Tutto fatto per il nuovo contratto scuola. All’Aran è infatti stata firmata l’ipotesi di accordo del Contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) relativo al comparto istruzione e ricerca per il periodo 2019-2021.
Sindacati e Aran hanno dunque raggiunto un accordo dopo diversi giorni di contrattazioni. Il provvedimento riguarda più circa 1.200.000 dipendenti, tra docenti, personale ATA e Dsga, che registreranno un aumento in busta paga. Ma cosa prevede il nuovo contratto scuola?
Incremento economico. Con il nuovo contratto scuola aumenti per tutto il personale. Ma le cifre sono insoddisfacenti
Incremento economico per tutto il personale, ma le cifre sono insoddisfacenti
L’aspetto di cui si è parlato di più è sicuramente quello economico. Anche la premier Giorgia Meloni si è pronunciata, ringraziando i Ministri Valditara e Zangrillo, dicendosi soddisfatta per un provvedimento dovrebbe donare nuova dignità ai lavoratori della scuola. A ben vedere però, l’incremento effettivo è davvero minimo.
Le cifre medie, da intendere al lordo, sono le seguenti:
- 96 euro mensili per il personale ATA;
- 124 euro mensili per il personale docente;
- 190 euro per i Dsga.
Va ricordato che in realtà parte di questi aumenti sono il risultato dell’accordo lampo del dicembre scorso, che aveva prodotto un incremento medio di 100 euro, più l’erogazione degli arretrati. L’aumento medio conseguente al nuovo contratto scuola sarebbe dunque di soli 18 euro lordi mensili.
Da ottobre un altro aumento: l’indennità fissa Rpd e un compenso una tantum
Da ottobre un altro aumento: l’indennità fissa Rpd e un compenso una tantum
Un altro aumento stipendiale per i docenti sarà registrato da ottobre, con un incremento dell’indennità fissa RPD. La cifra sarà progressiva, in base agli anni di carriera:
- Fino a 14 anni di servizio: 10,30 euro
- Tra i 15 e i 27 anni di servizio: 12,70 euro
- Oltre 27 anni di anzianità: 16,10 euro
Per quanto riguarda il personale ATA, soli 6-7 euro di aumento, mentre i Dsga potranno beneficiare di addirittura altri 60 euro mensili. Previsto anche un compenso “Una tantum” di 63,84 euro per i docenti e 44,11 per gli ATA.
Altre novità: permessi per supplenti, più risorse per la formazione, mobilità, incarichi di elevata qualificazione
Oltre all’aspetto economico, il nuovo contratto scuola ha messo sul piatto diverse novità per quanto riguarda mobilità, permessi e altri aspetti della professione. Ecco alcune delle più importanti:
- Permesso retribuito per i supplenti: Anche il personale a tempo determinato ha adesso diritto al permesso retribuito, con 3 giorni disponibili per anno scolastico e 6 giorni di ferie durante i periodi di attività per la fruizione dei permessi. Per quanto riguarda gli ATA, il permesso è richiedibile anche a ore (18);
- Risorse per la formazione: Con una modifica alla legge 107/15 verranno destinate nuove risorse alla formazione del personale ATA. Attualmente la percentuale destinata agli ATA è solo dello 0,4%;
- Mobilità: Prevista l’individuazione di deroghe in caso di blocco triennale per quanto riguarda trasferimenti provinciali e agevolazioni per docenti e DSGA neoassunti. Saranno tutelate categorie particolari di lavoratori, quali persone con disabilità, genitori con figli fino a 12 anni e caregiver familiari;
- Incarichi di elevata qualificazione (EQ): Una delle novità più rilevanti del contratto scuola appena firmato. Gli assistenti amministrativi che supereranno il concorso per funzionari potranno subito avere posto di EQ. Dopo che gli assistenti amministrativi facenti funzione prenderanno posto come funzionari, gli altri assistenti tecnici e amministrativi potranno accedere all’area funzionari con riserva posti del 50%. Il restante 50% è a concorso per esterni.
- Assistenti tecnici del primo ciclo: Il nuovo CCNL regola gli aspetti economici e quelli correlati alla prestazione lavorativa. Prevista un’indennità di disagio, la cui cifra è stabilità a livello nazionale, e la possibilità della modalità di lavoro agile;
- Area degli operatori ATA: Verrà istituita l’area degli operatori, dove confluiranno i lavoratori impiegati in attività di supporto strumentale a processi produttivi e sistemi di erogazione dei servizi connotati da procedure prestabilite, anche in sequenze diversificate, prive di presupposte conoscenze specifiche e/o qualificazioni professionali, in corrispondenza a ruoli ampiamenti fungibili.