Al centro del forte disappunto della maggioranza delle frange sindacali vi è il Decreto n. 36, quello concernente la famosa Riforma del reclutamento e formazione docenti. Malgrado il tentativo di conciliazione con gli organi ministeriali su alcuni di questi punti - avvenuto nella giornata di ieri - i sindacati hanno comunque bocciato in toto il provvedimento e hanno piuttosto rilanciato con uno sciopero, atteso per la giornata del 30 maggio.
IL CONTENUTO DEL DECRETO
La Riforma del reclutamento e formazione docenti - così come pensata col Decreto n. 36 - contempla delle nuove regole per quanto concerne il percorso per diventare docenti. Esso si strutturerebbe nel seguente modo:
- Un percorso universitario abilitante con una mole di almeno 60 CFU formativi;
- Un concorso pubblico nazionale;
- Un periodo di prova con valutazione finale;
- Partecipazione obbligatoria ad un percorso di formazione di durata triennale;
- Per coloro i quali presentano già annualità di servizio, vi sarà invece la possibilità di svolgere il solo concorso e il relativo anno di prova, previa acquisizione dei 30 cfu.
Per quanto attiene la formazione, invece, il Decreto introduce dei corsi triennali basati sulla partecipazione volontaria, al termine dei quali gli insegnanti verranno valutati e premiati con un incentivo "una tantum".
LE CRITICHE SOLLEVATE DAI VARI SINDACATI
Sono proprio questi i punti che hanno incendiato i sindacati e che li hanno indotti a dichiarare lo sciopero del comparto scuola per la fine del mese. Tutte le single, infatti, concordano che un sistema così pensato non farebbe altro che non aumentare gli stipendi, dimenticarsi dei precari storici e tagliere oltre 10mila cattedre soltanto per formare qualche docente in più. I motivi di protesta riguardano poi le questioni salariali e contrattuali.
A tal riguardo, la Cils ha dichiarato che l'occasione del PNRR, se ben studiata, poteva essere un momento irripetibile per valorizzare il personale docente. Invece, gli interventi di reclutamento, così pensati, si mostrano del tutto inadeguati rispetto al reale fabbisogno, corrispondente invero a circa 250mila precari che avrebbero diritto ad un percorso riservato.
La FLCGIL, invece, fa risalire il problema "a monte": il Governo avrebbe mancato di ottemperare ad una precisa richiesta da loro avanzata già durante il lungo periodo pandemico e legata all'aumento salariale.
Il numero uno di Anief - Marcello Pacifico - allude a delle menzogne annunciate dal ministero:
"Dire che sono stati assunti 110 mila docenti (cifra da verificare) quando erano sono stati autorizzati 250mila assunzioni (meno della metà degli autorizzati) è come se dicessi che ho autorizzazione per assumere 3 persone e invece ne assume 1, io ti boccerei. Evidentemente hanno gestito male i concorsi."Similmente il Segretario Serafini dello SNALS parla del ministero come di un ente "che sta sulla luna" e che non ha "contezza" di nulla. Su questa scorta incalza anche UIL, secondo cui è a questo punto necessario far sentire la propria voce con una serie di atti di protesta che si avvieranno proprio a partire dal prossimo 30 maggio.
IL MANIFESTO DELLO SCIOPERO
Le sigle sindacali, unitesi, hanno redatto un vero e proprio manifesto contenente i punti programmatici sui quali, a loro dire, il governo dovrebbe immediatamente intervenire, pena la prosecuzione delle mobilitazioni del comparto scuola. Tra di essi - ben ventuno - i punti nevralgici riguardano:
- Lo stralcio dal decreto in tutte le materie riguardanti l'aspetto contrattuale e il rinnovo del Contratto;
- L'equiparazione retributiva del personale scolastico agli altri dipendenti statali;
- Revisione e adeguamento del personale Ata ed incremento di alcune unità;
- L'eliminazione della burocrazia dal lavoro degli insegnanti e la semplificazione delle procedure amministrative per le segreterie;
- La restituzione della formazione di tutto il personale scolastico all'autonomia scolastica;
- La revisione degli attuali parametri di attribuzione degli organici alle scuole;
- La riduzione del numero degli alunni per ogni classe e il limite di 900 alunni massimo per ogni istituzione scolastica;
- Modalità specifiche di reclutamento e stabilizzazione dei precari storici, con iter semplificati di accesso al ruolo e ai percorsi di abilitazione per coloro che vantano una consolidata esperienza pregressa;
- L'istituzione di un organico straordinario in vista di emergenze;
- La reintegrazione dell'utilità del 2013;
- La disciplina in sede di rinnovo del CCNL dei criteri per la mobilità con eliminazione di vincoli imposti per legge;
- L'indizione del concorso riservato per gli Assistenti Amministrativi Facenti funzione di DSGA con tre anni di servizio nella funzione anche se sprovvisti di titolo di studio specifico e l'emanazione del bando di concorso per DSGA.