In data odierna è stato presentato, a Roma, il rapporto curato da Cittadinanzattiva dal titolo "Osservatorio civico sulla sicurezza a scuola", i cui dati emersi non sono per niente rassicuranti: le scuole italiane sono vecchie, pericolanti e spesso prive di agibilità; la maggior parte è stata costruita prima del 1976 e, in alcuni casi, non ha mai subito ristrutturazioni e/o migliorie.
Tra settembre 2021 e agosto 2022, infatti, sono stati registrati ben 45 crolli di istituti scolastici di vario ordine e grado, in pratica 1 episodio ogni 4 giorni di scuola. Stando al rapporto, le strutture messe peggio sarebbero quelle destinate agli istituti secondari di II grado che, tra le altre cose, risentono maggiormente delle cosiddette "classi pollaio".
Dati critici e preoccupanti
Il rapporto di Cittadinanzattiva fa luce su una situazione delle strutture scolastiche italiane davvero raccapricciante:
- il 77% possiede il documento di valutazione rischi;
- il 79% ha redatto il piano di emergenza;
- i 45 crolli registrati nell'ultimo anno si suddividono così: 16 al sud, 19 al nord, 10 al centro;
- 11 regioni hanno comuni in zona 1 (alto rischio sismico);
- tutte le regioni (tranne la Sardegna) hanno comuni in zona 2 (rischio medio-elevato);
- solo il 2% degli edifici scolastici è stato migliorato sismicamente;
- solo il 7% è stato progettato seguendo la normativa antisismica vigente;
- più della metà delle scuole superiori non ha l'agibilità, quasi la metà non ha la prevenzione incendi.
Le 10 priorità per la scuola del futuro
Stando a quanto emerso dal rapporto, Cittadinanzattiva ha stilato un elenco di 10 priorità cheinteressano la scuola e che bisognerebbe mettere in pratica per assicurare agli alunni di domani strutture stabili e sicure:
- No ai seggi elettorali nelle scuole: bisogna spingere affinché i comuni allestiscano i seggi elettorali in luoghi alternativi alle scuole, magari sperimentando il voto elettronico come suggerito dal DL 41/2022;
- Rendere innovativi gli ambienti didattici: non solo nelle scuole di nuova costruzione, ma anche in quelle che, attraverso i fondi del PNRR, andrebbero ristrutturate;
- Migliorare la qualità dell'aria: le aule andrebbero dotate di strumenti di misurazione del livello di CO2 (poco costosi) e, sempre attraverso i fondi del PNRR, si dovrebbero installare sistemi di aerazione/ventilazione;
- Mense scolastiche per tutti: la ristorazione scolastica dovrebbe essere aperta a tutti, superando l'ormai obsoleta logica del servizio a domanda individuale;
- Aggiornare l'Anagrafe dell'edilizia e proseguire le attività dell'Osservatorio: l'Anagrafe va aggiornata e completata in tempo reale, oltre che integrata anche con i dati degli asili nido pubblici; al contempo, bisognerebbe convocare puntualmente gli incontri dell'Osservatorio nazionale sull'edilizia scolastica;
- Prevedere programmi di sostegno per i genitori: si dovrebbero utilizzare alcuni poli per accogliere i centri per le famiglie e per potenziare i vari consultori già presenti sul territorio;
- Coinvolgere le comunità locali: i fondi previsti dal PNRR dovrebbero puntare anche al coinvolgimento di diversi soggetti nel mondo della scuola, soprattutto quando si tratta di costruire o ristrutturare una struttura;
- Ripensare al PCTO: è necessario educare sia gli studenti, sia i soggetti ospitanti sulle normative di sicurezza dei luoghi di lavoro e sugli strumenti realizzati per la loro tutela;
- Redigere un Codice Etico: è fondamentale raccogliere criticità e punti di forza all'interno di un documento, così da condividerlo e ideare percorsi ad hoc;
- Dare più potere agli studenti: la democrazia è fondamentale, quindi gli studenti devono essere i veri protagonisti all'interno della scuola.
Inoltre, a fronte della pandemia ancora in corso, è indispensabile adottare procedure e comportamenti che permettano a tutti coloro che si trovano all'interno di un edificio di poter far fronte a qualunque emergenza, che si tratti di un incendio o di un terremoto.