Un certo fermento anima le discussioni intorno al prossimo governo, alle misure che possiamo aspettarci per la scuola e alla figura del nuovo Ministro dell'Istruzione.
Nella generale incertezza che segue i risultati delle elezioni, colpiscono le differenze tra i programmi presentati dal centrodestra e la realtà dei prossimi mesi. Una delle questioni principali riguarda il rinnovo del contratto scuola. Ne abbiamo parlato parecchio, nei mesi scorsi, e anche i sindacati si sono rassegnati ad attendere l'approvazione della prossima legge di bilancio.
Ma qual è il punto della situazione?
Quali novità per la scuola? Il programma del centrodestra
Al netto delle differenze fra i singoli partiti, il centrodestra ha presentato un programma riguardante la scuola abbastanza ricco. Oltre alle proposte ideologiche, come il bonus scuola o la meritocrazia, le promesse di Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia si sono concentrate su:
- adeguamento degli stipendi alla media europea;
- investimenti nella formazione e nell'aggiornamento dei docenti;
- stabilizzazione dei precari della scuola.
Volendo riassumere in un'unica espressione questi tre punti, si parla anche di rinnovo del contratto scuola. Diventa però importante capire quanto è possibile realizzare, quali proposte si possono portare avanti e se ci sono i finanziamenti necessari.
Insomma: se la coperta è corta, cosa deciderà di coprire il nuovo governo?
Legge di bilancio e rinnovo del contratto scuola: il governo alla prova della realtà
Elezioni a settembre vuol dire tempi strettissimi per l'approvazione della legge di bilancio che, solo pochi mesi fa, veniva indicata dai sindacati come una possibile soluzione per il rinnovo del contratto scuola.
La realtà è spesso diversa però dalle intenzioni, quali che siano. Si parla di un tesoretto da 20 miliardi che il nuovo governo potrebbe avere a disposizione nell'ultima parte del 2022.
Di questi, 10 miliardi andrebbero per contrastare i rincari e 10 miliardi potrebbero confluire sulla legge di bilancio. Tecnicamente, c'è quindi margine di manovra per riaprire la contrattazione e fornire un maggiore sostegno alle retribuzioni dei docenti.
Il rinnovo del contratto scuola non è tuttavia l'unica questione da affrontare. Soltanto la conferma delle misure minime necessarie richiede almeno 30 miliardi di euro, così suddivisi:
- 14 miliardi per rinnovare fino a marzo 2023 i provvedimenti dei Decreti Aiuti contro il caro bollette;
- 10 miliardi per indicizzare le pensioni ai rialzi dell'inflazione;
- 3,5 miliardi per il taglio del cuneo fiscale;
- 2 miliardi per le spese indifferibili.
In un quadro del genere, possiamo già considerare archiviate le principali proposte del centrodestra: flat tax, azzeramento della riforma Fornero e rafforzamento del cuneo fiscale.
Come se non bastasse, al terzo anno di crisi dovuta a pandemia e guerra, le previsioni sulla crescita economica sono al ribasso per il 2023.
Se quindi mettiamo insieme promesse elettorali, tempistiche strette per la legge di bilancio e difficoltà nel trovare i finanziamenti, non emerge un quadro confortante.
Il rinnovo del contratto scuola, fra richieste dei sindacati ed elemosine politiche
Di fronte a questa situazione, al momento nulla si muove sul versante rinnovo contrattuale per il personale scolastico. L'aumento medio previsto è di 123 euro lordi al mese, una cifra non in linea con le richieste dei sindacati, che chiedevano un importo lordo a tre cifre.
Di questi 123 euro, tuttavia, 21 provengono dal MOF per contrattazione integrativa e non riguardano tutti i docenti. La cifra reale si aggira quindi intorno ai 102 euro lordi al mese, come anche confermato dal presidente ARAN Antonio Naddeo intervenuto al congresso UIL Scuola.
Il quadro è diverso per i dipendenti ATA, dove l'aumento medio comprensivo di ordinamento professionale e MOF per contrattazione integrativa arriva a circa 90 euro.
Per i sindacati della scuola, la soluzione migliore è quella di riaprire l'atto di indirizzo e recuperare almeno i 270 milioni di euro promessi dal governo ma non dal MEF.
A tale proposito, scrive la segretaria generale CISL Scuola Ivana Barbacci:
"Al nuovo governo, che dovrà lavorare subito alla legge di bilancio, ribadiamo la richiesta già fatta ai governi precedenti, e cioè che servono ulteriori risorse per il rinnovo del contratto di lavoro."Resta da capire se l'esecutivo a guida Meloni vorrà investire il tesoretto da 10 miliardi anche per il rinnovo del contratto scuola, peraltro in virtù dell'adeguamento salariale promesso in campagna elettorale.
O se, come troppo spesso accade, si tratterà ancora di elemosine politiche per un problema mai davvero risolto e che rischia di diventare sistemico.