A pochi giorni di distanza dall'accaduto, il mondo della scuola e dell'istruzione italiana si trova ancora a doversi confrontare con le scorie lasciate dal suicidio della professoressa transgender Cloe Bianco.
L'avvenimento costringe a una profonda riflessione sul tema delle problematiche di genere, per sviluppare e promuovere una cultura più aperta e inclusiva a partire proprio dalla scuola.
Il ministro Bianchi sull'accaduto. La scuola deve essere aperta e inclusiva
Apertura e inclusività sono proprio i cardini della scuola desiderata dal ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi, che è apparso molto scosso dalla tragica fine della vita di Cloe Bianco.
In un'intervista rilasciata a Radio24, Bianchi sottolinea come sia fondamentale la ricostruzione di tutto il percorso che ha portato la professoressa al suicidio, senza concentrarsi esclusivamente sulla narrazione dell'ultimo momento.
Una scuola più umana e affettuosa è la soluzione. Un luogo dove chiunque possa essere accettato senza il timore di esprimere le proprie inclinazioni e la propria natura. Un obiettivo da raggiungere ma che, alla luce di quanto accaduto, sembra essere ancora tristemente distante.
Il ministro del Lavoro Orlando rivendica la libertà di esprimere la propria identità sessuale
Dura anche la reazione del ministro del Lavoro Andrea Orlando, che ritiene inaccettabile sentire parlare di discriminazioni sull'identità di genere o sull'orientamento sessuale nel 2022.
Il ministro sottolinea infatti come il posto di lavoro debba essere un luogo dove poter esprimere comunque la propria persona, che deve essere valutata dal profilo professionale e non per le sue inclinazioni personali, prive peraltro di alcuna conseguenza negativa sulla comunità.
Ecco perché un eventuale coming out, come quello che Cloe Bianco fece nel 2015 presentandosi in classe con abiti femminili, deve diventare un momento di liberazione e autoaffermazione e non invece l'inizio di una discesa negli inferi, come effettivamente è stato per colpa di studenti e famiglie dalla scarsa apertura mentale.
Orlando si schiera così a fianco dei lavoratori e invita tutta la comunità a riflettere sull'accaduto, per abbattere i pregiudizi e gli schemi mentali che generano superficialità, conducendo a tragedie quali il suicidio di una valida professionista come Cloe Bianco.
La ministra Bonetti e il segretario di Uil Scuola Pino Turi contro le discriminazioni, per una scuola più libera
Numerose le voci che si sono levate per dare un senso alla scomparsa della prof transgender Cloe Bianco. Elena Bonetti, ministra per le pari opportunità e la famiglia fa eco al ministro Bianchi e ritiene doveroso l'approfondimento delle dinamiche che hanno portato al suicidio della professoressa.
La giustizia, afferma Bonetti, non potrà riportare in vita la docente, ma deve compiere il suo corso per abbattere le discriminazioni e dare vita alla scuola migliore immaginata da Bianchi.
Pino Turi, segretario generale della Uil Scuola si scaglia invece contro le istituzioni, accusando il ministero dell'Istruzione di essere complice dell'avvenimento.
Quando le discriminazioni prendono il sopravvento, portando addirittura una docente a prendere una decisione estrema come quella di Cloe Bianco, il fallimento è infatti di tutta la scuola che non ha successo nella propria missione educativa e sociale.
Indagare sull'accaduto, come prospettato dal ministro Bianchi, deve essere quindi il primo step di un lavoro di ammissione di colpevolezza.
Non bisogna infatti pensare al suicidio di Cloe Bianco come un terribile episodio isolato, ma come la conseguenza di un clima politico e sociale che promuove posizioni intolleranti e che cerca di impedire che la scuola diventi luogo di riflessione su temi contemporanei di fondamentale importanza.
La prospettiva deve essere anzi opposta. Gli istituti scolastici devono diventare a tutti gli effetti ambienti culturalmente fecondi, votati allo scambio di idee così da scongiurare la possibile ripetizione di tragedie come quella di Cloe Bianco.