Più la società si evolve e più diventa sensibile ai temi legati alla disabilità, soprattutto al dovere etico e morale di dover supportare e integrare i soggetti diversamente abili nel mondo della scuola, del lavoro e del tempo libero.
Grazie a un gran numero di riforme, il Ministero dell'Istruzione italiano ha focalizzato l'attenzione sugli studenti con DSA e sull'obiettivo di facilitare il loro percorso scolastico attraverso trattamenti, metodologie e strumenti adeguati. Ma non solo: altro argomento di rilievo riguarda la loro integrazione non solo nell'ambito scolastico, ma anche in quello formativo e lavorativo.
Far sì che gli studenti disabili possano sentirsi parte di un gruppo riduce il rischio che possano aggravarsi dal punto di vista psicofisico che, per natura, non parte di certo avvantaggiato.
Autolesionismo più frequente nei soggetti autistici che non vanno a scuola: gli studi
Il King's College London e South London, insieme al Maudsley NHS Foundation Trust, ha compiuto uno studio sui fattori scatenanti dell'autolesionismo su un campione di 111mila adolescenti con un'età compresa tra gli 11 e i 17 anni nel Regno Unito. La ricerca, pubblicata sul BMC Magazine, ha riportato che:
- il rischio di autolesionismo è 3 volte superiore per i ragazzi con disturbo dello spettro autistico (ASD) rispetto ai ragazzi senza ASD;
- tra le principali cause scatenanti dell'autolesionismo rientra il deficit di attenzione e iperattività (ADHD) sia per i ragazzi, che per le ragazze;
- gli adolescenti che hanno frequentato servizi di salute mentale per l'ADHD sono quattro volte più a rischio di autolesionismo rispetto a coloro che non hanno mai frequentato servizi simili.
Tra i fattori di rischio, inoltre, rientrano anche l'esclusione e l'assenza dalla scuola.
La situazione italiana
In Italia, grazie alle recenti riforme che hanno incrementato il numero di docenti di sostegno per ogni classe, i problemi relativi all'integrazione didattica di studenti con disabilità sono stati più o meno risolti.
Al momento, rimane comunque carente la formazione degli stessi insegnanti che, in grande maggioranza, si sono ritrovati a scegliere il sostegno semplicemente per acquisire punteggio in sede concorsuale. I dati del Censis sono molto chiari:
- il numero degli alunni disabili nelle scuole statali è cresciuto da 202.314 dell'a.s. 2012/13 a 209.814 dell'a.s. 2013/2014 (+3,7%);
- il numero degli insegnanti di sostegno è cresciuto da 101.301 dell'a.s. 2012/13 ai 110.216 dell'a.s. 2013/14 (+8,8%);
- i bambini con sindrome di Down che frequentano l'asilo nido o la scuola dell'infanzia sono l'82,1%; tra i 7 e i 14 anni l'inclusione scolastica raggiunge il 97,4%, ma già tra i 15 e i 24 anni la percentuale scende a poco meno della metà, anche se l'11,2% prosegue il percorso formativo a livello professionale;
- i ragazzi co autismo che frequentano la scuola fino a 19 anni sono il 93,4%, ma il dato scende al 67,1% tra i 14 e i 20 anni, e arriva al 6,7% tra chi ha più di 20 anni.
L'abbandono scolastico è rilevante e considerando che può essere causa di autolesionismo è fondamentale che si favorisca sempre più una didattica inclusiva e integrativa, che consenta a tutti gli studenti con disabilità di apprendere, istruirsi e formarsi per ottenere un futuro migliore.