Nuovi sviluppi sulla vicenda che ha visto il giovane diciottenne Giuliano De Seta vittima di un tragico incidente in azienda mentre svolgeva il suo Pcto. Sono infatti quattro le persone iscritte nel registro degli indagati con l'accusa di omicidio colposo.
Nel mentre continuano le proteste degli studenti e il dibattito sindacale, tra chi vorrebbe la completa abolizione del Pcto e chi, come la Cisl, un suo ripensamento che vada oltre le strumentalizzazioni.
I quattro iscritti nella lista indagati. Oggi l'autopsia dello studente morto durante il Pcto
Sono dunque quattro le persone inserite nel registro degli indagati con l'accusa di omicidio colposo:
- L.B., l'amministratore unico della B.C. Service, ovvero la ditta presso la quale lo studente stava svolgendo il suo tirocinio;
- A.M.Z., dirigente scolastica della scuola di provenienza dello studente nonché firmataria del contratto che autorizzava lo stage;
- Il docente tutor che deteneva la responsabilità del Pcto per la classe di appartenenza dello studente;
- Un responsabile della sicurezza della ditta B.C. Service
Possibile inoltre l'inserimento tra gli indagati del tutor aziendale in quanto designato dall'azienda a seguire la formazione del ragazzo durante lo stage.
I quattro indagati saranno anche direttamente coinvolti nell'autopsia del giovane, che si terrà oggi 23 settembre. Insieme a loro, assisterà anche il team di consulenti legali della famiglia. Verosimilmente una volta terminata l'autopsia, sarà disposto il nulla osta per i funerali del giovane, per l'inizio della settimana prossima.
Gli studenti si mobilitano: "Questo modello di scuola uccide gli studenti"
La morte di Giuliano De Seta durante il suo Pcto ha scosso la comunità scolastica. Numerosi studenti stanno dunque facendo sentire con ogni mezzo il loro dissenso per un modello di scuola che espone i giovani a troppi rischi.
Bianca Chiesa, coordinatrice nazionale di Unione degli Studenti, ricorda come quello di Giuliano sia già il terzo caso di quest'anno. Tutta colpa di una scuola che uccide i suoi studenti costringendoli ad attività pericolose mentre la politica resta in silenzio, senza prendere le adeguate misure in merito alla sicurezza o al ripensamento dell'avviamento al lavoro.
Alice Beccari, responsabile della comunicazione di Unione degli Studenti, annuncia il lancio di una settimana di mobilitazione che coinvolga i giovani di tutta Italia. L'obiettivo è sensibilizzare riguardo l'abolizione dei percorsi di scuola-lavoro in favore di un'istruzione integrata che possa allontanarsi dalle catene di produzione.
Gli studenti si appoggeranno anche ai Fridays for future: ambiente e lavoro sono dopotutto due temi vicini, in quanto lo sfruttamento intensivo dell'ambiente è favorito da un regime di lavoro asservito al sistema di produzione capitalistico che vuole i giovani sempre pronti ad entrare in azienda.
La Cisl non vuole la cancellazione dei Pcto: "Bisogna ripensare le regole"
In un nostro precedente articolo (inserire link) abbiamo messo in luce come gran parte dei sindacati spingono per una completa abolizione del Pcto. Non è questo il caso della Cisl, che chiede un ripensamento del Pcto lontano dall'uso strumentale che può venirne fatto dopo il tragico decesso di Giuliano De Seta.
Luigi Sbarra e Ivana Barbacci della Cisl sottolineano quanto la vita degli studenti vada chiaramente messa al primo posto, ma come questo passi da una riscrittura delle regole per garantire la massima sicurezza negli ambienti di lavoro che ospitano i tirocini, senza perdere di vista l'efficacia formativa delle attività di Pcto.
Sulla stessa lunghezza d'onda Massimiliano Iiritano, docente dell'Iis Guarasci-Calabretta di Soverato nonché presidente dell'associazione "Amica Sofia". Secondo il docente infatti il Pcto è utile a dare alla scuola italiana una dimensione più concreta, che possa avvicinare la didattica alla realtà e creare un ponte tra la scuola e il mondo esterno.
Inevitabilmente la questione passa attraverso il delicato tema più generale della sicurezza sul lavoro. Indipendentemente dalla presenza degli studenti infatti sono troppi i morti sul lavoro in Italia, segno che qualcosa deve cambiare, a prescindere dalle considerazioni fatte sulle attività di tirocinio che coinvolgono gli studenti.