Numeri impietosi in Sicilia: 9.000 alunni in meno per il prossimo anno scolastico, per quella che si delinea come una vera e propria emergenza scolastica. Questo è quanto denunciano i sindacati Flc-Cgil, Cisl Scuola e Uil Scuola al termine dell'informativa tenutasi all'Ufficio scolastico regionale della Sicilia di Palermo. Una crisi che, oltre ai giovani studenti, investe anche i professori. In aumento infatti anche il numero di docenti precari, rispetto agli insegnanti di ruolo.
Non solo 9.000 alunni in meno in Sicilia. Più precari nell'organico docenti. Numeri negativi anche per il sostegno
I 9.000 studenti in meno nelle scuole siciliane sono quindi solo la punta dell'iceberg. L'anno scolastico 2023/24 si prospetta decisamente complicato per le scuole dell'isola. L'organico di diritto dei docenti dello scorso anno ammontava a 58.939 unità. Non ci saranno in questo senso variazioni, ma si registrerà invece una perdita di 178 posti per la costituzione delle classi in deroga.
Si ricorda che le classi in deroga sono le classi che non rispettano gli indici previsti dalla legge relativamente a dispersione scolastica e status sociale, economico, culturale.
Verranno inoltre assegnati 420 posti con contratti di supplenza nelle classi quarte e quinte della scuola primaria, dove a partire dal prossimo anno entrerà a regime l'insegnamento dell'educazione motoria. Per via di questo cambiamento, gli insegnanti delle altre materie perderanno le ore di motoria, dando vita al fenomeno dei perdenti posto. Le ore saranno assegnate a insegnanti supplenti delle classi di concorso A-48 e A-49.
Non è tanto migliore la situazione per l'insegnamento di sostegno, con un incremento di soli 870 posti per quanto riguarda l'organico di diritto. Un aumento che non risolve la questione della precarietà, che necessita di una stabilizzazione più costante nel tempo.
Le opinioni dei sindacati sull'emergenza scuola in Sicilia
I sindacati hanno voluto sottolineare come queste problematiche siano riconducibili alle scelte dell'attuale Governo Meloni. La diminuzione degli alunni in Sicilia e l'aumento dei precari non sarebbero infatti responsabilità dell'Usr Sicilia ma di politiche nazionali penalizzanti nei confronti del Mezzogiorno.
Secondo i sindacati bisogna allora procedere verso un miglioramento dell'offerta formativa, che deve passare da una riduzione degli alunni per classe, e dalla stabilizzazione dei precari, specialmente per quanto riguarda il sostegno. Queste misure permetterebbero una maggiora continuità didattica ed eviterebbero ai docenti continui cambiamenti di sede.
Le sigle sindacali hanno anche espresso preoccupazione per quanto riguarda le norme contenute nella Legge di Bilancio 2023. Secondo i nuovi parametri, relativi al dimensionamento scolastico per l'anno scolastico 2024/25, gli accorpamenti porterebbero infatti a ulteriori riduzioni di posti per dirigenti e personale ATA, compromettendo l'organizzazione e la gestione degli istituti.