al 14,5%. Il livello di abbandono è più elevato nelle regioni meridionali rispetto a quelle del nord, e più alto fra gli studenti rispetto alle studentesse.
Se il livello di frequenza dei bambini di 4 anni nella scuola dell'infanzia è aumentato, raggiungendo il target, è da migliorare il dato sui diplomati dell'istruzione superiore. L'Italia ha infatti un misero 27,8% che la posiziona al penultimo posto in Europa. I fattori che, per Eurydice, influenzano la percentuale sono soprattutto:
- abbandono scolastico;
- lunga durata degli studi universitari;
- costi elevati della formazione superiore.
Altro dato sul quale il nostro Paese dovrà lavorare in futuro riguarda poi l'occupazione dei neodiplomati dell'istruzione secondaria e terziaria. L'Unione Europea ha fissato il target all'82%, mentre l'Italia si ferma al 56,5%, un risultato ancora insoddisfacente.
Sistemi educativi dell'Unione Europea: le priorità e i traguardi da raggiungere entro il 2030
Nel processo di aggiornamento del quadro strategico per la cooperazione europea nel settore dell'istruzione e della formazione, il Consiglio d'Europa ha individuato alcune priorità strategiche.
Per grandi linee, il progetto riprende gli obiettivi che già avevano animato Europa 2020:
- migliorare la qualità, l'inclusione e il successo di tutti nell'istruzione e formazione;
- diffondere l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita e la mobilità;
- rafforzare le competenze e la motivazione dei docenti;
- rafforzare l'istruzione superiore europea;
- sostenere la transizione verde e digitale nell'istruzione e formazione.
Una volta definite le priorità, il Consiglio d'Europa ha anche individuato sette traguardi che i Paesi membri dell'Unione Europea dovranno raggiungere entro il 2030.
Si tratta di obiettivi molto più concreti - rispetto alle priorità - e che hanno lo scopo di monitorare i progressi nel settore dell'istruzione e formazione.
Nello specifico, si tratta di:
- abbassare sotto al 15% la percentuale dei quindicenni con scarsi risultati in lettura, matematica e scienze;
- abbassare sotto al 15% la percentuale degli studenti dell'ultimo anno di scuola secondaria di primo grado con scarsi risultati in alfabetizzazione informatica;
- far partecipare al livello prescolare almeno il 96% dei bambini con età compresa fra 3 anni e l'inizio dell'istruzione primaria obbligatoria;
- abbassare e contenere al 9% la percentuale dell'abbandono precoce dell'istruzione e formazione;
- aumentare ad almeno il 45% la percentuale delle persone, con età compresa fra 25 e 34 anni, che abbiano ottenuto un titolo di studio di livello terziario;
- entro il 2025, portare ad almeno il 60% la percentuale dei neodiplomati dell'istruzione e formazione professionale che hanno beneficiato dell'apprendimento basato sul lavoro;
- entro il 2025, portare ad almeno il 47% la percentuale degli adulti, con età compresa fra 25 e 64 anni, che abbiano partecipato ad attività di apprendimento nei dodici mesi precedenti.
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