La questione del precariato scuola è uno dei temi più scottanti del nostro Paese, non certamente risolvibile con la sola questione concorsi. Resta infatti fuori una grossa fetta di docenti attivi nell'insegnamento già da diversi anni, com'è il caso dei supplenti. Anche dal loro canto, essi esigono una stabilizzazione, con una riforma che - a latere di quella concernente l'abilitazione - ne preveda l'assunzione.
Riattivazione PAS
Ad esprimersi con costanza e vigore in merito alla spinosa questione della stabilizzazione dei docenti precari è il responsabile scuola della Lega Mario Pittoni: a suo dire è impensabile procedere, come si sta facendo, con le consuete modalità concorsuali senza attivare, al contempo, i percorsi formativi abilitanti all'insegnamento (Pas).
La conseguenza di un tale atteggiamento, argomenta, consiste nell'eventualità che molti docenti di lungo corso - ma non stabilizzati - con ogni probabilità non avranno più possibilità di lavorare, con l'inevitabile "dispersione di un enorme patrimonio di esperienza". A tal proposito il senatore lancia un appello al Ministero, secondo cui urge:
"una presa in carico con la massima urgenza da parte del ministro dell'Istruzione d'intesa con quello dell'Università, della riattivazione dei percorsi formativi abilitanti all'insegnamento".
Lega e PD: doppio canale di reclutamento
Anche il Partito Democratico, insieme con molte frange sindacali, si unisce all'appello del senatore leghista Pittoni: occorre ripristinare il doppio canale di reclutamento. Alla fonte, infatti, il sistema per evitare il precariato docenti dovrebbe essere costituito da un doppio canale di reclutamento:
- uno tramite concorsi banditi con cadenza più ravvicinata;
- l'altro immettendo in ruolo gli insegnanti con almeno 36 mesi di servizio.
Anche Marcello Pacifico, presidente Anief, parla di abolizione di "supplentite" entro il prossimo dicembre. Ciò in ragione del fatto che l'Italia è stata costretta ad inserire nel PNRR la questione del precariato della classe docente:
"Grazie all'operato del sindacato, che ha portato alla raccomandazione del 2021 del Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa, il Governo è stato costretto a inserire dentro il PNR il problema del reclutamento dei precari: c'è scritto che l'Italia deve rispondere all'Europa entro il 2022 sulla questione del precariato. Quindi entro dicembre di quest'anno ci deve essere una riforma ordinaria che elimini la supplentite. Ci batteremo sempre per la parità di trattamento tra personale precario e di ruolo".
IL DECRETO SOSTEGNI BIS
Il decreto legge n.73 del 2021 - meglio conosciuto come il Decreto Sostegni bis - apporta comunque una prima modifica nello scenario del precariato e rappresenta l'inizio sostanziale di una nuova fase di reclutamento. Nel frattempo, però, il Ministero sta valutando come sarà composta la formazione iniziale degli insegnanti: ciò che si prospetta è una abilitazione all'insegnamento tramite CFU; propedeuticamente sarà tuttavia necessario essere in possesso di 60 crediti universitari nelle discipline pedagogiche e 24 di questi dovranno essere stati maturati mediante tirocinio. Soltanto chi sarà in possesso di tali requisiti potrà accedere a concorsi semplificati e, qualora superati, accedere all'anno di formazione e prova con eventuale conferma del ruolo finale.