Intervistato su Rai3 il Ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi ha fatto sapere la sua in merito alla questione dell'aumento degli stipendi agli insegnanti. Una dichiarazione, però, tutt'altro che puntuale dal momento che il Ministro si è limitato a ristrette, sibilline, battute.
Le dichiarazioni di Bianchi
Si prestano a tante interpretazioni diverse gli annunci fatti dal ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi intervistato a Rai3 sul caldo tema "stipendio docenti" nuovamente al centro dei dibattiti politici.
Secondo alcune stime governative, a partire dalla nuova Legge di Bilancio, dovrebbe prevedersi il famoso "aumento a tre cifre", ammontabile a circa 104 euro per lo stipendio degli insegnanti. Le cifre da stanziarsi per il settore istruzione, previste con la manovra, infatti, corrisponderebbero a 3,7 miliardi da cui ricavare i famosi 107 euro da integrare agli stipendi destinati ai docenti. Agli stessi stanziamenti, tuttavia, saranno da sottrarsi 500 milioni circa, destinati a saldare il debito dell'indennità da vacanza contrattuale. Si arriverebbe così facendo alla cifra di 87-90 euro lordi, base di partenza per le trattative col Governo. Come se ciò non bastasse, a far ulteriormente infuriare i sindacati ci pensano le criptiche parole del ministro Bianchi, il quale non si espone ad elargire certezze:
"In fatto di stipendi dei docenti, sul bilancio corrente stiamo facendo un ragionamento e sarà il Parlamento a dire la sua"
Le reazioni delle forze sindacali
"Vorremmo un contratto almeno decoroso" esordisce Rino Di Meglio, rieletto presidente della Gilda degli insegnanti. Una battaglia - quella del rinnovo del contratto docenti - volta non soltanto al miglioramento dei termini economici ma che punta anche a semplificare "le norme, evitando che vi siano arbitri nelle scuole". In merito alla questione dell'"aumento a tre cifre", il sindacalista Di Meglio esprime un risentito "basta" a trattare gli insegnanti come il fanalino di coda di tutta Europa e dell'intera amministrazione pubblica italiana. I loro stipendi, infatti, sono i più bassi di tutto l'impiego del settore pubblico ed è ora di rivedere i termini contrattuali equiparando il salario a quelli della pubblica amministrazione, dice chiaramente.
Dal canto suo Pino Turi, segretario generale di Uil scuola, fa emergere gli aspetti negativi e le iniziative da intraprendere per arginare i complessi problemi attorno alla questione "stipendio docenti". Concorde con il collega Rino Di Meglio, gli elementi sui quali è necessario intervenire non sono solo costituiti dai termini economici ma è anche indispensabile che:
"il rinnovo del contratto stabilisca una parità giuridica ed economica tra il personale con contratto a tempo determinato e indeterminato. Si tratta di squilibri strutturali a cui va posto rimedio con le risorse straordinarie del PNRR che devono servire per questo"Commenta il segretario. Fiducioso poi sul tema aumenti, Turi si auspica tuttavia di più: il punto della situazione deve essere l'assunzione di una visione nuova ed univoca, in cui tutti i trattamenti - primo tra tutti quello economico - devono essere riequilibrati ed unificati per ogni ordine e grado di scuola. A parere del sindacalista, infatti - conclude lapidario - non sussisterebbe alcuna logica spiegazione per la quale ai docenti si applicano salari diversi in funzione del loro ordine scolastico.