L'Ocse ha reso pubblici i dati del suo ultimo report sui docenti italiani, dal quale appare chiaro come l'insegnamento in Italia sia un mestiere prevalentemente a tinte rosa. Più dell'80% delle cattedre sono infatti occupate da maestre e professoresse.
Come mai questa tendenza? In base ai dati è possibile fare delle ipotesi, che si ricollegano direttamente al tema tanto discusso dell'aumento salariale per gli insegnanti italiani.
L'Italia è lo stato europeo con più maestre e professoresse. Questione di stipendi?
I numeri relativi all'anno scolastico 2020/21 parlano chiaro: più di otto insegnanti di ruolo su dieci sono donne, precisamente l'83,2%. Nessun paese dell'Europa occidentale è come l'Italia, che ricorda piuttosto paesi dell'ex blocco sovietico, dove l'insegnamento era a prevalenza femminile.
Il numero di maestre e professoresse è tra l'altro in crescita, specie alle medie e alle superiori. Vent'anni fa la percentuale si aggirava intorno al 79% ed era già un boom rispetto al 61% della metà degli anni '60 e al 74% degli anni'80. In meno di sessant'anni dunque vi è stata una crescita fortissima, del 18%, che non sembra fermarsi.
Nel contesto scolastico è dunque il genere maschile ad essere il sesso sottorappresentato. Il Consiglio europeo si è pronunciato a riguardo con una risoluzione che prevede strategie politiche per incentivare gli uomini all'insegnamento, entro il 2030.
La questione, secondo la stessa Ocse, sarebbe collegata alla scarsa retribuzione dei docenti italiani. L'esiguo stipendio percepito, specie se confrontato agli altri paesi europei, non rispecchierebbe le ambizioni degli uomini, maggiormente votati a lavori più remunerativi. Le modalità di lavoro inoltre garantirebbero più flessibilità alle insegnanti madri, rendendo loro il lavoro più appetibile.
Bisogna comunque fare una considerazione: l'aumento salariale dovrebbe prescindere da qualsiasi discorso su come il lavoro dell'insegnamento viene percepito, ma essere un riconoscimento dovuto a chi dedica la propria vita professionale alla scuola, indipendentemente dal suo sesso biologico.
Bozza del nuovo contratto scuola. Secondo Gilda l'aumento dello stipendio è inaccettabile
Praticamente in contemporanea al report Ocse arrivano le lamentele di Gilda relative al rinnovo del contratto scuola. L'incontro tra l'Aran e i sindacati non ha infatti soddisfatto i loro rappresentanti che hanno prontamente bocciato la bozza di contratto presentata.
Secondo Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Federazione Gilda-Unams, la proposta è infatti "Economicamente irricevibile". L'incremento salariale previsto sarebbe infatti appena del 4,2% per un triennio contrattuale, a fronte di un'inflazione in costante aumento che ha già raggiunto il 9%.
La questione vedrà sicuramente degli sviluppi nei prossimi mesi dopo l'elezione del nuovo governo. Le discussioni riguardo l'aumento dello stipendio degli insegnanti sono infatti sempre più fitte e la speranza è che qualcosa possa migliorare nel prossimo futuro.