In seguito all'approvazione in Consiglio dei Ministri del decreto contenente la riforma del reclutamento docenti, si attende la pubblicazione in GU per l'ufficialità del provvedimento. Ne abbiamo parlato nel nostro approfondimento con l'analisi di tutte le modifiche contenute nel testo.
Dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, il Decreto sarà pronto per la conversione in legge e, quindi, per la presentazione degli emendamenti da parte dei partiti.
Da questo punto di vista, alle voci critiche dei giorni scorsi stanno anche iniziando a sommarsi le diverse proposte. Dal momento che potrebbero portare a cambiamenti, anche sostanziali, nel testo della riforma, vale la pena soffermarsi su quali sono le posizioni della politica al riguardo.
I concorsi annuali sono un miraggio: le parole del responsabile istruzione della Lega
Per il senatore Mario Pittoni, responsabile istruzione della Lega e vicepresidente della Commissione Cultura del Senato, il provvedimento è deficitario in diversi punti fondamentali.
Su tutti, l'abilitazione e la stabilizzazione vengono ignorate. Nelle sue parole:
"L'impressione è che si cerchi di imporne definitivamente l'utilizzo con il "miraggio" dei concorsi a cadenza annuale, che però, come ben sanno gli addetti ai lavori, nella scuola sono tecnicamente impraticabili."
Che quello dei concorsi annuali sia uno scenario quasi utopico, lo si teme ormai da diversi mesi, Sarebbe infatti una soluzione più veloce ed economica ma che - secondo il sen. Pittoni - così com'è potrebbe comportare una qualità più bassa del corpo docenti.
Serve un reclutamento docenti che migliori la scuola, secondo il PD
Un colpo al cerchio e uno alla botte, com'è tradizione, dà il Partito Democratico. Da una parte, infatti, la responsabile scuola del PD Manuela Ghizzoni non critica apertamente la riforma e anzi ricorda la necessità di una riforma in contrasto con i provvedimenti del Ministro Bussetti, leghista, nel 2017.
Dall'altra parte, tuttavia, Ghizzoni si limita ad assicurare che:
"Il Partito Democratico agirà perché il provvedimento sulla formazione degli insegnanti, previsto dal PNRR, sia realmente all'altezza delle esigenze di miglioramento qualitativo della scuola italiana attraverso la formazione degli insegnanti e la valorizzazione delle professionalità dei docenti."
Sulle specifiche modalità di attuazione, non è ancora dato sapere.
Immissione in ruolo paradossale: la posizione di Liberi e Uguali
Anche per Liberi e Uguali il testo della riforma sul reclutamento docenti va corretto in diversi punti:
- abilitazione e assunzione dei docenti;
- incentivi di stipendio legati alla formazione;
- problema del precariato.
In particolare, su quest'ultimo punto la capogruppo di LeU al Senato Loredana De Petris evidenzia il paradosso per i vincitori di concorso:
"sino all'entrata in vigore fissata per il primo gennaio 2025 non potranno entrare in ruolo ma, in attesa di conseguire i 30 CFU, resteranno part-time e le ore restanti saranno coperte da neolaureati."
Allo stesso tempo, gli incentivi legati alla formazione continua vanno, per De Petris, resi oggetto di una contrattazione sindacale. Una posizione, che come vedremo, è condivisa da praticamente tutti i sindacati della scuola.
Riforma reclutamento docenti: parere positivo da Forza Italia e Italia Viva
Non solo critiche arrivano per la riforma del reclutamento docenti. I due principali partiti di centro e centrodestra, Italia Viva e Forza Italia, riconoscono il lavoro svolto dal Ministero dell'Istruzione e rilanciano. Secondo il deputato di IV Gabriele Toccafondi, è importante rendere centrali la formazione e il merito nella scuola italiana. Per Valentina Aprea, responsabile istruzione di Forza Italia e capogruppo del partito nella Commissione Cultura della Camera:
"Il decreto Scuola appena approvato in Consiglio dei Ministri contiene il positivo principio del modello integrato tra formazione e abilitazione, attraverso le lauree abilitanti con 60 crediti aggiuntivi, fortemente voluto e sostenuto da Forza Italia."
Governo e Ministro devono ritirare il Decreto: la posizione di FLC CGIL
Come abbiamo avuto modo di vedere, i principali sindacati della scuola si sono opposti alla riforma del reclutamento docenti voluta dal Ministro Bianchi. Da un lato, un comunicato congiunto di FLC CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola, Snals Confsal e Gilda degli Insegnanti ha puntato il dito contro la mancanza di confronto con il Ministero. Dall'altro lato, ANIEF ha lamentato la mancanza di investimenti.
In particolare, per FLC CGIL è mancato un vero e proprio confronto su:
- contratto scuola;
- atto di indirizzo;
- aumenti salariali;
- investimenti.
Secondo la Federazione dei Lavoratori della Cultura, il Governo e il Ministro dovrebbero ritirare il decreto. In caso contrario:
"si assumeranno la grave responsabilità di gettare le scuole nel caos, di turbare la conclusione dell'anno scolastico già fortemente provato dalle difficili condizioni vissute con la pandemia, di aprire uno scontro con la docenza italiana che ben altro si attendeva dal Governo."
L'iter del decreto per la conversione in legge
Dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, il Decreto con la riforma del reclutamento docenti approderà in Parlamento per la conversione in legge. In primo luogo, il testo arriverà in Senato e verrà sottoposto alle modifiche degli emendamenti da parte dei parlamentari. Poi sarà il turno della Camera, dove però la riforma arriverà - con tutta probabilità - blindata e senza possibilità di modifiche.
Dovremo attendere metà giugno per la legge ordinaria sul reclutamento dei docenti.