È stato diramato dalla Congregazione per l'Educazione Cattolica un documento dal titolo "L'identità della scuola cattolica per una cultura del dialogo". Si tratta di istruzioni perentorie che i lavoratori delle scuole cattoliche - in quanto "munus e ufficio ecclesiale" - sono tenuti ad osservare, pena eventuale licenziamento.
IL CONTENUTO DEL DOCUMENTO
Per insegnare in una scuola cattolica si suppone un impegno globalmente in linea con l'itera comunità scolastica, nonché con i valori che in essa intendono essere promulgati. Tale impegno è reso definitivamente obbligatorio col testo emanato dal Vaticano contenente le indicazioni che i lavoratori delle istituzioni cattoliche debbono seguire. Tra queste, più di tutto, si legge, i dipendenti delle scuole cattoliche hanno il dovere di distinguersi per la "retta dottrina" uno "stile di vita probo".
Non si ammettono eccezioni alle regole perché, una volta sottoscritto il contratto (perfino a tempo determinato), il percorso che porta ad abbracciare in toto i precetti ecclesiastici cattolici diviene obbligatorio. Ciò è valido, a partire dal momento dell'assunzione, pure per coloro i quali non professano alcun credo religioso o adempiono ad un altro diverso dalla dottrina cristiano-cattolica: dalla sottoscrizione del contratto, infatti, tutto il personale scolastico ha l'obbligo di abbracciare l'"identità" cattolica della scuola, riconoscendo e rispettando i precetti che vengono posti a capo di essa.
Si tratta di una cauta avvertenza, commenta il Vaticano, poiché coloro che non la rispetteranno andranno incontro a "misure appropriate" come, ad esempio, un possibile licenziamento. Difatti il servizio dell'insegnante, all'interno di una scuola cattolica, deve essere inteso alla stregua di un "munus e ufficio ecclesiale": pertanto, qualora non dovesse attenersi alle regole che, in fase di sottoscrizione del contratto accetta - quale riflesso delle condizioni della scuola cattolica e della sua appartenenza alla comunità ecclesiale - la dirigenza scolastica sarà costretta a prendere misure appropriate, disponendo anche le dimissioni.
VIRGINIA KALADICH, PRESIDENTE FIDAE: "UN PASSAGGIO FONDAMENTALE"
Il documento diramato dal Vaticano, "L'identità della scuola cattolica per una cultura del dialogo", è stato accolto con grande entusiasmo da Virginia Kaladich, Presidente nazionale della Fidae, e definito un passaggio necessario al fine di "definire ancora meglio il ruolo delle nostre scuole e di tutto il sistema educativo del nostro Paese".
Difatti, commenta la Presidente, tanto più in un momento storico come quello in corso, la Chiesa deve assurgere maggiormente a faro nella formazione globale dei giovani. La sua importanza e responsabilità nell'abito dell'educazione, inoltre, deve essere fortemente rimarcata, quale "madre e maestra".
Ancora, la Kaladich coglie l'occasione per mostrare cenni di apprezzamento in merito al nuovo Patto Globale voluto da Papa Francesco che, sulla stessa linea, starebbe corroborando lo spirito, in primis della Fidae, nel garantire una formazione continua e costante ai propri docenti. Non solo, insieme con essa starebbe contribuendo a potenziare le capacità per "portare avanti la missione evangelizzatrice della Chiesa cattolica" intesa, precipuamente, come un apporto "alla costruzione di un mondo più fraterno e più giusto".
