Per la scuola è un anno travagliato, tra polemiche su chiusure, riaperture, mascherine obbligatorie e banchi a rotelle, l'unico punto saldo sembrava la didattica a distanza. Grazie a questa modalità, durante il lockdown primaverile, le istituzioni scolastiche hanno affermato di essere riuscite a tutelare il diritto all'istruzione di tutti gli studenti, ma è stato realmente così?
Indubbiamente, ci sono stati dei risultati ma oggi, tirando le somme, l'attenzione cade su due aspetti in particolare la tutela dell'inclusione scolastica e del diritto allo studio di alunni con disabilità e l'effettivo lavoro svolto dagli insegnanti durante il lockdown. A sollevare il polverone sono due studi in particolare:
- Il report Istat sull'inclusione scolastica nell'anno 2019/20, del 9 dicembre 2020;
- L'indagine di Indire sulle pratiche didattiche durante il lockdown, del 10 dicembre 2020;
I dati hanno fatto scalpore e hanno avuto un grande impatto sul mondo della scuola, ma vediamo quali sono le evidenze emerse.
Didattica a distanza e Alunni disabili: il Report Istat
I dati relativi all'anno scolastico 2019-20 che saltano all'occhio dal rapporto ISTAT sono i seguenti:
- l'aumento degli alunni con disabilità all'interno delle scuole italiane;
- la percentuale di alunni disabili che non ha preso parte alle lezioni in didattica a distanza durante il lockdown;
- lo scarso numero di docenti di sostegno specializzati;
- la distribuzione non omogenea a livello nazionale degli assistenti all'autonomia;
Per il numero degli alunni con disabilità nell'anno in questione, il rapporto ISTAT segnala +13.000, ovvero ben il 3,5% degli iscritti. A questo aumento, probabilmente, le scuole italiane non erano pronte visto che dallo stesso studio emerge che 1 istituto su 4 non ha una postazione informatica per alunni con disabilità.
Considerevole è il numero di alunni disabili che non è riuscito a prendere parte alle lezioni in DAD, che è di circa 70.000, il 23% che cresce nel mezzogiorno fino a toccare il 29%.
Secondo l'Istat la possibilità degli alunni disabili di fruire della didattica a distanza è dovuta a diversi motivi, ecco quelli segnalati nel report
Motivi | Percentuale |
---|---|
Gravità della patologia | 27% |
Collaborazione dei familiari scarsa o mancante | 20% |
Disagio economico e sociale | 17% |
Difficoltà di adattamento del PEI alla DAD | 6% |
Mancanza di supporti e strumenti tecnologici idonei | 6% |
Mancanza di supporti didattici specifici | 3% |
Veniamo ora al personale destinato al sostegno: il 37% dei docenti selezionati per il sostegno, per motivi di carenza di personale, provengono dalle liste curricolari, e non ha una formazione specifica per svolgere quel ruolo.
Non parliamo, poi, degli assistenti per l'autonomia, operatori socio-educativi che dovrebbero essere assegnato agli alunni disabili in supporto. Il rapporto tra alunni ed assistenti è allarmante, soprattutto nel mezzogiorno, ecco il grafico ISTAT:
Il grafico è tratto dal Report Istat che vi invitiamo a visionare nella sua forma integrale al seguente link:
Report Inclusione Scolastica ISTAT 2019-20
Online Report di Indire sulla DAD in lockdown
Il Report si basa su un sondaggio svolto online su un campione di 3774 docenti di cui:
- 3.195 donne;
- 579 uomini;
Così divisi per ordine scolastico:
Di questi oltre 3700 docenti, solo 2.842 hanno risposto al sondaggio ed è emerso, in primo luogo, che non tutti avevano familiarità con la strumentazione tipica della didattica online.
Veniamo ora alle ore settimanali che i docenti hanno dedicato alla didattica a distanza:
Ordine/grado scolastico | Media ore DAD |
---|---|
Scuola dell'infanzia | 6 |
Scuola primaria | 9 |
Scuola secondaria I grado | 8 |
Scuola secondaria II grado | 8 |
La una media totale si rivela, dunque, di 8 ore.
Il numero di ore impiegate ha portato anche ad una riduzione dei contenuti trattati e a probabili conseguenze sul livello dell'apprendimento degli alunni. I dati Indire evidenziano anche altre metriche che vi invitiamo a scoprire visualizzando il report completo
Report integrativo novembre 2020