Nel pomeriggio di ieri 24 maggio sono stati pubblicati i risultati della mobilità relativa all'anno scolastico 2023/24. Una procedura attesissima da tanti docenti che sognavano di potersi spostare per riavvicinarsi a casa e alla famiglia.
L'esisto della mobilità 2023/24 è però un successo solo a metà. Solo una percentuale di poco superiore al 50% dei docenti ha visto soddisfatta la propria richiesta. Per tutti gli altri è un nulla di fatto, che solleva le polemiche e i dubbi dei sindacati, specie sull'opportunità dei vincoli alla mobilità.
Mobilità docenti 2023/24: i dati sul territorio nazionale
Diamo un'occhiata più nel dettaglio agli esiti delle domande di mobilità docenti 2023/24. Il Ministero dell'Istruzione e del Merito ha comunicato che sono arrivate un totale di 82.282 richieste. Di queste, ne sono state soddisfatte 44.819, ovvero il 54,5% degli insegnanti che hanno preso parte alle procedure di mobilità ordinaria. Mobilità negata dunque a 37.463 docenti, con il II grado ad essere maggiormente penalizzato, dato che su un totale di 32.406 richieste solo 15.237, il 47%, sono state esaudite. Le domande accolte positivamente sono così ripartite:
- 40847 relative a procedure di mobilità territoriale;
- 3972 relative a procedure di mobilità professionale.
Anief: i trasferimenti potevano essere di più. Il problema dei vincoli e delle cattedre libere
Non è tutto da buttare dunque, ma la sensazione è che si sarebbe dovuto fare di meglio. Questo è in sintesi il parere di Marcello Pacifico, presidente nazionale di Anief, il quale afferma che i trasferimenti potevano essere di più. Era dovere del Governo provvedere rendere possibile questo scenario e prestare maggiore attenzione alla regolamentazione degli spostamenti interregionali e interprovinciali per garantire la continuità didattica.
Di fatto quasi metà dei docenti esclusi dalle procedure di mobilità 2023/24 rimarranno lontani dagli affetti. Un grave colpo al diritto alla famiglia, con l'aggravante che il mancato trasferimento non è legato a un'assenza di posti ma a una serie di regole sbagliate. Tante domande ad esempio non sono state nemmeno presentate, dati i vincoli alla mobilità che gravano sulle spalle dei neoassunti.
Inoltre, l'altissimo tasso di istanze non accolte, con il picco del 53% alle superiori, è conseguenza della ridotta percentuale di cattedre libere disposte per le operazioni di mobilità 2023/24.
A questo proposito si ricorda che Anief aveva già segnalato diversi emendamenti al decreto legge PA 44/2023, con uno che in particolare chiedeva la messa a disposizione del 100% delle cattedre per trasferimenti, passaggi di ruolo e di cattedra. Richiesta anche la garanzia dell'assegnazione provvisoria, la quale ha carattere annuale. Confermata invece la deroga dei vincoli annuali.