Come era prevedibile, la pubblicazione dei dati sugli esiti delle prove INVALSI 2022 ha generato diverse polemiche, fra cui spiccano quelle dei sindacati del comparto scuola.
Benché le critiche siano variamente dirette verso le finalità del test, i risultati o le modalità di esecuzione, le polemiche si concentrano sulla necessità di:
- agire sulla scuola, con misure ad hoc e di sistema;
- riformare le prove INVALSI stesse, così da rispecchiare meglio il Paese.
Prove INVALSI 2022: per FLC CGIL adesso si deve investire sulla scuola
Per il sindacato FLC CGIL, i risultati delle prove INVALSI 2022 impongono alla politica di interrogarsi sulle differenze territoriali emerse e rimaste invariate rispetto agli anni passati. Divario fra regioni vuol dire infatti mancanza di unitarietà del diritto allo studio sul territorio nazionale.
Da questo punto di vista, il segretario nazionale Francesco Sinopoli traccia una correlazione fra gli esiti INVALSI e la tendenza a razionalizzare il personale scolastico di fronte alla diminuzione degli alunni.
Si tratta, senza mezzi termini, di una soluzione che FLC CGIL considera sbagliata. Al contrario, sono necessarie politiche espansive che portino all'aumento del tempo scuola e degli organici.
Ma le critiche non si fermano qui. Un altro punto di discussione riguarda la dispersione implicita, concetto che certifica le conoscenze e mette in discussione la valutazione individuale degli alunni da parte dei docenti. Sostiene Sinopoli:
"La FLC CGIL rifiuta l'idea che l'INVALSI certifichi le competenze dei singoli alunni, perché non rientra nelle sue competenze e soprattutto invade il campo della valutazione dei docenti, attività didattica molto più complessa di una semplice rilevazione estemporanea, generando confusione fra genitori e non addetti ai lavori."Una prima conseguenza di questo approccio che equipara il ritardo negli apprendimenti alla dispersione, continua il segretario nazionale, riguarda la distribuzione delle risorse del PNRR. Si tratta di critiche che peraltro Sinopoli fa già da diverso tempo.
CISL Scuola: risultati INVALSI impongono di agire su tutto il sistema scuola
CISL Scuola sposta leggermente il focus, nella polemica sui risultati INVALSI 2022. Entrando nel merito degli squilibri fra le diverse regioni, l'associazione sottolinea come sia necessario agire:
- da un lato, sulla scuola;
- dall'altro lato, su tutti i soggetti che ne sostengono l'impegno, a partire dalle autonomie sociali.
Come sostiene la segretaria Ivana Barbacci, diventa fondamentale agire in un'ottica sistemica e con politiche di ampio respiro. Si legge nel comunicato:
"Se questo non avviene, rischia di essere compromessa anche l'efficacia delle risorse assegnate alle scuole, che non bastano da sole (se ne ragiona proprio in questi giorni) a garantire il successo delle azioni di contrasto alla dispersione scolastica."Il punto di CISL Scuola si concentra proprio sulla sterilità delle critiche verso i singoli aspetti del sistema di istruzione. Gli istituti scolastici, le amministrazioni, la precarietà dei contratti, i soggetti di supporto sono tutti gangli del sistema, ed è necessario operare in modo convergente per raggiungere risultati concreti.
Prove INVALSI 2022: ANP invoca un cambio di passo sulla scuola
Un giudizio meno critico delle prove INVALSI 2022 viene dato dall'ANP, l'Associazione Nazionale dei Presidi. Per il presidente Antonello Giannelli, infatti, alcuni risultati lasciano un certo margine di positività, per esempio lo stop al calo rilevato da inizio pandemia.
Dall'altra parte, tuttavia, non si possono ignorare i diversi segnali di un malessere che viene espresso in:
- divari territoriali ormai insostenibili;
- dispersione implicita che annulla l'operato della scuola;
- dispersione scolastica sempre meno arginata;
- maggiori fragilità da parte di alunni che provengono da contesti socio-economici svantaggiati, e su cui la scuola non agisce;
- maggiori difficoltà al meridione nel garantire condizioni di equità.
La fotografia del 2022 non è certo confortante nonostante gli sparuti segnali positivi, che a questo punto vanno considerati come eccezioni. Per Giannelli,
"occorre puntare su una scuola che riveda profondamente i suoi paradigmi metodologici e valutativi. Solo ragionando in chiave formativa e dando piena attuazione a quella personalizzazione dei percorsi - ordinamentalmente prevista - indispensabile a garantire il successo formativo di ogni studente si potrà determinare un cambio di passo."
Anche qui l'ANP invoca un cambiamento nelle politiche che riguardano la scuola.
"Noi rileviamo soltanto i dati": le parole del presidente INVALSI
Sulle polemiche interviene anche Roberto Ricci, presidente dell'INVALSI, che risponde a coloro i quali sostengono che le rilevazioni dell'Istituto non porterebbero alcun reale miglioramento. Sostiene Ricci:
"Come l'ISTAT rileva il tasso di occupazione/disoccupazione senza che nessuno le contesti che non fa nulla per migliorare tali livelli di occupazione, così il ruolo dell'INVALSI è di rilevare i dati, non di agire a modificarli."Si tratta di un ragionamento coerente, in apparenza. Tuttavia, non tiene conto del fatto che i dati non sono mai oggettivi né le rilevazioni possono aspirare all'oggettività assoluta.
Un esempio è proprio quello che abbiamo visto a proposito delle polemiche di FLC CGIL. Che si tratti di una critica giusta o sbagliata, la definizione stessa di dispersione implicita porta a fare delle rilevazioni che ne sono influenzate e che ne risentono, orientando i metodi di raccolta e quindi i dati stessi.